Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Sagre & Profane

Briganti o eroi?

Storie sui briganti nei sentieri dei Castelli Romani

"Il popolo in Italia è abitualmente dedito alla lettura dei poemetti in cui sono ricordate le circostanze notevoli della vita dei banditi più famosi: gli piace ciò che vi è in quella di eroico, ed esso finisce col nutrire per loro un'ammirazione assai vicina al sentimento che, nell'antichità, i Greci provavano per alcuni loro semidei"(1)

Così rifletteva Stendhal nell'introduzione al piccolo saggio " I briganti in Italia", pubblicato nel 1829 all'interno della sua opera "Passeggiate romane". Lo scrittore francese, grande viaggiatore e sensibile osservatore delle città, dei borghi e dei paesaggi italiani fu vittima egli stesso di una rapina raccontata nel saggio e precisamente il 5 maggio 1828 sulla via Appia, nei pressi di Terracina. La via Appia era il luogo più favorevole per agguati e saccheggi, anche perché di là passavano le diligenze e le carrozze con viaggiatori, carri da trasporto, convogli commerciali e militari e passaggio di merci da Roma a Napoli. In ogni tratto della strada dalla porta di Roma fino a Napoli, un itinerario che passava per i Castelli Romani, via Marino e Velletri, si poteva avere l'infelice incontro con i briganti (2). L'episodio fu sicuramente per lo scrittore poco piacevole, ma divenne forse l'occasione per scrivere il saggio sui briganti e raccontarne così la vita e le imprese a partire dal XVI secolo. Diventavano briganti per lo più i contadini e i pastori che per motivi sociali ed economici si davano alla macchia fino a intraprendere questo "mestiere" anche per ribellarsi all'usurpatore francese di fine settecento o a quello "piemontese" del 1860 (3).
In ogni caso il brigante nei racconti, nelle cronache degli artisti viaggiatori del "Grand Tour" o nelle leggende popolari viene ad assumere un'immagine romantica e quindi la veste di difensore dei ceti più deboli dai soprusi e ingiustizie del potere. Diviene anche il protagonista di numerose opere d'arte di pittori italiani e stranieri come le acqueforti, stampe e disegni per terracotta di Bartolomeo Pinelli che riproducono immagini delle sue imprese, costumi e modi di vita.
Ritornando al volumetto di Stendhal e scorrendo le colorite e vivaci pagine tra "quegli uomini straordinari che raccolgono allori lungo le strade" (4), lo scrittore descrive le gesta del famoso Maghetto di Rocca Priora, Tommaso Transerici che operava nella "Macchia della Faiola", zona aspra e selvaggia tra il "Maschio d'Ariano o Artemisio" e "Monte Algido". La cronaca nera sul brigantaggio nel Lazio riporta un lungo agghiacciante elenco di omicidi, rapine, assalti ricorrenti in questo luogo impervio, dove tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800 si era stanziata la banda dei briganti della Faiola, capeggiata dal famigerato Gasparone o Gasbarrone, di cui Maghetto era luogotenente (5).
L'appellativo di Maghetto veniva dalla sua spiccata agilità accompagnata da diabolica furberia. Egli nel 1817 capeggiò una bellicosa banda di banditi per un assalto a Villa Rufinella di proprietà del principe Aldobrandini di Frascati, nella quale era ospite Luciano Bonaparte, principe di Canino e fratello di Napoleone, che in quel periodo era comproprietario del Castello di Rocca Priora. I briganti volevano rapire il principe Bonaparte per poi chiedere una forte somma per il riscatto, ma questi riuscì a fuggire attraverso i sotterranei della villa. Altre persone si trovavamo lì al momento dell'assalto: un certo Monsignor Cunio che si salvò dalla cattura fingendo di essere un povero prete trovatosi là per caso e un pittore, Chatillon, al quale toccò purtroppo la diversa sorte di prigioniero. Maghetto infatti, per sua sfortuna, lo scambiò per il principe Bonaparte e lo condusse nel suo covo nei boschi della Faiola. Lì il pittore cominciò a fare il ritratto di ogni brigante solleticando la loro vanità e la voglia di raccontare le non solo gesta criminali ma anche azioni generose nei confronti dei più deboli. In tal modo il pittore riuscì ad essere trattato bene fino al rilascio che avvenne quando Bonaparte pagò per lui un riscatto di ben cinquecento scudi (6).
Ma altre imprese furono in seguito compiute dalla banda capeggiata da Maghetto. Il 10 maggio 1821 il brigante decise di entrare nell'Eremo di Camaldoli per sequestrare qualche frate per poi chiederne il riscatto. Scelse otto frati da portar via ma sulla strada, dopo la località Croci, rilasciò un frate malandato impietosito dalla sua debolezza fisica e ne inviò un altro all'Eremo per chiedere la somma di settemila scudi come riscatto per i confratelli. Maghetto non riuscì ad avere tutta la somma e si dovette accontentare di poche migliaia di scudi raccolti dal Superiore dell'Eremo, Don Sergio Micara, originario di Frascati, mediante una sottoscrizione pubblica (7).
Si narra che il furbo brigante a causa della generosità da lui mostrata con il monsignore durante l'assalto alla villa Rufinella, riuscì a venire a patti con il Governo Pontificio ottenendo buone condizioni ma anche che, attratto dalla nostalgia della vita alla macchia riprese la vita selvaggia dei boschi gettandosi di nuovo nel brigantaggio.
La sua vita pericolosa e spavalda si concluse naturalmente in maniera tragica: fu catturato infatti insieme ad altri briganti dalla milizia pontificia e fu giustiziato.
Le cronache riportano ancora notizie, seppur frammentate, di altri briganti originari di Rocca Priora e operanti sui Monti della Faiola: un certo "Antonello da Rocca Priora" che dopo aver derubato di denaro e gioielli il cardinale Angelotto Palozzi il 12 settembre 1444, fu preso, condannato e impiccato con squarto e un altro "Antonello da Rocca Priora" che sembra essersi ravveduto perché appare come procuratore di Antonio Colonna, Principe di Salerno dal 1463 al 1469 e in un periodo successivo il brigante Peppino Roccapriori di cui parla Dumas nel suo romanzo Il Conte di Monte Cristo che, catturato e condannato ad essere "mazzolato", si salvò in modo misterioso (8).
Il nostro percorso sui sentieri infestati dai briganti si arresta per ora qui, ma potrà riprendere perché numerosi sono gli aneddoti, le curiosità sulla vita e le imprese di altri "uomini straordinari" che raccolsero ancora tanti "allori sulle strade", vie e sentieri di diverse località dei Castelli Romani.

