
Tratto da uno dei più bei romanzi di Stephen King, viene a ragione considerato uno dei thriller più riusciti degli ultimi decenni. Rimanendo fedele alle atmosfere claustrofobiche e ossessive del romanzo, ma depurandone invece le parti più violente e raccapriccianti, Reiner si concentra sui due protagonisti, cercando di rendere nella maniera più convincente e realistica possibile lo scontro, non solo psicologico, di due caratteri: lo scrittore brillante e la lettrice psicopatica. Malgrado l'azione si svolga per la quasi totalità in una stanza chiusa, il ritmo è tesissimo e la suspense è tenuta sempre altissima senza fare mai ricorso a facili effetti (straordinaria la scena della “cenetta romantica” o la sequenza di Paul che forza la serratura della sua stanza e cerca di fuggire, mentre sta per ritornare Annie). Tutto concorre a tenere lo spettatore incollato alla sedia: dall'uso magistrale degli spazi e dei punti di vista alla bellissima colonna sonora, dalla cura maniacale per dettagli apparentemente insignificanti (cerini, forcine, pillole, soprammobili), che giocheranno invece un ruolo chiave nella vicenda, alla straordinaria interpretazione di Caan e della Bates. Il primo, che recita per la quasi totalità immobilizzato a letto, si affida ad un'eccezionale mimica facciale per esprimere una vastissima gamma di emozioni. La Bates, che vinse un Oscar come miglior attrice protagonista, delinea semplicemente uno dei personaggi realmente più inquietanti e imprevedibili del cinema thriller. Ma nel film (e nel libro), sotto la trama di un thriller d'eccezione, c'è anche una riflessione appassionata sul mestiere dello scrittore e sull'industria culturale, che tende a fagocitare l'artista di successo in un sistema di aspettative che ne condiziona inevitabilmente la libertà creativa. È facile riconoscere in Paul Sheldon, infatti, un alter-ego dello stesso King e in genere dell'autore di best-seller (il cognome del protagonista non ricorda stranamente un altro scrittore americano di successo?), che vive il dilemma di liberarsi del personaggio che lo ha reso famoso, ma teme tuttavia che i suoi fan lo abbandonino.
Tra i contributi speciali che offre il DVD segnaliamo il dietro le quinte con interviste al regista e agli addetti ai lavori, uno speciale sulla colonna sonora e il commento audio al film dello sceneggiatore e del regista.
“Misery non deve morire”, USA 1990, regia: Rob Reiner, con James Caan, Kathy Bates, Lauren Bacall
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- Numero 51 aprile 2006