Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Teatro

ARICCIA Città Teatro

Il progetto Ariccia Città Teatro, con la realizzazione del Teatro Comunale Bernini e la rassegna teatrale estiva Fantastiche Visioni, si propone come un ulteriore stimolo culturale, nel cuore di Ariccia, per i tutti i Castelli Romani; si inserisce in un quadro più generale di rinascita del teatro ai Castelli, che hanno visto negli ultimi anni crescere l'offerta di spettacoli e di luoghi deputati ad ospitare eventi e rassegne con largo successo di pubblico. Per chi oggi si trovi a percorrere il Corso Garibaldi di Ariccia - arteria berniniana ristrutturata e valorizzata grazie alla trasformazione in isola pedonale e che da Piazza di Corte si inoltra nel centro storico - il panorama offre uno spettacolo di autentica bellezza: una fuga prospettica in lieve discesa che termina con il Belvedere di Piazza Mazzini, dove la vista spazia a perdita d'occhio fino a tutto il litorale laziale: fino a far congiungere, all'orizzonte, l'azzurro del cielo con quello del mare. Una terrazza che, da platea per i turisti che vi giungono numerosi durante l'anno, si trasforma in estate in palcoscenico naturale, per ospitare, oltre a molti altri eventi, una manifestazione che ha progressivamente ottenuto un successo sempre più lusinghiero fino a diventare un atteso appuntamento estivo: ci riferiamo a «Fantastiche Visioni», la rassegna teatrale ariccina sostenuta dal Comune di Ariccia e dalla Provincia di Roma, che dalla fine di giugno alla metà di agosto, ogni venerdì sera, offre al pubblico l'occasione di assistere a spettacoli dei generi più diversi, ma uniti da un filo conduttore: la creazione di un'atmosfera suggestiva, che idealmente si sposi con la forza architettonica del genio del Barocco italiano, e che, attraverso le capacità narrative degli artisti, coniugando diversi linguaggi performativi (teatro, musica, circo, danza), regali al pubblico e lasci impressi nella sua memoria il piacere e la meraviglia di una visione fantastica, dove si abbatta il confine tra realtà e sogno. Prima di scendere al Belvedere, sulla sinistra del corso, si può notare un evocativo sito archeologico, l'antico capitolium, protetto a ventaglio dal palazzetto del Municipio e dalla facciata della ex-chiesetta di San Nicola, rientrata nel piano di ristrutturazione del centro storico, sulla quale campeggia armoniosamente il vessillo del Teatro Comunale "Gian Lorenzo Bernini". All'interno, lo spettatore è accolto in una piccola ma accogliente sala teatrale, realizzata, in forma di teatro-studio, rispettando il contesto architettonico dello spazio: uno degli investimenti più incoraggianti all'interno di quel progetto di valorizzazione del centro storico ariccino che l'amministrazione comunale ha perseguito finora con grande e fruttuoso impegno. [La Redazione]


Alla conclusione della terza stagione di programmazione del Teatro Bernini, la Redazione di Vivavoce ha incontrato il suo ideatore e direttore artistico Giacomo Zito.

 

Che cos'è e come è nato il progetto Ariccia Città Teatro?
L'idea è nata sul sogno di realizzare un luogo dove fosse possibile perseguire un'attività che incrementasse da un lato l'offerta culturale cittadina durante tutto l'anno, e dall'altro rispondesse alla domanda di spazi professionalmente attrezzati (che da queste parti sono pochi) dove ospitare eventi offerti dal circuito nazionale e internazionale, e dove realizzare proposte e progetti artistici nascenti sulla nostro territorio. Questo sogno è diventato realtà quando il successo della rassegna estiva alla sua prima edizione, attirando subito un significativo numero di spettatori, ha dimostrato quanto bisogno di aggregazione ci sia attorno ad eventi dal vivo, e quanto sia determinante la creazione di nuovi spazi culturali. L'amministrazione di Ariccia, intuendo le potenzialità del progetto, ne ha permesso la realizzazione destinando a questo fine il suggestivo spazio dell'ex chiesa di san Nicola, sconsacrata da tempo, che è stata quindi inaugurata teatro nel novembre del 2008 alla presenza del Sindaco Emilio Cianfanelli e dell'Assessore alla Cultura Fausto Barbetta. Ariccia Città Teatro vuole essere la confluenza, all'interno dello spazio cittadino - già di per sé palcoscenico naturale per la sua bellezza architettonica - di tutte le sue energie creative, favorendo la rete di relazioni tra i vari operatori, sia a livello professionale che non, e tra le tante associazioni attive in ambiti affini a quello dello spettacolo dal vivo, anche oltre i confini comunali, mirando a una sinergia costante tra le realtà culturali dei Castelli Romani.

In tempi così critici, è sempre più difficile ottenere l'ascolto e il sostegno delle istituzioni in favore dei progetti culturali. Cosa ha determinato, nel vostro caso, il consenso dell'amministrazione?

