RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Storia locale

“Quegli uomini straordinari che raccolgono allori lungo le strade” …

Storie sui Briganti nei sentieri dei Castelli Romani

Tra gli uomini straordinari Stendhal nel saggio "I briganti in Italia" annovera il brigante Barbone, alias Stefano d'Annibale (1), famoso per la sua crudeltà e temerarietà, al tempo dello scrittore pensionante esterno o, per altri, custode di Castel Sant'Angelo, dove fu poi recluso per molto tempo. Barbone era nato a Velletri alla fine del Settecento e compì l'apprendistato del suo terribile mestiere fin da giovanissimo ed in coerenza con le sue origini, visto che sua madre Rinalda, l'aveva avuto da una relazione con il brigante Peronti che successivamente l'aveva abbandonata. La sua prima maestra fu la madre, che per vendicarsi del marito insegnò al figlio i primi rudimenti del mestiere. Con questa educazione brigantesca, Barbone non smentì le aspettative della madre riuscendo a costituire una banda che divenne il terrore dei viaggiatori del territorio castellano fino ad arrivare nei dintorni di Tivoli, Palestrina e Poli. Dopo una serie lunga e dolorosa di crimini e misfatti, Barbone pensò di riposarsi e offrì al papa la propria resa a condizione che, come risarcimento, gli fosse concessa un'indennità e un buon numero di assoluzioni. Il Pontefice acconsentì e Barbone, come pegno della sua parola, inviò le insegne della propria autorità. Nel 1818 Barbone fece il suo ingresso"trionfale" nella capitale tra ali di folla accorse per poter vedere da vicino colui che era stato per anni il terrore della città e della campagna romana. Significative sono le parole di Stendhal nel paragrafo che riguarda questo momento della vita del brigante che sintetizzano la sensibilità particolare del popolo romano e più in generale della natura degli italiani e infatti:" ... a Roma si ha sempre una certa indulgenza e perfino interesse per gli assassini; si rivolge solitamente all'omicida quella pietà che si dovrebbe provare per la sua vittima; e spieghi chi può questo strano sentimento! Ma è uno dei tratti caratteristici di quel popolo. Posto di fronte alle figure dell'assassino e dell'assassinato, a commuoverlo sono i pericoli corsi dal primo"(2).Attraverso l'accordo con il papa, Barbone trascorse il resto della su vita a Roma con tranquillità e sicurezza tanto che lo si vedeva spesso passeggiare per le vie della città circondato dagli sguardi di ammirazione dei romani.
La città di Velletri sembra essere il cuore delle imprese brigantesche, perché ha dato i natali anche ad un altro famoso brigante, Cencio Vendetta, ossia Vincenzo Giovan Battista Vendetta, conosciuto come il Brigante della Madonna(3).
Egli nacque il 30 dicembre 1825 a Velletri da una famiglia non agiata ed anzi privazioni e povertà influirono molto sulla sua formazione e sul carattere. La vita ribelle e criminosa del ragazzo iniziò subito ed infatti già a dieci anni rubò ad uno zio alcune tavole: fu denunciato e condannato a due mesi di carcere. Andando avanti negli anni l'attività criminosa di Cencio si consolidò con furti e rapine. Con alcuni complici nel settembre 1852 compì un furto ai danni di un tabaccaio di Genzano, Gaetano Fontana, per duecentottanta scudi. Nell'agosto del 1857 si macchiò di una grave colpa. Un maresciallo delle guardie pontificie, Antonio Generali, si era messo sulle sue tracce e andava dicendo che non appena avesse incontrato il brigante lo avrebbe ucciso a bruciapelo. Cencio raccolse la sfida e la sera del 28 agosto 1857 si presentò davanti a lui e lo accoltellò. Naturalmente si diede subito alla macchia, ma, dopo alcuni lunghi mesi di stenti e privazioni, stanco di essere braccato dall'esercito, fece circolare la voce che si era recato all'estero. In realtà si nascondeva nelle campagne di Genzano dove ebbe tutto il tempo di organizzare il suo colpo più ardito e temerario. Nella notte tra il 25 e il 26 marzo del 1858, qualche giorno prima di Pasqua, rubò il quadro prezioso e antico della Madonna delle Grazie e il tesoro custodito nella cattedrale di San Clemente a Velletri. Cencio poi fece pervenire una lettera allo stimato arciprete della Chiesa di San Salvatore, monsignor Ronci, per comunicare al clero l'avvenuto furto degli oggetti sacri chiedendo per la restituzione di poter incontrare il delegato apostolico mons. Luigi Giordani. L'intenzione del Brigante era quella di iniziare una trattativa per la restituzione della refurtiva in cambio del perdono da parte delle autorità(4). La cosa però non era facile e dopo un lungo periodo, Cencio restituì il quadro e il tesoro che furono riportati nella Cattedrale con una solenne processione. Il brigante fu invitato a costituirsi alla giustizia per affrontare il processo e solo dopo avrebbe ottenuto un provvedimento di clemenza. Cencio minacciò di darsi alla latitanza ma fu subito arrestato con un espediente dalle guardie. Il suo processo iniziò il 6 maggio 1858 e durò per un anno, prima a Velletri e poi a Roma. Non ebbe nessuna clemenza e la mattina del 29 ottobre 1859 fu ghigliottinato nella Piazza del Trivio a Velletri, alla presenza di tutta la popolazione di Velletri : sul palco c'era anche il famoso boia Mastro Titta ormai ottantenne(5).
Rimase nel ricordo della gente l'impresa del furto e poi della restituzione degli oggetti sacri e per questo gli venne dato l'appellativo di Brigante della Madonna, creando così la leggenda di un eroe generoso e tragico(6).

