L'avvio del progetto "Biblioteca diffusa" fa entrare concretamente il Consorzio SBCR dentro il vasto e articolato dibattito sugli attuali modelli di biblioteca che sembra appassionare in queste ultime settimane i bibliotecari italiani e che si svolge dentro le liste di discussione professionali (AIB CUR), alimentato da alcune recenti pubblicazioni sul tema - Antonella Agnoli. Le piazze della conoscenza. Biblioteche e liberta. Laterza; Anna Galluzzi. Biblioteche per la città . Carocci editore - nonchè da una nota di Marino Sinibaldi sulla rivista Il Mulino "Che farsene delle boiblioteche? e da un'intervista1 pubblicata sulle pagine di Repubblica all'editore Laterza, curata da Elisabetta Fiore. Ho adoperato l'aggettivo concretamente perchè nel Caso dei Castelli Romani la riflessione sul cambiamento del contesto in cui operano le biblioteche, che va avanti perlomeno da dieci anni, fa tutt'uno con diversi tentativi e sperimentazioni messe in atto nel corso del tempo, di cui la "biblioteca diffusa" è l'ultimo esempio e che hanno in comune l'obiettivo di far uscire la biblioteca pubblica dalla marginalità adattandone il profilo alle nuove modalità di produzione e consumo di cultura, convinti della persistente indispensabilità di tali luoghi deputati alla mediazione della conoscenza, che nel terzo millennio devono trovare nuove forme e modalità di esistenza.
La Redazione di Vivavoce, con questa nota, invita tutti i bibliotecari del Consorzio, nonchè utenti e partner che condividono il progetto di crescita delle biblioteche, ad intervenire su tali argomenti
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1)http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/08/11/la-cultura-snob-fa-male-all-italia.html