Credo che le biblioteche dei Castelli Romani abbiano tutte le carte in regola per onorare degnamente il WBC italiano, non solo con la mole delle iniziative legate al libro e alla lettura che si vanno a sommare a quelle di Roma e Torino (spettacoli, dibattiti, incontri con autori, concerti e letture), ma anche con una specificità in più: sul territorio dei Castelli Romani si è avviato un interessante percorso volto a riprogettare lo sviluppo locale facendo leva sulla cultura. Sono state le biblioteche a sfidare amministratori, politici, associazioni e imprese, centri di ricerca e istituti di formazione sul terreno, tutto da sperimentare, dell' “economia della conoscenza”.
La consolidata esperienza di rete maturata dalle biblioteche, le modalità con le quali esse hanno imparato negli anni a cooperare, a valorizzare competenze, a documentare e far conoscere il territorio, ad attivare economie di scala, tutto ciò le biblioteche hanno messo a disposizione degli altri attori locali, siano essi dirigenti e operatori regionali, provinciali e comunali, policy makers, soggetti socioeconomici, e hanno loro proposto di lavorare insieme per arrivare a definire un piano strategico di sviluppo locale basato sulla cultura con la modalità del Laboratorio permanente. Si tratta di un percorso che sta tutto dentro ad una nuovo modo di guardare al rapporto tra cultura ed economia e che, nell'anno in cui Torino è capitale del libro insieme a Roma, conoscerà le tappe più importanti e significative.
Una per tutte, particolarmente impegnativa per il Consorzio SBCR è l'attivazione e il coordinamento del laboratorio permanente, che mette a discutere su più tavoli, attorno a tematiche settoriali e trasversali identificate, tutti i soggetti locali interessati a partecipare e a condividere l'elaborazione del piano. In tal modo, secondo logiche bottom up, il territorio assume le caratteristiche del territorio che forma ( learning region ) dove la funzione della conoscenza, della memoria, dei saperi è l'elemento centrale, il collante delle reti e delle relazioni che il territorio stesso produce e valorizza mentre disegna il suo distretto.
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Primo piano
- Numero 51 aprile 2006