Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cultura & Impresa

Brief. La cultura fa bene all’impresa

Si è concluso a Roma presso la sede dell'Ordine dei Medici, con il secondo seminario internazionale sul tema del cross cultural management, il progetto Brief (Biblioteche Risorse per Innovazione Equità Flexicurity) che il Consorzio SBCR ha collaborato a realizzare in qualità di partner dell'azienda Club medici, nell'ambito del POR Obiettivo2 FSE 2007/2013
Un'altra esperienza totalmente innovativa per le biblioteche pubbliche che in questo caso hanno svolto un ruolo di mediazione in un percorso di riorganizzazione interna e riposizionamento sul mercato che l'azienda Club Medici ha svolto puntando sul benessere dei dipendenti e sul superamento dei fattori che impediscono l'innovazione.
La cultura come leva per rimuovere gli ostacoli che impediscono il cambiamento, la cultura come perno intorno al quale si ricuciono strappi e incomprensioni, la cultura elemento trainante per lo sviluppo d'impresa.

Anticipiamo su Vivavoce l'intervista a Vincenzo Pezzuti, Presidente Club Madici e Diego Cesaroni, segretario della Fondazione Cultura Castelli Romani che apparirà su una delle pubblicazioni previste dal progetto BRIEF

Qual è la genesi del Progetto BRIEF?

VP: Il progetto nasce dalla convinzione che il patrimonio di una azienda è il sistema di relazioni e di conoscenza che essa possiede e che il capitale umano è cruciale per la sua sopravvivenza Esso rappresenta l'innovazione e la crescita. Un rallentamento della crescita in termini di competenza relazionale, di capitale organizzativo si traduce in un rallentamento della produzione. Il progetto BRIEF che punta alla costruzione di modelli organizzativi capaci di conciliare tempi di vita e di lavoro dei dipendenti si rivolge pertanto alle persone che lavorano in azienda per facilitare le relazioni, per modificare le convinzioni profonde e i modelli mentali che rischiano di condurre ad una sclerosi organizzativa. L'obiettivo è superare il cultural lock-in, cioè l'inabilità a cambiare la cultura organizzativa.

DC: Alla richiesta da parte dell'imprenditore di fluidificare alcuni processi, partendo dalla convinzione che la cultura, l'apprendimento, la conoscenza possono svolgere in azienda un ruolo strategico per il suo posizionamento sul mercato, la Biblioteca ha risposto proponendosi quale mediatore di conoscenza, mezzo attraverso il quale facilitare e accelerare i processi di apprendimento, di cambiamento e di crescita organizzativa. Una forma di apprendimento che è orientata all' innovazione richiesta dal mercato complesso in cui si opera.

Quali sono stati gli effetti prodotti da BRIEF?

VP: Il progetto partiva dal presupposto che l'azienda è una sorta di sistema vivente in cui la creazione del valore è assicurata da tre fattori: le persone, la conoscenza e il sistema di relazioni. L'80% del valore di una impresa è, infatti, generato dagli elementi intangibili ovvero il capitale umano, il capitale relazionale e il capitale organizzativo. E la capacità di imparare continuamente contano sempre di più sia per gli individui che per le aziende. In tale contesto la formazione di conoscenza e l'apprendimento tempestivo e continuo assumono un ruolo cruciale, specialmente nel periodo di crisi che il Paese sta attraversando. ll progetto Brief è riuscito ad oggi ad esplodere tali temi e a far riflettere l'intera organizzazione su queste problematiche, ha creato momenti di incontro e di autoanalisi altrimenti impensabili, ha imposto ad ogni singolo di guardare alle problematiche aziendali da diversi e a volte opposti punti di vista, ha stimolato proposte e ipotesi di cambiamento...

DC: Il bando di concorso sulla flexicurezza, al quale il Consorzio SBCR ha partecipato in qualità di partner di Club medici, ha offerto alle biblioteche la possibilità di sperimentare un singolare terreno di alleanza tra cultura e impresa che da anni il nostro Consorzio ritiene essere strategica per il Paese e per la quale ha iniziato fin dagli anni novanta ad attrezzarsi, innovando i propri modelli di servizio, la composizione delle proprie raccolte, la tipologia degli spazi, la formazione del personale, la propria rete di relazioni. La biblioteca in azienda si è posta a supporto della crescita individuale e collettiva dei dipendenti, elemento portante del voucher creativo e non puramente economico - come accaduto nella maggior parte dei progetti realizzati sulla flexisicurezza - che l'azienda attraverso Brief ha offerto ai dipendenti. La biblioteca vuole essere mediatore e facilitatore nel trasferimento di competenze professionali e elemento di valorizzazione di quelle che esulano dalla professionalità specifica e che attengono al background culturale di ogni singolo.

Quali sono state le ricadute in azienda?

VP: Per il primo anno possiamo ritenerci soddisfatti nell'essere riusciti a costruire "con i treno in corsa" momenti di incontro e scambio tra le diverse professionalità che operano in azienda e ciò è stato importante sia dal punto di vista di un più stretto rapporto umano - la criticità di lavorare divisi in più sedi è una di quelle messe in maggior risalto dagli stessi dipendenti - sia relativamente alla potenzialità insite nello scambio e nelle possibili relazioni tra esperienze professionali diverse. Lo stesso progetto del Punto Biblio nell'Ospedale di Tor Vergata che si è realizzato proprio nell'arco temporale di Brief è il frutto dell'alleanza strategica tra cultura e impresa cui faceva riferimento l'Arch.Cesaroni prima di me e che Brief tende ad far crescere e rafforzare. Credo che per ulteriori ricadute concrete e misurabili dobbiamo attendere le azioni conseguenti che si metteranno in campo ora che il progetto formativo si è concluso.

Quale ruolo dunque per la biblioteca nell'evoluzione del progetto?

VP: Dobbiamo lavorare perchè la biblioteca divenga realmente lo snodo permanente dei processi di crescita, aggiornamento e scambio professionale. Occorerà, in collaborazione con gli operatori della rete bibliotecaria, andare oltre il servizio di prestito e l'aggiornamento dello scaffale multimediale che pure già è positivamente operativo; probabilmente, e speriamo di averne la forza, ci ritroveremo a progettare e realizzare attività e calendari di eventi di cui lo scaffale costantemente animato, ne sia fulcro e promotore

DC: Uno sviluppo ulteriore tutto legato al tema del diversity management potrebbe essere rappresentato da momenti di formazione e crescita culturale in cui i dipendenti mettano a disposizione formazione e saperi personali per momenti di incontro con i colleghi interessati ad allargare il campo delle loro competenze e conoscenze, utilizzando il patrimonio di saperi presenti in azienda. Si tratta senz'altro di processi e dinamiche complesse per il percorso intrapreso tra biblioteca e azienda, una sfida di innovazione che abbiamo voglia di perseguire.

Per la rubrica Cultura & Impresa - Numero 124 febbraio 2015