 

Note:

1) Stendhal, ( Marie-Henri Beyle,1783-1842), Passeggiate romane, a cura di A.Caraccio , Ginevra, Slatkine Reprints, 1986,t. III, p.338. Stendhal scrisse anche due racconti ambientati nel mondo del brigantaggio: La Duchessa di Castro e La Duchessa di Paliano;
2) Antoni Maczak, Viaggi e viaggiatori nell'Europa moderna, Roma, Laterza, 1994, p.241;
3)Tra il 1860 e il 1865 il giovane Regno d'Italia dovette fronteggiare ben 350 bande di briganti col ricorso ad arresti di massa, esecuzioni sommarie ed incendi dei villaggi...Nell'agosto del 1863 venne emanata la legge Pica, che contrastando con molte disposizioni costituzionali, colpiva non solo i presunti briganti ma anche i loro parenti e congiunti o semplici sospetti;
4) Stendhal, Passeggiate romane cit, p.358;
5)Antonio Gasperoni o Gasbarrone (1793-1880?)conosciuto come il brigante buono, inflessibile con le spie ma generoso con la sua gente, soprattutto con bambini e anziani, divenne un simbolo della lotta contro le ingiustizie. Fu prigioniero a Castel S.Angelo fino al 1870 e poi ottenuta la grazia quasi ottantenne visse a Trastevere fino alla fine dei suoi giorni passando il tempo a fare la calza;
6)L'episodio viene raccontato dallo scrittore americano Irving Washington(1783 -1859) nel volume Storie di briganti italiani, a cura di Attilio Brilli, Palermo : Sellerio, 1998 e precisamente nel capitolo L'avventura del pittore;
7))Umberto Mariotti Bianchi, Il Lazio e il brigante, in, Insorgenza e brigantaggio nel Lazio dal 16. al 20. secolo / a cura di Luigi Devoti. - Roma : Gruppo Culturale di Roma e del Lazio, 2001 (Palestrina : I.T.L.), p.9-16;
8) Mario Vinci, Briganti a Rocca priora:"Il Maghetto", in Insorgenza e brigantaggio cit., p.378.