 


Bibliografia

  1. Stendhal, ( Marie-Henri Beyle,1783-1842), I briganti in Italia, Genova, Il Melangolo, 2004,p.47-49;
  2. Colagiovanni M, Il Sangue della redenzione. Rivista semestrale dei Missionari del Preziosissimo Sangue, Anno IV, n.2, Luglio-dicembre 2006, Roma, Sanguis Editrice, , p.95;
  3. Stendhal, I Briganti in Italia, cit.p. 49;
  4. Mammucari, Renato, I briganti. Storia, Arte, letteratura, Immaginario, Città di Castello, Edimond, 2000, p.238;
  5. Ponzo, Giovanni, Cencio Vendetta. Il brigante della Madonna. Storia di un Uomo, di una Famiglia e di una Città, Velletri, 1992;
  6. Mammucari, Renato, I briganti. Storia, Arte, letteratura, Immaginario, cit.. p.262-265;
  7. A questa temeraria impresa sono state dedicate da parte dei cittadini di Velletri rappresentazioni teatrali e canzoni, la più conosciuta è 'O stazzo, che ne ripropone la storia accompagnata da passi di danza.

 


I Briganti nel cinema
Intorno agli anni settanta del secolo scorso ci fu nell'ambito cinematografico un fiorire di film dedicati alle gesta e alla vita di briganti o di film storici in cui la figura del brigante non mancava mai. Il fenomeno fu talmente evidente che Ennio Flaiano con una delle sue definizioni folgoranti chiamò"Southterns" i film che nel dopoguerra venivano girati sull'argomento, riferendosi proprio alle pellicole americane ambientate nel far west. In effetti, si diceva da più parti che alcune zone italiane nell'epoca del brigantaggio erano diventate come il far west, terre di nessuno, terre di frontiera dove si combatteva contro i soprusi e la miseria e si lottava per la sopravvivenza contro gli invasori che di volta in volta occupavano il sud.
Si propone di seguito una selezione di film in ordine cronologico con breve abstract, alcuni, i più recenti, sono presenti sul mercato,altri possono essere reperiti presso centri di documentazione cinematografica come la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Il brigante Musolino, 1950, di Steno con Amedeo Nazzari e Silvana Mangano;
Giovane carbonaio calabrese ama riamato la bella Mara. Condannato per un delitto non commesso, evade e si dà alla macchia. Fino al 1950 la storia di Beppe Musolino non era mai stata portata sullo schermo per l'assonanza del nome con quello del duce.

