Monica ci accoglie in un grazioso villino della nuova Albano dove gustiamo un tè impreziosito-neanche a sottolinearlo- dalle tazze dipinte a mano in cui è versato. Tutti gli oggetti intorno parlano dell'attività di questa ceramista esordiente ai Castelli Romani.
D. Cosa ti ha spinto ad intraprendere un percorso di questo genere?
Intanto la curiosità nei confronti della materia e le applicazioni che essa permette. Decorare la ceramica, per esempio, è differente dal dipingere su altri materiali: la costruzione mentale del prodotto finito spesso non rispecchia il risultato effettivo, perché la cottura, la temperatura esterna ed interna ai forni, la percentuale di argilla pura in quella impiegata produce risultati diversi, variabili e mai definibili a priori. A volte può persino succedere che il prodotto sia migliore rispetto all'attesa che avevamo, e comunque è sempre diverso da ciò che l'artista immagina. Questo margine di incertezza e di variabilità dà un valore aggiunto all'arte della ceramica, la rende attraente, misteriosa, almeno per quelle persone che amano una certa dose di rischio e rifuggono dalle certezze.
D. Sei stata più formata dalla scuola o dall'esperienza pratica?
Sicuramente la gran parte delle conoscenze acquisite, utili nell'esperienza lavorativa, sono venute dalla bottega di Deruta dove ho lavorato negli anni universitari, accolta fra gli allievi di un maestro locale per approfondire competenze e tecniche di manualità . È l'esperienza pratica che mi ha permesso di affinare le tecniche e di spendere la teoria imparata a scuola.
D. A proposito di affinamento di tecniche: ho notato che, partendo da decorazioni più tradizionali (ad esempio quelle floreali o geometriche del fiorentino), sei arrivata ad un uso molto più personale della decorazione e dei colori. Come è avvenuto questo processo?
La conoscenza della tradizione ceramica del centro Italia è stata un punto di partenza, un modello cui ispirarmi all'inizio della mia attività . Nel momento in cui mi sono sentita più padrona della materia ho potuto sperimentare dei percorsi autonomi, con un uso più disinibito delle tecniche artistiche. Ciò ha contribuito alla mia maturazione stilistica, coincidente con la presentazione di prodotti sempre più personali, non seguendo mode ma, al contrario, proponendo da creativa un gusto personale, che magari faccia tendenza.
D. Il rapporto fra l'artista e la propria opera: è conflittuale la separazione dalla creazione?
No, perché la filosofia che sta dietro l'artigianato artistico è quella di non creare un unico prodotto esclusivo, paragonabile all'opera d'arte, ma, un po' com'era per l'Art Nouveau, aggiungere l'estetica ad un prodotto commerciale, creare intere collezioni, che diventino di uso quotidiano per chi le sceglie, fruibili e belle al tempo stesso.
D. Veniamo al rapporto col territorio in cui lavori: pensi manchi qualcosa ai Castelli Romani per stimolare e veicolare la creatività ?
Manca moltissimo, non è affatto facile aprire un laboratorio artistico-artigianale quando non hai né associazioni che tutelino la categoria, né organizzazioni disposte a pubblicizzare l'attività , né un ente comunale, provinciale o regionale disposto ad investire su giovani talenti, neanche quando un'azienda creativa è in crescita con il fatturato, e darebbe, quindi, un ritorno economico nonché di prestigio e visibilità al territorio stesso. La filiera di promozione e di distribuzione è gestita invece in modo permanente e validamente al di fuori dei Castelli Romani, quindi con una ricaduta solo parziale sul territorio di appartenenza. Per fortuna non è dappertutto così: alcune regioni del nord Italia finanziano in parte le aziende in crescita, ma qui, purtroppo, si è lontanti dall'adottare questa politica di gestione.
D. Tenuto conto delle difficoltà economiche appena esposte, cosa consiglieresti, allora, ad un giovane che volesse cimentarsi in un'esperienza lavorativa simile alla tua?
Intanto di acquisire una solida base tecnica in una scuola e in una bottega o laboratorio artigianale. Le inclinazioni artistiche non bastano. Purtroppo spesso non è sufficiente, nella società attuale, neanche la preparazione tecnica. Artigiani ed artisti che posseggono un bagaglio culturale altissimo e notevoli abilità tecniche non possono vivere del proprio lavoro se non acquisiscono spirito manageriale, capacità di gestirsi e proporsi nel territorio in cui si opera e fuori. Anche e soprattutto questo si richiede oggi all'artigiano-artista: essere imprenditore di se stesso.
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Note biografiche
Monica Mariotti nasce a Roma nel 1969; frequenta nella capitale l'Istituto d'Arte, poi si trasferisce a Perugia dove si laurea in Lettere facendo contemporaneamente esperienza, a Deruta, dell'artigianato artistico nella bottega di un maestro locale. Dal 1997 vive e lavora ad Albano Laziale: dopo qualche anno di insegnamento apre un'azienda di design ceramico dedicandosi completamente alla libera professione.
E-mail: momaceramica@alice.it
Ha partecipato agli spazi offerti da Sabopiù del Creative Store: saloni della tendenza e del design ad Arezzo-Palazzo dei Congressi (2007-2008), presentando progetti e manufatti.