Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Pepite

Stefano Pavan torna con BreakRadio

Intervista

Sospeso tra la vita e la morte, Matteo (detto Jack) torna a vivere nel nuovo libro di Stefano Pavan dal titolo BreakRadio che verrà presentato dall'autore a dicembre, edito da Round Robin Editrice.
Annuncia il suo ritorno una nuova edizione del primo romanzo, Jackroad, che proprio in questi giorni torna in libreria con l'aggiunta di tre capitoli. Rivisitata ed attualizzata, dopo cinque anni dalla prima pubblicazione, questa edizione traghetta il lettore in una nuova storia, quella di Break, dall'intreccio decisamente più elaborato e denso di spunti di riflessione che rimandano ai grandi temi sociali, e non solo, della nostra epoca.


D.Come nasce BreakRadio?
R. Da uno spunto involontario che ho ritrovato proprio nel mio primo libro. Se ricordate la storia finiva con il personaggio principale vittima di un incidente senza verdetto: sarà morto? Sarà vivo?
A quel tempo la scelta di un finale - non finale non era stata dettata dall'idea di un seguito, piuttosto dall'idea di non interrompere quel viaggio di ribellione al condizionamento mediatico che Jack aveva percorso fino a quel momento. Così lasciavo spazio ad una speranza di cambiamento piuttosto che ad una resa incondizionata al tutto già definito e impacchettato dell'attuale mondo della comunicazione.


Cosa cambia rispetto al tuo primo libro?
Sicuramente l'intreccio che è molto più elaborato. Lo stile rimane invariato, ma con un approfondimento delle tematiche che toccano sfere sociali e dimensioni personali piuttosto delicate e, per taluni aspetti, scottanti.

C'è un argomento principale?
Più che di argomento principale parlerei di tema di fondo. Un tema delicato che svela inquietanti aspetti relativi allo smaltimento delle scorie radioattive e che spesso rimane sommerso dall'intreccio elaborato, che porta il lettore a distrarsi tra le vicende di intriganti personaggi come Consuelo, che dietro i panni della laureanda in storia delle religioni cela una vita sommersa da escort o come Tommaso, che in seguito ad una delusione d'amore, ma anche spinto dal piacere della conoscenza, arriva fino in India entrando in contatto con mondi che mai avrebbe sognato di vedere se tutto fosse andato secondo i piani (ad esempio se la compagna gli fosse rimasta fedele ).
Insomma un po' come la vita, che nel suo dispiegarsi non segue un ordine preciso, ma ci fa approdare in porti impensati proponendoci storie nella quali mai avremmo pensato di essere protagonisti.

Il titolo BreakRadio è ancora una volta legato al mondo della comunicazione?
Decisamente sì. Break, infatti, è uno speaker pirata che irrompe nelle trasmissioni dando notizie improvvise, senza controllo, relative alle scorie radioattive ed al loro smaltimento.

Al di là dell'intreccio elaborato, mi sembra che un elemento è rimasto invariato rispetto al tuo primo libro, ovvero l'idea del viaggio. I tuoi libri appaiono molto dinamici e utilizzano uno spazio illimitato nel mondo, sbaglio?
Assolutamente no. Il viaggio è sempre presente, sia pur in diverse forme e interpretazioni. Del resto il viaggio è una costante anche nella mia vita. Ho iniziato a viaggiare fin da ragazzo ed i miei libri nascono proprio da questa passione.

In che senso?
Nel corso dei miei viaggi - in Francia, in Marocco, negli Stati Uniti, in India - ho sempre portato con me un taccuino nel quale annotavo le mie sensazioni, le mie riflessioni, le mie impressioni e descrizioni dei luoghi visitati. Insomma un mucchio di materiale che una mattina all'improvviso è cominciato a diventare un racconto. Il mio primo libro nasce proprio così : un giorno mi sveglio e per gioco, sfogliando i miei appunti, mi è venuto in mente di scrivere una storia. Doveva essere un racconto breve e invece in poche ore avevo già scritto 50 pagine!