______________________________


Si propone una bibliografia sul fenomeno del brigantaggio con manuali e saggi storici storico-politici e con volumi di narrativa che affrontano storie, aneddoti, curiosità relativi alla vita e alle imprese di briganti e brigantesse.
I volumi più recenti sono in commercio, gli altri possono essere consultati in Biblioteca(Tutti sono presenti nel catalogo della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma)

 

Saggi, manuali, diari di viaggio

Basalisco, Sergio
Il brigantaggio. - Padova : RADAR, 1969

Il brigantaggio / scheda storica e scelta dei documenti di Alessandro Piccioni, Firenze, La nuova Italia, 1969

I briganti italiani dell'ottocento, Roma, Editalia,1996

Brilli, Attilio
Un paese di romantici briganti. Gli italiani nell'immaginario del Grand Tour, il Mulino, 2003

Cesari, Cesare
Il brigantaggio e l'opera dell'esercito italiano dal 1860 al 1870 / Cesare Cesa
Ri, Sala Bolognese, A. Forni, stampa 1978.

Colomb, Romain
Journal d'un voyage en Italie et en Suisse pendante l'année 1828, Paris, Verdière, 1833

Costantini, Pio
Silvio Spaventa e la repressione del brigantaggio, Pescara, Attraverso l'Abruzzo,1960

Gelli, Iacopo
Banditi, briganti e brigantesse nell'ottocento, Firenze, Bemporad, 1931

Giovine, Umberto
Il banditismo in Italia nel dopoguerra , Milano, Bompiani,[1974]

Manzoni, Giovanni
Briganti in Romagna 1816-1842, Imola, Galeati, 1974

Molfese, Franco
Storia del brigantaggio dopo l'Unita, Milano, Feltrinelli,1966

Monti, Mario
I briganti italiani, Milano, Giannini, 2005.

Nitti, Francesco S.
Eroi e briganti, Osanna Venosa, 2003

Pennacchia, Giuseppe
L' Italia dei briganti, introduzione di Paolo De Nardis,Roma, Rendina, 1998

Romano, Valentino
Brigantesse. Donne guerrigliere contro la conquista del Sud(1860-1870), Controcorrente, 2007

Ruggiero, Michele,
La storia dei briganti piemontesi(1796-1814), Torino, Piemonte in bancarella, 1983

Scarpino, Salvatore
Il brigantaggio dopo l'unita d'Italia , Milano,Fenice 2000, [1993]

Severino, Gerardo
I finanzieri nella repressione del brigantaggio, 1860-1866 / Gerardo Severino,
Roberto Bartolini, [Roma] ,Museo storico della Guardia di Finanza, [19..]

Una societa violenta : morte pubblica e brigantaggio nell'Italia moderna e c
ontemporanea / a cura di Daniele Angelini e Dino Mengozzi., Manduria [etc.], P. L
acaita, [1996].

Stendhal(Beyle, Henri)
I banditi in Italia, Genova, Il Melangolo, 2004

Romano, Valentino
Brigantesse. Donne guerrigliere contro la conquista del Sud(1860-1870), Controcorrente, 2007

Villari,Rosario
Ribelli e riformatori dal XVI al XVIII, Roma, Editori Riuniri,1979

 

Narrativa. Storie e racconti di briganti e brigantesse
" Una strana atmosfera romanzesca e romantica ancora sprigiona dalle storie dei briganti e dai volumi che le contengono"

Battistelli, Claudia
Il tesoro dei briganti e altre storie. Storie di briganti e racconti di guerra, L'Autore Libri, 2005

Caveney, Philip
Sebastian Dark nella città dei briganti, Piemme, 2008

Corsi, Pietro
Arabesco. Una storia di donne, briganti e cuori infranti, Sovera Editore, 2008

Guccini Francesco, Macchiavelli Loriano
Lo spirito e altri briganti, Mondadori, 2003

Irving, Washington
Storie di briganti italiani, Sellerio, 1989

Maiorino, Tarquinio
Storie e leggende di briganti e brigantesse: sanguinosi nemici dell'unità d'Italia, casale Monferrato, Piemme, 1997

May Margaret, Blake Quintin
La bibliotecaria Rapita, Bibliografica,1985

Moravia Alberto
Cosma e i briganti, Sellerio, 1980

Salgari, Emilio
I briganti del Riff, Mursia, 1992

Sanseverino, Michele
Il covo dei briganti, Lampi di stampa, 2008

Stendhal(Beyle, Henri)
La badessa di Castro, Frassinelli, 2006

 

Stendhal(Beyle, Henri
La Duchessa di Paliano, Mondadori, 1994

Ungerer Toni
I tre briganti, Nord-Sud, 2007
( da 4 anni.- Un classico per bambini, pubblicato nel 1963 nei tascabili Mondadori, in questa nuova edizione ritorna nel formato di albo illustrato)

Per la rubrica Sagre & Profane - Numero 84 settembre 2009