Donne e briganti, 1950, di Mario Soldati con Amedeo Nazzari e Paolo Stoppa.
Alla fine del Settecento nel Regno di Napoli le bande armate di Fra Diavolo attaccano l'esercito francese. Il re Ferdinando IV apprezza il fuorilegge e lo nomina colonnello. Soldati, scrittore e cineasta dalle molteplici risorse, offre a Nazzari l'occasione di rimettere a lucido la sua sorridente baldanza nella parte del celeberrimo Fra' Diavolo. Stringato, elegante.

Il brigante di Tacca del Lupo, 1952, di Pietro Germi con Amedeo Nazzari, Cosetta Greco;
1863: i bersaglieri del capitano Giordani devono liberare una zona della Lucania dai briganti di Raffa Raffa, fedeli ai Borboni. Il capitano è per i metodi spicci, il commissario Siceli predilige l'astuzia. Da un racconto di Riccardo Bacchelli, sceneggiato dal regista con F. Fellini,il film è un western militare di robusto impianto dove la contrapposizione complementare tra A. Nazzari/soldato blu nordista e il commissario sudista e volpone è da sola una piccola lezione di storia. Sono abbastanza crude ed eloquenti alcune immagini, ad esempio quelle del saccheggio di Melfi, e le sequenze di battaglia in generale

I briganti Italiani,1961, di Mario Camerini con Vittorio Gassman e Philippe Leroy. Sante Carbone, brigante napoletano al servizio del Re Ferdinando II, viene abbandonato a se stesso quando le truppe piemontesi compiono l'unita'd'Italia. Sconfitto il Regno delle Due Sicilie, Carbone è deciso a consegnarsi ai piemontesi, ma i nobili del luogo vogliono evitare che l'uomo riveli particolari compromettenti...

Salvatore Giuliano, 1961, di Francesco Rosi, con Frank Wolf e Salvo Randone.
Il famoso bandito del movimento separatista siciliano.Compie azioni criminose contro uomini dello Stato e diventa inconsapevolmente uno strumento della Mafia...
Una ricostruzione fedele delle imprese del bandito, ambientate nei luoghi dove sono avvenute, il suo paese di nascita, il tragico episodio di Portella della Ginestra.

O' Re di Luigi Magni con Giancarlo Giannini e Ornella Muti;
Il Re Francesco II di Borbone, soprannominato Franceschiello per la sua inettitudine, e la sua bella moglie Maria Sofia, insieme al fedele servitore Rafele, si trovano in esilio a Roma. Qui la ex regina per riconquistare il trono, cerca di organizzare un esercito con a capo il Generale Coviello e l'affascinante avventuriero spagnolo Don Josè. I due radunano le rimanenti truppe dell'esercito borboniche e le molte bande di briganti che operavano nei territori del sud della penisola.

Briganti. Amore e libertà, 1993, di Marco Modugno, con Claudio Amendola e Monica Bellucci;
Si narra la storia di due fanciulli uniti dal destino, Giovanni e Costanza. Lei è figlia di un barone, lui figlio di un brigante. I due fanciulli crescono insieme e fra loro si crea una forte amicizia, che cresce fino a diventare amore. Vengono scoperti: Giovanni viene cacciato di casa, mentre lei viene rinchiusa in un monastero. Scoppia la guerra e Costanza torna a casa, ormai fatiscente, cadente. Il suo cuore è sempre legato a Giovanni che nel frattempo si era arruolato con l'esercito borbonico, e dopo alcune vicende era entrato in un gruppo di ribelli briganti, che sfuggivano alle rappresaglie dei garibaldini. Saputo che Costanza è uscita dal monastero torna a cercarla...
Ferdinando e Carolina, 1998 di Lina Wertmuller, con Mario Scaccia, Sergio Assisi, Gabriella Pession
1825. Napoli. Ferdinando I di Borbone sta per morire, ma i fantasmi del passato non lo abbandonano. Oltre a momenti positivi come un'infanzia e un'adolescenza prive di preoccupazioni e il matrimonio d'amore con Maria Carolina D?Asburgo, riemergono da passato episodi di intrighi, complotti, guerre, accordi con briganti e masnadieri.

Li chiamarono...briganti,1999, di Pasquale Squitieri, con Claudia Cardinale, Enrico Lo Verso, Giorgio Albertazzi.
Squitieri propone una romanzesca versione del 'dopo-Garibaldi' in cui un ex camicia rossa torna nel proprio paese e assiste alle vessazioni compiute dal governo sabaudo. Si dà alla macchia, diventando il capo di una banda di briganti, col nome di Carmine Crocco per ricostituire il dominio borbonico ma si scontra con il generale Cialdini che si allea con la mafia e reprime il tentativo.

