Prima di parlare degli appuntamenti del secondo e terzo workshop di Fantasticarte (vedi Vivavoce n.82 pp-12 e 13), ci sembra interessante proporre il commento dell'artista Riccardo Dalisi sul primo laboratorio tenuto al Casale dei Monaci di Ciampino. Angela Casaregola
Nei giorni 4 e 5 aprile, al Casale dei Monaci di Ciampino, si è dato il "la" alla libertà. Quaranta giovani insegnanti (qualcuna un po' meno giovane) erano presenti ed hanno lavorato con l'entusiasmo e la dedizione dei piccoli andando oltre le indicazioni, oltre il "la".
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Cosa c'è di più bello di una carta di caramella? Me ne sono servito per tratteggiare con niente una silhouette. L'ho fatta vedere per un attimo su un foglio di carta che mi trovavo tra le mani ed è cominciato un appassionante, liberissimo comporre con carte colorate di ogni genere.
Il metodo è la partecipazione, niente comunica più della partecipazione. Infatti, quando si vuole spiegare troppo, alla fine non si capisce più niente e viene il mal di testa.
Il secondo giorno ho suggerito di fare un disegno collettivo. A gruppi attorno ad un tavolo ognuno inizia con un disegno e passa il foglio che si completa man mano, attraverso tutti gli altri partecipanti. Con i bambini è forse più difficile; con le donne adulte è stato bello, specialmente quando ho suggerito disegni e tratti puramente geometrici, senza sfumature. Erano tutte contente, quel senso sociale, cooperativo, unitivo, è una dimensione importante. Forse ciò era favorito dall'essere tutte donne. Che non vi sia stata neppure l'ombra di un uomo è un segno (oggi ricorrente) di un profondo bisogno di rinnovamento sociale, culturale, strutturale in cui la donna spontaneamente si mette in gioco. Non mi sembra un caso l'immensa difficoltà che ho incontrato a costruire uno studio paritario con un amico! È stato un disastro. È nata subito una competizione che protratta troppo a lungo, ha determinato una rottura profonda, un'incomprensione senza ritorno. Diversamente si sarebbe potuto costruire un meraviglioso clima creativo.
Comunque va capito meglio il ruolo dei protagonisti dell'agire sociale. L'essere gentili non significa non essere forti. La carta di caramella è gentile, è tenera, è... penetrante. Molte delle partecipanti l'hanno usata (ne ho portate parecchie e bellissime, piccolissime), ma l'hanno usata solo in punti nodali, poi hanno dilagato con carte colorate di ogni genere.
Vi era una sottile atmosfera di follia... come delle "samurai" al femminile. "La via del samurai consiste in questo: incedere come folli accanto alla morte. Una persona che si comporta così non potrà essere uccisa neppure da dieci avversari", si dice ne Il codice del samurai. Incedere come folli non significa "essere" folli. È invece un particolare segno di saggezza.