Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Enogastronomia

Riflessioni enologiche

La valorizzazione di un comprensorio vitivinicolo comporta l'attuazione di alcune specifiche procedure, che di norma mettono in risalto prima il prodotto (vino) e poi (forse) il territorio. Esistono, tuttavia, realtà locali che hanno eccezionalmente operato in maniera opposta rispetto ai canoni usuali, evidenziando innanzitutto il territorio. Gli "addetti ai lavori" sono, però, spesso convinti che vanno impiegati immediatamente determinati parametri tecnici, rivolti al prodotto, perché adattabili ovunque e sempre con risultati positivi.
Tutto questo comporta, ad esempio, l'abbassamento drastico della produzione per ettaro di uva, l'aumento della gradazione alcolica minima del vino, un elevato numero di viti per ettaro per l'impianto di nuovi vigneti. Si dà poi facoltà (in altri casi obbligo) di coltivare vitigni pregiati (autoctoni) o ritenuti tali e si varia così la composizione dell'uvaggio.
La produzione di un certo determinato vino la si può ottenere, spesso, con numerose e alternate combinazioni di vitigni.
Si continua, anche in questi casi a parlare di "tipicità" del prodotto, convinti inoltre, che tale "valorizzazione", migliori in modo certo sia l'aspetto organolettico del vino e sia la qualità di vita del viticoltore, attraverso una più alta remunerazione!
Purtroppo questi "automatismi" sovente non funzionano e in cuor nostro confidiamo che siffatta "valorizzazione" non riguardi i vini dei Castelli, o che almeno il miglioramento qualitativo, commerciale e di immagine non passi "solo" attraverso dogmatici schemi tecnici che, tra l'altro, nella nostra realtà locale sono tutti da verificare.
Produrre vini di pregio è ovviamente importante e non possono essere tralasciate le razionali operazioni colturali, ma secondo noi è basilare, innanzitutto, la "valorizzazione" dell'intero territorio castellano. Bisogna creare poli di attrazione enoturistica-gastronomica-culturale, coordinati con la esistente "Strada dei Vini"; sviluppare il sistema ricettivo (trasporti, parcheggi, alberghi, ristorazione, agriturismo...), migliorare l'immagine (convegni, mostre, conferenze, concorsi, premi nazionali ed internazionali, oculato sistema pubblicitario...) e attuare tante altre operazioni rivolte, lo ripetiamo, prima al territorio e poi al prodotto.
Riguardo ai vini dei Castelli, è opportuno (per non dire "urgente") trovare idonee formule per selezionare, premiare ed incentivare solo i produttori meritevoli. E lasciare con "coraggio" fuori da eventuali aiuti tutti gli altri, tutti quelli che non operano bene e che anzi arrecano danno all'immagine (e non solo).
Sappiamo benissimo che gli interessi in gioco sono molti, le operazioni sono complesse e di medio-lungo termine e che il "coordinamento" non è la nostra principale virtù, ma crediamo che non esistano altre vie per far sì che i nostri vini possano trovare adeguata valutazione ed apprezzamento sui mercati

Per la rubrica Enogastronomia - Numero 85 ottobre 2009