Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

Una campagna-giardino per l’arte contemporanea

La nuova condizione dell'artista oggi si esprime con la volontà di collocarsi a fianco della vita quotidiana, con il considerare degno di essere trattato anche il più "normale" degli avvenimenti della nostra giornata e nel dare dignità e valore estetico a frammenti di materia, brandelli di strutture.
Ci si pone in maniera veloce di fronte alla passata pesantezza della costruzione formale; oppure si reagisce con l'ironia "neo pop" al formalismo kitsch della produzione seriale; si creano collettivi in sintonia con i gruppi rock-punk vivendo la durezza della strada o ancora si coniuga molto sinceramente l'arte interdisciplinare negli assemblaggi polimaterici.
Queste considerazioni, sintoniche con le ultime tendenze dell'arte d'oggi, rimandano immediatamente a scenari urbani caratterizzati da congestione del traffico, da inquinamento e degrado e da difficili rapporti tra le persone; mentre invece, inaspettatamente, nella ondulata campagna veliterna tra basse colline, ci si imbatte in un' inattesa e sorprendente realtà artistica, appena formata, fatta in primo luogo di rapporti di amicizia e di stima e quindi di condivisione di percorsi comuni, nella ricerca di valori fortemente ancorati ad un'arte che esprima anche valori etici e sociali.
Lo spazio d'intervento è la "campagna-giardino" dell'artista-committente Claudio Marini che circonda il suo studio e la sua casa, quasi una naturale prosecuzione delle pareti degli spazi interni che già ospitano opere di molti artisti.
Alcuni esempi ci sono in Italia ed all'estero di modi simili. Si va dall'inserimento di sculture ed installazioni nello spazio a verde di musei e gallerie tradizionali alla realizzazione di opere pensate per uno "specifico spazio" (site specific), prevalentemente all'aperto, realizzate spesso dopo una permanenza dell'artista per permettere la conoscenza dei luoghi, lo scambio di idee con il committente, fino alla produzione di opere che prevedono il coinvolgimento di settori della comunità per la condivisione fin dalle prime fasi di elaborazione dell'opera.
Possiamo riferirci a iniziative già consolidate o in fase di realizzazione come: il Giardino dei Tarocchi a Garavicchio di Niki de Saint Phalle, il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano. La Fattoria Celle a Santomato. Fiumara d'Arte - Parco delle sculture nella vallata tra i Monti Nebrodi e naturalmente la Fondazione Il Campo dell'Arte a Grottaferrata.
L'esperienza avviata a Velletri da Claudio Marini, artista maturo, vicino alle difficoltà delle persone ed alle necessità della società, attento ai profondi cambiamenti in atto nell'arte, appartiene senza dubbio alla categoria dei committenti che chiedono agli artisti coinvolti una disponibilità maggiore nella elaborazione dell'opera per permettere che il Genius loci penetri in profondità e permei l'operazione tutta. Ma si chiede ancora altro, indicato da Marini stesso già da questi primi interventi, che esista o che si instauri un rapporto di profonda stima e amicizia.
Non a caso la prima opera è stata realizzata da Giorgio Galli, amico fraterno da molti anni di Claudio e la seconda da Vincenzo Pennacchi che oltre ai valori indicati vive e lavora nella stessa città.
Due autori e due opere molto diverse accomunate però dal modo di porsi, da come realizzano la loro "astanza" in sintonia con il ready mades duschampiano, ma aderenti al sentimento contemporaneo che accorda la necessità di ridare valore a ciò che viene espulso, alla possibilità del riuso in chiave anche ambientalista.
Galli realizza un albero-nuvola, spumante materia nebulosa incastrata tra possenti travi ferroviari. Sicura metafora della necessità di operare una metamorfosi, una transizione per sognare e rimanere ancorati possentemente alla nostra terra.
Pennacchi invece ci aiuta a ridefinire il nostro rapporto con l'abitazione, spazio della memoria e degli affetti, della emozione e della condivisione, della distanza e del contatto che bene rappresentano la nostra condizione di donne e di uomini pieni di umane contraddizioni.
Naturalmente anche il padrone di casa segna con la sua presenza lo spazio, lo segna con alcune opere distribuite nel giardino antistante la casa e lo studio. Una in particolare, posizionata tra il cancello d'ingresso e le struttura abitative, segna lo spazio in modo significativo, una sorta di barriera, una muraglia dalla quale spuntano aste dai vivaci colori, quasi lance di guerrieri a protezione della casa e dello spazio privato.
Una struttura fortezza, che rimanda alla classicità, ci riporta alla mente una atmosfera antica assimilata profondamente attraverso le opere del nostro basso medioevo e del rinascimento.
L'obiettivo che si è posto Marini è quello di un appuntamento annuale per mostrare altre e nuove opere acquisite e riflettere insieme su questi nuovi inserimenti .
Auguri sinceri a Claudio Marini ed a questa coraggiosa iniziativa perché vada anche oltre le aspettative.

Per la rubrica Arte - Numero 86 novembre 2009