Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Enogastronomia

AZIENDA INNOVAZIONE

Riserva della Cascina

azienda agricola biologica

È ubicata al sedicesimo chilometro dell'Appia Antica nell'area della D.O.C Marino.
Il nome "Riserva della Cascina" deriva dalle antiche mappe catastali del terreno che si propaga all'interno dell'omonimo parco per una superficie di circa 18 ettari, di cui 15 a vigneto allevato a filari. Il paesaggio, immerso tra le rovine della Regina Viarum e i Castelli Romani, è incantevole; il terreno è di origine vulcanica, idoneo alla coltivazione della vite.
La famiglia Brannetti-Vecchi, titolare dell'azienda vitivinicola, si dedica da lungo tempo all'agricoltura e dal 1946 pratica esclusivamente la monocultura viticola, con la continua, costante e determinata ricerca del miglioramento della qualità: reimpianto di selezionati vitigni autoctoni e utilizzo di moderne tecniche di vinificazione, ma sempre nel rispetto della tradizione.
Dal 1994 pratica con pieno successo la coltivazione biologica, sotto il controllo e la certificazione di una Società abilitata, e dal 1998 ha iniziato l'imbottigliamento dei pregiati vini prodotti.
Nel lavoro dei responsabili dell'azienda, nel loro quotidiano prodigarsi per l'ottenimento di prodotti sani, naturali e tradizionali, non è possibile non riscontrare un forte rispetto della terra, dell'ambiente e della salute dell'uomo.
I vini Marino D.O.C. Superiore "Riserva della Cascina" e il Rosso D.O.C. Castelli Romani si fregiano di numerosi e importanti premi, esposti in bella mostra nella Cantina di vinificazione di Ciampino. Ne ricordiamo alcuni: medaglia d'argento al concorso internazionale dei vini biologici "Biobaccus", Oscar qualità-prezzo Gambero rosso e Slow Food, Gran Menzione al concorso Biodivino, per il Bianco doc Marino, e poi diploma di merito e Premio Provincia di Roma, medaglia d'argento al concorso Biodivino e Gran Menzione alla Selezione dei vini del Lazio per il Rosso doc Castelli Romani.
Per la D.O.C. Castelli Romani Rosso 2005, prodotto con uve biologiche, l'I.N.DI.M. (Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica) ha certificato una "Capacità antiossidante del 51% più elevata della stessa misurata per il vino, di uguale vitigno ed annata, da coltivazione convenzionale, utilizzato come parametro di riferimento".
Tra i vitigni coltivati in azienda ricordiamo quelli a bacca bianca: Malvasia del Lazio, Trebbiano, Malvasia di Candia e poi gli autoctoni Bellone, Bombino, Trebbiano Giallo. Tra i vitigni a bacca rossa meritano di essere evidenziati: Sangiovese, Montepulciano e Merlot.
I coniugi Daniela e Giuseppe Brannetti, attuali titolari dell'azienda, rispondono volentieri alle nostre molteplici domande.
Il loro pensiero inerente alle reali problematiche, ma anche alle eventuali ed auspicate positive prospettive dei vini dei Castelli Romani, può essere sintetizzato nel modo che segue.
Per accrescere la qualità dei vini non occorre prevedere l'implementazione di nuovi vitigni, ma necessita far rendere al meglio i validi vitigni locali anche con continue, razionali e piccole sperimentazioni, come ad esempio le microvinificazioni.
Alcune aziende del comprensorio, non numerose ma con una superficie vitata di almeno 10 - 15 ettari, hanno innovato utilizzando anche vitigni internazionali e hanno saputo e potuto aprire positivamente nuovi canali di commercializzazione.
La "tipicità" è, però, per la Riserva della Cascina un dato essenziale e va mantenuta e migliorata. Ogni azienda, tuttavia, ha le sue variabili che sono il risultato del diverso possibile uso sia in numero che in percentuale delle opzioni di uvaggio, riportate nei rispettivi disciplinari. Sarebbe opportuno, in alcuni casi, ridurre la "forchetta" delle percentuali per ottenere prodotti D.O.C. più omogenei (ovviamente non uguali, ma con una più marcata identità).
La "Strada dei Vini" è certamente una iniziativa valida, ma non è sufficientemente finanziata e purtroppo poco conosciuta (o apprezzata?) per le ottime prospettive che potrebbe fornire a tutti i potenziali fruitori. Gli esempi positivi di "altre" Strade già realizzate in alcuni importanti territori viticoli italiani dovrebbero insegnare qualcosa...
Alla nostra provocatoria domanda se "il miglioramento organolettico dei vini dei Castelli Romani può convivere con una migliore qualità di vita del viticoltore", i coniugi titolari della "Riserva della Cascina" ci rispondono d'impulso: "non lo sappiamo! Oggi il comparto tutto della filiera produttiva vitivinicola è molto variabile ed aleatorio; noi quotidianamente ci adoperiamo per ottenere un prodotto di qualità elevata, ma sempre più energie vanno spese nell'adempimento delle procedure burocratiche, che anziché essere semplificate stanno aumentando. Il miglioramento organolettico dei vini è importante, ma anche le operazioni di marketing dovrebbero essere sviluppate e meglio coordinate in tutto il comprensorio vitivinicolo dei Castelli Romani".

Per la rubrica Enogastronomia - Numero 87 dicembre 2009