So che prima di essere scrittore sei cantautore: anche per scrivere i testi delle canzoni utilizzi i tuoi taccuini?
In parte sì, anche se, soprattutto nei miei primi brani, ho preso spunti dai romanzi di Jack Kerouac, ovvero da quella letteratura beat che esalta il viaggio alla scoperta di se stessi percorrendo le vie del mondo, vivendo sulla strada.

Sia pur in embrione ed in tempi non sospetti, in te il legame musica - letteratura è stato sempre presente?
Direi di sì, ma quasi sempre in modo involontario e naturale. La mia passione per la letteratura, sia italiana che straniera, mi ha portato sempre a leggere molto ed inevitabilmente quanto incameravo riaffiorava nel momento in cui attraverso le canzoni avevo deciso di dire qualcosa.
In un certo senso anche i miei dischi sono dei racconti, perché anche se è vero che ogni pezzo ha un suono ed un'anima diversa, ogni CD lo immagino come fosse un film, con tante sequenze - i brani - legate tra loro.

Quando non scrivi libri e canzoni cosa fai?
La mia occupazione quotidiana mi vede in contatto con i giovani, attualmente infatti sono un insegnante di un centro di formazione professionale.

Com'è il rapporto con loro? Favorito dal fatto che fai musica? Loro la adorano!
Favorito non direi. Certo che questo suscita in loro curiosità, ma ciò non deve sbilanciare i rapporti. L'unica cosa che mi sta a cuore dire è che con loro bisogna essere veri, non fingere. Loro cercano l'autenticità.

Mi sembra di capire che conosci bene il mondo dei giovani. Mi viene allora in mente una domanda legata anche alla tua arte musicale : cosa pensi del successo cui tanti ragazzi anelano pubblicando brani e facendosi conoscere attraverso i social network?
La prima cosa che mi viene in mente è la definizione che Pasolini dava del successo : "l'altra faccia della violenza". Con questo non voglio dire che il successo fa male all'arte, ma che ogni persona che si occupa di arte non deve tradire, in nome del successo, ciò in cui crede . Fare scrittura o musica è rischiare con se stessi, è metterci la faccia e lo si può fare solo se tutto viene da dentro, dalla nostra anima.
Credo che questo sia valido oggi così come lo era ieri: le cose non sono cambiate, sono cambiate solo le modalità!

 


BIOGRAFIA

Stefano Pavan (Roma 15 agosto 1967) è un cantautore, compositore, arrangiatore e scrittore e vive nei Castelli Romani.
Giovanissimo, appassionato di letteratura e della "beat generation" ha girovagato per le regioni meriodionali del continente europeo.
Successivamente ha attraversato più volte gli USA sulle orme dei grandi viaggiatori.
Conclusi gli studi accademici, ha lavorato come ricercatore e analista per una
compagnia di informatica. Ha scritto e arrangiato i temi musicali di tre cortometraggi.
Al Music Show di Rimini, con il brano "Occhio al padre", è stato premiato per il migliore pezzo d'esordio d'autore.
A Lione, lavorando con il musicista e produttore Pat Garlant, ha collaborato alla stesura degli arrangiamenti del cd per il gruppo francese "Absence" ed ha partecipato alla realizzazione del cd folk di "Madò & Co" e del progetto electropop "PLP".
Ha collaborato, scrivendo articoli, con il giornale "Rivista online".
Come cantautore e musicista ha, scritto, arrangiato e pubblicato tre cd: "Cambierà il Tempo" (per la Blu Factory), "Lacrime e Ruggine" e "Treni verso Sud" per la Round Robin.
In prossima uscita, sempre per la Round Robin editrice, il nuovo romanzo: BreakRadio.
L'incontro tra i due mondi, letterario e musicale, ha creato nello stile di Pavan una miscela emozionale orientata sia verso la sensibile narrazione del viaggiare che in direzione di un'attenta osservazione critica dei temi sociali.
Attualmente parallelamente all'attività di scrittore/cantautore, insegna in un istituto tecnico.

Info : su www.stefanopavan.it

Per la rubrica Pepite - Numero 95 ottobre 2010