Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

La prima notte solo con te

La prima notte solo con te è la seconda opera di narrativa di Arnaldo Colasanti dopo Gatti e scimmie, ed è un libro come il primo essenzialmente autobiografico. Una riflessione a tratti dal carattere intimo e colloquiale con l'unica figlia bambina, Miranda, sulla quale sono concentrate tutte le attenzioni e le speranze del futuro da parte dello scrittore.
La narrazione è sostenuta da un ritmo incalzante, e in questo libro è l'uomo Colasanti che si confessa in tutta la sua umanità, con i suoi timori, ansie, sogni, fantasie, dubbi e perplessità che il vivere propone.
Un'opera di narrativa, questa, contenente anche un sentimento doloroso del vivere, ma dalla quale traspare pure la gioia di stare al mondo da persona fortunata e fiduciosa, anche se circondata da una realtà a volte fatta di sofferenza, miseria, e degrado. Inoltre c'è il gusto per la parola, e l'espressione è ricercata ed elegante. La narrazione è anche pervasa da un senso di inquietudine esistenziale e di interrogazioni sul significato della vita con le sue assurdità e contraddizioni, non però senza una pacata speranza nel significato ultimo della presenza nel mondo, e con ciò si avverte una tensione spasmodica verso l'inconoscibile.
La morte improvvisa della madre, lui bambino, è stato il trauma della vita dell'autore, e tutto il libro è colmo di un sentimento di precarietà del vivere derivato da quell'avvenimento.
Un sottile velo di malinconia sembra a volte pervadere la narrazione, e con essa anche l'ossessione per la caducità dell'esistenza, la fragilità dell'essere, come pure un senso di vacuità, inutilità, fugacità della vita.
L'opera può esser vista anche come il bilancio di un intellettuale impegnato che vive tra il mondo della scuola e i libri con passione, ma a volte anche con stanchezza e delusione, e che eppure va avanti con serietà ed impegno perché quella è la sua autentica vocazione.
Un bel libro, emotivamente coinvolgente, equilibrato, e contenente anche la denuncia di certi orrori del mondo ed ogni altro aspetto negativo del vivere, ma anche una testimonianza esistenziale di alto impegno intellettuale che oltre a interrogarsi intorno alle ragioni della scrittura vuole salvare ciò che vale la pena sia salvato, quel qualche cosa in cui dopo tutto credere per continuare a vivere ed impegnarsi, e che sa offrire un senso di speranza nell'avvenire.
Queste di Colasanti sono pagine molto dense di riflessioni filosofico-esistenziali, oltre che sull'arte, sulla letteratura e la poesia, nonché sul mistero dell'esserci di un uomo di lettere che si racconta nei suoi affetti, nel suo costume di vita, e sullo sfondo il senso dello scorrere del tempo che porta ad ognuno l'inaspettato, la sorpresa.
Il libro è - come si diceva - una lettera d'amore alla figlia, ma anche una preghiera accorata contenente una richiesta di verità e di senso in un colloquio a tu per tu serrato con il lettore, offrendo la dimensione dell'uomo pubblico che l'autore è come critico e come comunicatore.
E poi c'è, ancora, lo stupore dell'aver vissuto senza la consapevolezza di ciò a cui il fato ci spinge, il sorprendersi di essere andati avanti per una certa strada nonostante tutto realizzando la propria vocazione nell'oscurità dell'intento che racchiude il sapore di un destino. Poi la vita chiama a delle verifiche e a delle prese di coscienza, ed in fondo è proprio questo che La prima notte solo con te vuole essere.

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Arnaldo Colasanti.
La prima notte solo con te
Mondadori 2010

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 98 febbraio 2011