Il pensiero di Dante sull'omosessualità è un problema che ha sfiorato da sempre la critica, senza però farla decidere a esprimersi convintamente su un dilemma millenario e scottante come la realtà di cui Aldo Onorati tratta con vasta conoscenza ermeneutica della Divina Commedia in questo breve saggio intitolato " Dante e l'omosessualità ", col sottotitolo assai pregnante "L'amore oltre le fronde".
Ad arricchire il testo c'è un'intervista al celebre studioso di Dante Walter Mauro, il quale parla dell'amicizia dell'Alighieri con il giovane Carlo Martello, che il Poeta pone in Paradiso fra gli spiriti amanti. Aldo Onorati, invece, esamina ( |ma già ne aveva dato notizia anni fa, alla rivista Babilonia e poi in affollatissime conferenze al salone del libro di Torino, a Roma e a Milano) l'incontro di Dante col suo maestro di morale Brunetto Latini, posto nel girone infernale dei sodomiti. La questione ha fatto sempre turbare i critici, i quali hanno sì notato una complessità di sentimenti fra i due, ma se la sono cavata dicendo che Dante, pur ammirando il suo insegnante, tuttavia lo ha posto fra le pene eterne perché macchiatosi di una turpe colpa, cioè appunto, la sodomia. Sennonché, il prof. Onorati ha letto oltre, prendendo in considerazione anche il canto successivo a quello del colloquio Dante- Brunetto Latini, cioè il sedicesimo, in cui l'Alighieri incontra altri sodomiti. Virgilio lo invita a dialogare coi nuovi venuti, lodandoli per le opere realizzate in vita; ma, guarda caso, fra loro c'è n'è uno, vescovo, tra l'altro, che Dante disprezza a causa dei suoi malaffari su in Terra. Dunque c'è disparità di stima, da parte del sommo Poeta, nei confronti di personaggi uniti all'Inferno dallo stesso peccato, un po' come era avvenuto per Paolo e Francesca, i lussuriosi verso cui Dante sente tenerezza e pietà , da uomo amante e consapevole delle umane debolezze. Non tutti i dannati sono visti e trattati alla stessa maniera, fermo restando il castigo che li pone nel medesimo luogo. Ciò significa che il Poeta, pur obbedendo allo schema delle pene e delle colpe canonizzato dalla Chiesa, modifica l'assetto teologico (come intuì il geniale Giuseppe Prezzolini ) distinguendo fra peccatore e peccatore. Anche in Paradiso, nella corona dei beati del XII canto, Dante, contro l'assunto della Chiesa, pone accanto, fra loro, due nemici di pensiero, quali San Tommaso e Sigieri di Brabante, e affianca a San Bonaventura il profeta Gioachino Da Fiore che era in sospetto di eresia. Vale a dire: se si legge senza preclusioni e paure la Divina Commedia, ci si accorge che Dante è un trasgressivo, e non disprezza affatto i sodomiti, anzi, lo dice chiaro: " Non dispetto, ma doglia/ la vostra condizion dentro mi fisse..."
Questi pochi cenni possono dare l'idea dello studio del prof. Onorati, dantista apprezzato in Italia e all'estero. La sua opera (dedicata a Giorgio Bà rberi Squarotti) è innovativa e, per certi aspetti, scomoda. Chiara nel dettato esplicativo, ricchissima di note dotte, essa apre una via alla "rilettura" di Dante senza preclusioni di sorta. Da questo saggio emerge che il sommo Poeta fu uomo di vedute moderne e rivoluzionarie: egli è andato controcorrente anche nei campi più indiscussi, lasciandosi alle spalle proprio il Medioevo di cui è figlio e conclusione. Onorati afferma che Dante vide oltre gli steccati della stessa religione. Ci vuole coraggio e competenza per sostenere una tesi così insolita, ma non peregrina.
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Aldo Onorati.
Dante e l'omosessualità . L'amore oltre le fronde
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Aldo Onorati, laureatosi all'Università di Roma col grande dantista Giorgio Petrocchi, fin dal 1965, settimo centenario della nascita dell'Alighieri, tiene conferenze in Italia e all'estero sulla "Divina Commedia". Giornalista di testate nazionali e collaboratore della RAI-Tv al "Dipartimento scuola-educazione", è noto soprattutto per i suoi romanzi, tradotti, fra l'altro, in lingue anche lontane da noi, come il russo, il coreano, il portoghese, il romeno etc. Meno popolare, ma altrettanto significativa, è la sua produzione critica, fra cui ricordiamo "Dante-Petrarca-Boccaccio", "Boiardo e Ariosto", "Il crepuscolo del Novecento", nonché i suoi studi sulla metrica italiana.