RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Primo piano

Vino e qualità nei Castelli Romani

Il vino dei Castelli è famoso in tutto il mondo, praticamente da sempre. Ma per cosa? Citato dagli scrittori del Gran Tour che hanno alloggiato da queste parti, apprezzato dai turisti romani della domenica e da quelli stranieri nelle fraschette, il vino dei Castelli Romani vanta un nome che corre a ritroso nel tempo. Una fama che tristemente non si rifà molto spesso a un livello di qualità eccelso, ma piuttosto a una facilità di bevuta che lo rende adatto ad allietare serate puramente goliardiche, preambolo a volte e non sempre, non sia mai, di mal di testa infernali.
Secondo alcuni, un affossamento della qualità a favore della quantità è stato il risultato dell’avere potuto contare da sempre sulla vicinanza di una città popolosa come Roma. Il vino dei Castelli non si è mai dovuto evidenziare in mezzo a tanti, ma essendo così facilmente reperibile non aveva rivali già in partenza. E la mancanza di concorrenza nel vino come in altri settori non è di certo mai stata un incentivo a migliorarsi.
Forse un esempio di qualità “inconsapevole” nella storia del vino dei Castelli Romani è stata data dal Cannellino, tipologia tanto amata ancora oggi seppur abbia subito alcune variazioni nelle tecniche di lavorazione che nel corso degli anni hanno gettato un po’ d’ombra sulla sua produzione. Ironicamente, in origine, il Cannellino era prodotto secondo i canoni più attuali della qualità. Veniva infatti ottenuto dalle viti delle vigne più vecchie, dove la resa era particolarmente bassa. I vignaioli dell’epoca preferivano vendemmiare subito le vigne più nuove e produttive per farne il Frascati, lasciando i grappoli a maturare nelle vigne più vecchie, dove, se pure la pioggia e un’eccessiva maturazione avessero rovinato il raccolto, la perdita sarebbe stata irrisoria, secondo loro. Ciò che accadeva nel frattempo, era un appassimento dei pochi grappoli presenti sulla vecchia pianta (dove già per questo si erano concentrate tutte le sostanze minerali) e grazie al processo di appassimento nei grappoli si concentravano ulteriormente gli aromi, gli zuccheri e le altre sostanze presenti negli acini. Ne risultava un mosto particolarmente zuccherino che iniziando poi la maturazione alla fine dell’autunno, lasciava il tipico residuo zuccherino dei vini passiti. Il Cannellino si può dunque definire il precursore della qualità nei Castelli Romani.
Oggi difficilmente si potrebbe pensare che il vino prodotto dalle nostre parti non abbia concorrenti. Ma forse è proprio dalla concorrenza spietata e di alto livello proveniente da ogni angolo del pianeta che è venuta una spinta verso la qualità.
Quest’ultima oggi c’è, anche nei Castelli Romani. Sono molti i produttori che riescono a ottenere risultati buoni e molte volte ottimi, con punte di eccellenza date da una produttrice di fama internazionale come Paola Di Mauro di Colle Picchioni che con il suo Vigna del Vassallo a base Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc anno dopo anno si afferma come perla del panorama enologico non solo dei Castelli ma di tutto il Lazio o da aziende come la Principie Pallavicini a Colonna, con il suo Stillato, un esempio egregio di valorizzazione della Malvasia Puntinata – una varietà locale dalle grandissime potenzialità aromatiche.
Del resto la zona è particolarmente vocata, sia per i suoli di origine vulcanica così cari alla vite che ha bisogno di terreni ricchi di sali minerali per trasferirli all’acino e quindi al vino, sia per la molteplicità infinita di microclimi diversi, vanto del Parco Regionale dei Castelli Romani. A questo si aggiunge una ricchezza stranota di dimore storiche, reperti archeologici e siti di interesse turistico religioso ed ecologico. Tanto da rendere la zona dei Castelli Romani oggetto della creazione di una Strada a valorizzazione di tutti i prodotti tipici della zona attraverso l’attività della Camera di Commercio di Roma e della sua azienda speciale per il settore agroalimentare, l’Azienda Romana Mercati.
C’è tanta qualità enogastronomica di cui parlare nei Castelli Romani, tante iniziative che si stanno finalmente sviluppando per promuoverla, e tanti sforzi da parte delle aziende per produrre prodotti meritevoli di essere definiti di qualità. Così tanto che un singolo articolo non può bastare, e lo spazio resta aperto per continuare a discuterne.
Per la rubrica Primo piano - Numero 47 novembre 2005