RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Gocce di scienza

Il futuro di Internet si chiama GRID

Quando accendiamo un elettrodomestico l’ultima cosa che ci preoccupa è sapere quale sia la centrale elettrica che eroga l’energia necessaria al suo funzionamento. Infatti siamo abituati a pensare all’elettricità come un servizio fornito da una rete o griglia di distribuzione (power grid).
Adesso, immaginate un mondo in cui la potenza di elaborazione e la capacità di immagazzinamento dati fossero accessibili allo stesso modo e con la stessa facilità. In questo mondo, programmi e dati, automaticamente, troverebbero attraverso la rete i computer adatti per la loro elaborazione.
Questo non è solo uno scenario possibile, ma, almeno in parte, è già una realtà. Grazie ad una interfaccia (ossia un programma speciale) verso una griglia computazionale (computing grid) possiamo accedere a risorse (ossia microprocessori, hard disk), dislocate in giro per il mondo, la cui somma totale surclassa enormemente per potenza qualsiasi computer singolo.
L’accesso a queste risorse remote avviene in modo trasparente per l’utente: speciali programmi, installati sui computer facenti parte della GRID, rendono possibile pubblicare i servizi che si vogliono mettere a disposizione. Per esempio: se ci occorre eseguire un certo programma, che necessita di un determinato sistema operativo, la GRID è in grado di scegliere per l’esecuzione solo computer su cui è installato quello specifico sistema operativo.
In futuro, l’accesso e la disponibilità di risorse informatiche sulla GRID sarà regolato dalle leggi del mercato: qualcuno, privato o azienda, dietro compenso, metterà a disposizione parte della sua capacità di immagazzinamento dati (hard-disks) o di elaborazione (microprocessori) per un uso condiviso, magari durante periodi in cui i propri computer sono meno impegnati (di notte). Qualcun altro, invece, acquistando un “gettone” (come accade oggi con le carte ricaricabili dei telefoni cellulari) potrà accedere a queste risorse.
Ma qual è la differenza tra GRID e l’Internet che conosciamo? E’ presto detto: Internet è una rete che permette solo di scambiare informazioni (per esempio, posso ottenere via web l’orario dei treni). Al contrario, la GRID permette l’utilizzo di computer altrui per i nostri fini.
Facciamo un esempio. Se oggi voglio fare delle elaborazioni grafiche su una foto digitale, devo avere un PC abbastanza potente su cui installare un programma di foto-ritocco. Poi devo scaricare la foto, o molte foto (ossia alcuni MegaByte), dalla foto-camera all’hard-disk del PC ed infine fare le mie elaborazioni. Avendo a disposizione GRID, la foto-camera, interfacciata direttamente alla GRID mediante una rete senza fili (WI-FI) immagazzinerebbe le foto in hard-disk remoti. Poi utilizzando la stessa foto-camera o la TV LCD e il decoder come terminale (anch’esso parte di GRID) selezionerei quali elaborazioni fare sulle foto. A questo punto è compito dei servizi GRID trovare programmi e computer adatti mentre io dovrei solo attendere che i risultati vengano presentati sullo schermo.
Affinché l’integrità dei nostri dati (le foto) sia rispettata e la privacy garantita, sono stati sviluppati protocolli sicuri, che permettono ad ognuno di noi di possedere una identità digitale (certificata in modo opportuno) con cui accedere a delle Organizzazioni Virtuali.

Tornando al nostro esempio, per usare i servizi GRID di elaborazione delle immagini dovremmo prima registrarci, diciamo, nel gruppo “Virtual-Foto”. A quel punto, i computer sulla GRID che sono membri di Virtual-Foto accetteranno di elaborare le nostre immagini, garantendoci la sicurezza necessaria. Ovviamente, più Organizzazioni Virtuali possono convivere negli stessi computer!
Per il momento l’utilizzo di GRID è limitato a quelle attività che richiedono l’elaborazione di moli di dati così enormi che nessun computer esistente sarebbe in grado di farvi fronte in tempi ragionevoli. Un esempio è dato dagli esperimenti di nuova generazione nel campo della fisica delle particelle elementari, dove verranno prodotti annualmente dati equivalenti alla capacita’ di circa 160.000 hard-disk da 100 GigaByte ciascuno.
Per concludere, quello che appare oggi come “Internet” non è che un precursore, un’infrastruttura, per la GRID che verrà. Occorrerà tuttavia che tale scheletro si rafforzi, ossia che la velocità di comunicazione aumenti e che i protocolli (il linguaggio con cui i programmi speciali di GRID comunicano tra loro) vengano standardizzati prima che i suoi benefici arrivino al grande pubblico... ma tutto ciò è soltanto una questione di (relativamente poco) tempo.

Per la rubrica Gocce di scienza - Numero 53 giugno 2006