La Carbonara, 1999,di Luigi Magni, con Claudio Amendola, Valerio Mastandrea, Lucrezia Lante della Rovere.
Ai tempi del Gran Tour e della Partita dei Sogni (nel 1825), sul confine Nord degli Stati della Chiesa. Una stazione di posta, con cambio di cavalli, ai piedi di un antico borgo, arroccato intorno a un Castello baronale. Annessa alla stazione, una locanda con Osteria, all'insegna de La Carbonara. La bella proprietaria è chiamata, per estensione, La Carbonara, ma è"Carbonara di Spaghetti", specialità della casa. Nella campagna circostante, briganti e Gendarmi si spartiscono il territorio..

Tiffany e i tre briganti, 2008, film di animazione tratto dal racconto "I tre briganti" di Toni Ungerer.
Un bosco scuro scuro, una carrozza che corre nella notte portando una bambina addormentata, tre briganti appostati nell'ombra... Che ne sarà della piccola Tiffany? Sono davvero così cattivi quei tre briganti, oppure...

 


I briganti nella "rete"

Il fenomeno del brigantaggio affascina e appassiona da sempre gli storici, gli studiosi e quanti si interessano di storia locale. Da qualche tempo però, forse in previsione della ricorrenza dei 150 anni dell'Unità d'Italia, l'interesse per questo fenomeno dagli addetti ai lavori sembra essersi allargato fino a coprire più settori della società e infatti si organizzano convegni, incontri, feste popolari, rivisitazioni storiche e rappresentazioni teatrali di vita e imprese brigantesche. Nel mondo di internet si assiste ad un proliferare di siti creati da associazioni culturali e di storia locale, di gruppi musicali e folcloristici fino a movimenti politici che vogliono divulgare la storia del brigantaggio o ispirarsi alle gesta dei briganti.
Si indicano di seguito i siti web più rappresentativi:

 

  • www.brigantaggio.com, notizie, fonti, attività sulla storia del brigantaggio in Basilicata;
  • www.brigantaggio.net, storie, racconti e leggende dei briganti della provincia di Benevento,
  • www.settimanadeibriganti.it, sito dell'Associazione "Settimana dei briganti-l'altra storia", della provincia di Brindisi;
  • http://partitodelsud.bolgspot.com,blog del Partito del Sud coord.Emilia Romagna;
  • www.brigantisullastrada.org, sito dell'associazione che organizza raduni e feste giovanili dedicati ai briganti come il Three Days Like Briganti ;
  • www.legittimobrigantaggio.it, gruppo di ispirazione Folk e Combat Folk della musica popolare del basso Lazio ed in particolare dei Monti Lepini;
  • www.brigantidifrontiera.it, sito di un gruppo di ricerca sulle tradizioni popolari della provincia di Latina; il nome caratterizza il territorio di provenienza che, al confine tra il Regno Borbonico e lo Stato Pontificio, era chiamato terra di nessuno, dove appunto i briganti trovavano rifugio.

 


Storie di briganti


" Una strana atmosfera romanzesca e romantica ancora sprigiona dalle storie dei briganti e dai volumi che le contengono"

Guccini Francesco, Macchiavelli Loriano
Lo spirito e altri briganti, Mondadori, 2003

Lindgren, Astrid
Ronja. La figlia del Brigante. Mondadori, 1999

Moravia, Alberto
Cosma e i briganti, Sellerio, 2002

Salgari, Emilio
I briganti del Riff, Mursia, 1992

Sanseverino, Michele
Il covo dei briganti, Lampi di stampa, 2008

Stendhal(Beyle, Henri)
La badessa di Castro, Marco Valerio, 2009

Ungerer Toni
I tre briganti, Nord-Sud, 2007
( da 4 anni.- Un classico per bambini, pubblicato nel 1963 nei tascabili Mondadori, in questa nuova edizione ritorna nel formato di albo illustrato)

 

Per la rubrica Storia locale - Numero 89 marzo 2010