Incontro Elisabetta nella sua accogliente casa di campagna in un sabato pomeriggio riscaldato da un tiepido sole primaverile. Ad accogliermi al mio arrivo ci sono due simpaticissimi cani e tre paciosissimi gatti che sembrano usciti da uno dei suoi fumetti...
D: Quando è nata la passione per il disegno?
R: Praticamente ce l'ho da sempre...da quando sono stata in grado di impugnare una matita! In seguito, quando già frequentavo le scuole superiori, ho seguito un corso di sceneggiatura organizzato da un negozio di fumetti di Albano. Lì, per la prima volta, ho incontrato delle persone che condividevano i miei stessi interessi, abbiamo costituito un bel gruppo, siamo andati avanti insieme, e poi ognuno ha fatto carriera nel settore in rami differenti.
D: Dalla passione, poi, sei passata alla professione...
R: Sì, finito il liceo mi sono iscritta ad una scuola di fumetto mentre facevo l'università ; nel frattempo ho cominciato a lavorare per una piccola casa editrice dei Castelli Romani che pubblicava coloring per bambini. Qui ho imparato a inchiostrare e a disegnare, anche se in maniera ancora abbastanza rudimentale. In seguito ho collaborato con l'Eura Editoriale per cui realizzavo delle mini storie a fumetti, e infine, a 22 anni, ho vinto un concorso e sono entrata in Disney.
D: E ti sei trasferita a Milano...
R: Sì, mi sono trasferita a Milano per frequentare un corso intensivo di 7 mesi. Terminato il periodo di formazione ho cominciato a lavorare internamente e, dopo un anno, a collaborare con loro come professionista.
D: Cosa ti ha spinto a scegliere proprio la Disney?
R: Ognuno di noi ha un particolare modo di disegnare, io avevo un segno morbido che mi avvicinava molto allo stile Disney, inoltre sono cresciuta con i loro film, l'universo disneyano lo conoscevo bene, mi piaceva. In Disney si possono prendere due diversi tipi di specializzazione: sugli standard characters (topolino, paperino ecc..) oppure sui personaggi classici (quelli dei film di animazione); io ho scelto di approfondire i classici, quindi lavoro soprattutto sui film. Attualmente sto lavorando su Tangled, il film ispirato alla fiaba di Raperonzolo che uscirà a Natale 2010.
D: Dopo quest'esperienza a Milano però hai deciso di tornare ai Castelli Romani..
R: Sì, dopo quattro anni che lavoravo a Milano ho deciso di tornare qui per evidenti incompatibilità con l'ambiente milanese e, soprattutto, perché ormai il lavoro era avviato, quindi non avevo necessità di rimanere.
D: Dunque una delle caratteristiche del tuo lavoro è che non hai l'esigenza di essere in un luogo specifico per svolgerlo?
R: No, assolutamente no. Quando ho cominciato era più difficile, ma adesso è possibile grazie ad internet e alla linea ADSL. Attualmente lavoro da casa, scansiono le tavole e le mando in visione per approvazione, poi, in alcuni casi, mando via gli originali per la china, in altri, scansiono le matite, le mando alla mia inchiostratrice, lei stampa su dei fogli particolari ed inchiostra direttamente la stampa. La Disney poi recupera le tavole originali alla fine del lavoro.
D: Parliamo un po' del rapporto con il territorio. Tu hai cominciato ai Castelli Romani e poi hai scelto di tornare a viverci. Qual è il tuo legame con il territorio? cosa ti ha dato dal punto di vista professionale e quali sono state, invece, le carenze che hai riscontrato?
R: Beh, ho cominciato qui...quando ero ragazzina ho seguito un corso di disegno tenuto da Antoine Cesaroni, è stato lui che mi ha insegnato a disegnare e a dipingere, per il resto, purtroppo, non ho avuto un grande rapporto con il territorio. Dubito fortemente che ai Castelli Romani qualcuno sappia che in zona c'è una disegnatrice Disney...e non sono neanche l'unica perché a Velletri ci sono altri due disegnatori eccezionali, uno lavora per la Disney e per la Francia e l'altro, invece, collabora con la Bonelli. Anche a Frascati e a Marino ci sono degli artisti eccezionali. Insomma siamo in tanti però i Comuni non ci richiedono mai nulla, non si interessano molto a noi....a fatica siamo riusciti a realizzare una mostra poco tempo fa.