C'è stata una provvidenziale convergenza di intenti. La nostra proposta si è inserita in un progetto più ampio operato dal Comune di Ariccia: quello di sostenere, sia in termini economici che di politica culturale, il territorio: ci riferiamo, oltre alla realizzazione del teatro, alla ristrutturazione del Palazzo e del Parco Chigi, alla nascita del Museo del Barocco Romano, alla stagione musicale dell'Accademia degli Sfaccendati, alla rivalutazione della Locanda Martorelli e al fecondo rapporto con l'Archeoclub, alla promozione delle rassegne teatrali presso l'Auditorium dell'Istituto James Joyce... si potrebbe definire tutto questo un vero e proprio rinascimento ariccino. E proprio in occasione della conferenza stampa dell'ultima edizione di Fantastiche Visioni l'incoraggiamento della Provincia di Roma è stato manifestato con l'intervento dell'Assessore provinciale alla Cultura Cecilia D'Elia. Credo che l'investimento in cultura da parte di un'amministrazione sia un segno concreto della sua percezione del futuro.

Quali sono le proposte della vostra programmazione?
La programmazione è improntata ad una grande varietà, con un'offerta di oltre cinquanta eventi, tra teatro, musica, caffè letterario, spettacoli per ragazzi, convegni, cineforum, mostre, laboratori didattici e creativi.
La scelta degli eventi è il frutto di una selezione accurata tra proposte nazionali e internazionali di indiscutibile livello artistico e professionale che trovino nel nostro piccolo teatro, e nella sua particolare architettura, un luogo ideale di rappresentazione.
Nel programma però trovano spazio anche eventi che nascono da realtà non professionali, e che assolvono ad importanti funzioni di integrazione sociale, aggregazione e solidarietà, come i concerti del Coro in Maschera e dell'Associazione Musicale Ariccina, o il Cineforum organizzato dall'Osservatorio Giovanile di Ariccia, o gli spettacoli realizzati dalle associazioni di solidarietà sociale con attori diversamente abili.
L'organizzazione generale dell'attività del Teatro Bernini e di Fantastiche Visioni è affidata alla Associazione Culturale Arteidea, che da tempo opera sul territorio nel campo del sociale e della cultura, e il cui presidente Luigi Criscuolo ne rappresenta lo spirito di schietto volontariato.

E come risponde il pubblico?
Ottimamente. Dall'inizio della stagione del Bernini (cominciata ad ottobre e che si concluderà alla fine di maggio) in una platea di un'ottantina di posti si sono avvicendati oltre duemila spettatori, mentre per Fantastiche Visioni siamo arrivati ad accogliere più di mille persone per evento. Il richiamo del titolo dell'opera o della presenza di un artista di fama sono elementi importanti, e nel corso dei tre anni di attività abbiamo avuto l'onore di ospitare interpreti come Giuseppe Battiston, che insieme ad Alessio Boni ha inaugurato il Teatro Bernini; e poi Ascanio Celestini, Simone Cristicchi, Alessandro Benvenuti, Anna Mazzamauro, Virginio Gazzolo, Paolo Gatti, Laura Kibel, Augusto Fornari, i Dosto & Yeski, La Compagnia dei Folli, i Quartetango, e tanti altri. La cosa importante è valutare con grande attenzione e sensibilità la scelta degli spettacoli, perché è fondamentale creare una solida fiducia nel pubblico, differenziando il genere delle proposte, ma garantendo sempre il piacere dell'esperienza conoscitiva che lo spettacolo dal vivo, sia drammatico che comico, sia teatrale che musicale, quando è valido, porta con sé.

Insomma, il teatro "cuore pulsante"?
Può e deve esserlo. Soprattutto deve essere luogo di incontro, di scambio di idee e di stimoli. Vogliamo condividere con gli artisti i sogni e i progetti, non soltanto ospitarli. Uno dei nostri traguardi è, ad esempio, quello di far sì che il nostro teatro sia sempre aperto, offrendo dalla prossima stagione anche spettacoli in matinée per le scuole del territorio. Desideriamo accrescere la conoscenza critica del pubblico. Nel progetto infatti ha grande spazio l'attività annuale inerente ai laboratori teatrali, estesa a tutte le fasce di età, dagli adulti ai bambini, perché siamo convinti che l'esperienza diretta del palcoscenico abbia in sé un valore didattico e formativo straordinario: è un viaggio alla scoperta di se stessi. I laboratori teatrali si tengono in teatro durante la settimana e hanno la presenza di oltre cinquanta partecipanti dai cinque anni ai sessanta e oltre. Sono peraltro il primo bacino di utenza degli spettacoli, e i collaboratori di tante iniziative collaterali. Vogliamo promuovere il progetto di messa in rete di tutti i centri di programmazione culturale e di produzione teatrale dei Castelli Romani, convinti che non può nè deve esistere antagonismo, ma che, in un razionale e virtuoso coordinamento, più spazi si creano e più pubblico si crea. Non va data per scontata la presenza del pubblico: e il modo migliore per ottenerla è quello di fare appassionare le persone, fin da giovani, ad un'arte antica quanto la storia dell'uomo.

Per la rubrica Teatro - Numero 101 maggio 2011