Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

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Quelli che la fisica...

Neutrini superveloci ?

Alla fine di settembre, la notizia che ricercatori del Cern e del Laboratorio INFN del Gran Sasso avevano misurato, tramite il rivelatore OPERA, neutrini con velocità superiore a quella della luce nel vuoto, ha scosso comunità scientifica internazionale. Nell'esperimento i neutrini vengono inviati dal laboratorio del Cern di Ginevra lungo una traiettoria di 732 chilometri che attraversa la crosta terrestre, passando a una profondità di 11,4 km sotto la città di Prato, fino a raggiungere le sale del laboratorio INFN che si trovano sotto il Gran Sasso. Ciò è possibile perché i neutrini interagiscono molto debolmente con la materia senza essere deviati od assorbiti. Per superare questa distanza la luce impiega nel vuoto 2,4 millesimi di secondo. I ricercatori di OPERA hanno misurato per i neutrini un tempo di 60 nanosecondi inferiore. Un nanosecondo corrisponde a un miliardesimo di secondo. Si tratta quindi di una differenza molto piccola in assoluto, ma significativa date l' estrema precisione raggiunta della tecnologia disponibile per misurare intervalli temporali. Per avere un'idea si deve tenere presente che l'incertezza stimata dell'esperimento è di soli 20 centimetri, mentre, il valore misurato corrisponderebbe a circa 20 metri di vantaggio all'arrivo per i neutrini impegnati in un'ipotetica gara con la luce. Se questa misura venisse confermata, la Teoria della Relatività di Einstein, sarebbe inesatta o -quantomeno - da revisionare. La comunità scientifica nel suo complesso ha mostrato quindi incertezza ed espresso vari dubbi sul risultato annunciato, dubbi che sono poi cresciuti quando è stato reso noto che 30 fisici del gruppo OPERA avevano rinunciato a sottoscrivere i dati pubblicati. Sono poi arrivate le critiche di Sheldon Glashow, premio Nobel 1979 per la fisica. In un articolo, pubblicato una settimana dopo la presentazione dei dati, faceva notare che, se i neutrini avessero una velocità maggiore della luce, non solo la Relatività sarebbe messa in crisi, cosa in se stessa non impossibile, ma si creerebbero vari conflitti con altri principi molto generali della fisica. Più recentemente l'esperimento ICARUS, anche esso localizzato nel Laboratorio del Gran Sasso che, come OPERA, studia dal 2010 i neutrini provenienti dal CERN, ha mostrato che la distribuzione di energia dei neutrini in arrivo al Gran Sasso è quella attesa se i principi generali della fisica ai quali si riferisce l'articolo di Glashow restano validi. D'altra parte i fisici di OPERA affermano che il loro risultato, indipendentemente dalle interpretazioni teoriche, resta valido. La saga non sembra quindi finita. Saranno necessarie nuove misure sperimentali per dirimere la controversia. Scienziati americani e giapponesi sono infatti già in pista per verificare il risultato pubblicato dal Cern.