D: Il gruppo con cui hai iniziato qui invece continua ad essere fonte di ispirazione, di confronto?
R: Assolutamente sì, noi ci vediamo continuamente, anche adesso a distanza di anni. Come ho già detto ognuno ha scelto le sue specializzazioni: Roberto (Recchioni, N.d.C.) è diventato uno sceneggiatore famoso, Mauro (Uzzeo, N.d.C.) lavora nell'animazione, però tutti siamo rimasti in qualche modo nell'ambiente, e soprattutto continuiamo a vederci e a confrontarci.
D: Quindi si può dire che da un certo punto di vista, quello umano, il territorio ti ha dato molto, lo stesso, invece, non è avvenuto a livello istituzionale...
R: Sì, il riconoscimento istituzionale è assolutamente inesistente. Qui ai Castelli ci sono delle persone eccezionali, dei professionisti che non sono assolutamente conosciuti, o meglio, sono conosciuti a livello nazionale e qui passano inosservati. Questo penso sia dovuto al fatto che il fumetto viene ancora visto come una cosa per bambini quindi pur trattandosi di una forma d'arte non viene riconosciuta come tale. Ad esempio vedo che qui organizzano moltissime mostre di quadri, anche a livello amatoriale, noi invece siamo tutti professionisti, ma raramente ci viene chiesto di esporre.
D: Prima appassionata, poi professionista, ultimamente sei diventata anche insegnante, vuoi parlarci di questa esperienza?
R: Attualmente tengo degli stage alla Scuola Romana dei Fumetti. All'inizio ero un po' nervosa perché, a parte una breve esperienza a Genzano all'interno di un corso per disegno in 3D, non avevo mai insegnato. È una bellissima esperienza, ed è utile sopratutto per chi insegna perché si riscoprono cose che col tempo si tende a dare per scontate. Poi c'è anche il rapporto con i ragazzi: vederli contenti, che imparano, che capiscono è una vera soddisfazione, e in base ai loro progressi puoi scoprire quando hai insegnato bene.
D: Che consiglio daresti ad un ragazzo che desidera fare il tuo lavoro?
R: Bisogna spostarsi. Andare, cercare, vedere...magari poi tornare, come ho fatto io, però muoversi, soprattutto se si è ancora giovani. Le doti di un disegnatore cominciano a vedersi intorno ai 21 anni, a quell'età sei come una spugna, poi, mano a mano che vai avanti con gli anni il tuo stile si "calcifica" e impari molto meno. Quindi chi ha l'opportunità di viaggiare o di fare degli stage deve farlo assolutamente, tanto per rimanere fermi a un tavolo c'è sempre tempo.
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Elisabetta Melaranci
Nata a Roma, classe 1977. Nel 1995 si è iscritta alla Scuola Internazionale di Comics e, dal 1997, ha iniziato a collaborare con piccole case editrici per le quali realizzava prodotti per bambini.
In seguito ha lavorato per l'EURA editoriale alla realizzazione di alcuni episodi per la miniserie "Napoli Ground Zero".
Nel 2000 è stata ammessa all'Accademia Disney per cui, dopo 7 mesi di corso, ha iniziato a lavorare in maniera continuativa.
Nel corso di questi anni ha realizzato per la Disney molte storie a fumetti, illustrazioni e manifesti pubblicitari.
È specializzata per lo più in personaggi classici (quelli dei film d'animazione, da Biancaneve fino ai più recenti) e nelle properties del TV Animation (Kim Possible, Lloyd in Space, Teamo Supremo.....).
Ha partecipato alla realizzazione di molte graphic novels, one shot e coloring (Monster Inc, Home on the range, Lilo & Stich, Treasure Planet, Brother Bear, Chicken Little e altri).
Collabora inoltre con diversi mensili Disney tra cui "Principesse","W.I.T.C.H.", "Fairies", "PP8", "Disney Channel Magazine"