Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Musica

Karl Jenkins… tutta un’altra musica!

Intervista al presidente dell’Associazione, Romeo Ciuffa

Da alcuni anni mi occupo della nostra agenda eventi (online, e inserto Castellinforma), e devo dire che le manifestazioni musicali promosse dalla tua associazione si distinguono - assieme a pochi altri esempi - nel panorama musicale dei Castelli Romani per la particolare cura e qualità delle proposte, oltre che per la costanza nell'impegno cultural-musicale che ne emerge. Così... non vedevo l'ora di poterti intervistare per Vivavoce... Dunque, comincio subito col chiederti: quando nasce la tua associazione, e con quali finalità? come si sviluppa negli anni, fino a diventare ciò che è oggi?
L'Associazione musicale Karl Jenkins nasce nel 2005 a Monte Compatri dalla volontà di un gruppo di amici, musicisti e non, di creare una realtà stabile di promozione e diffusione sul territorio della musica senza specifici limiti di genere. Nel tempo di fatto però la situazione è andata prendendo tre vie, per così dire: infatti si sono definite tre importanti manifestazioni che ormai si ripetono ogni anno e che ci auguriamo possano continuare anche in futuro! Queste tre serie di concerti sono la stagione concertistica de "I Concerti di Campagna", la "Rassegna Cembalistica" e il "Monte Compatri in Jazz". La prima rassegna è quella più impegnativa e più lunga: generalmente inizia ad ottobre per concludersi a marzo con una media di quattro concerti al mese, concerti che vorremmo riuscire di più a distribuire sul territorio dei Castelli Romani, ma che, sia per scarsità di luoghi idonei, sia per difficoltà di comunicazione con le amministrazioni locali, alla fine sono realizzati principalmente a Monte Compatri, dove abbiamo trovato sempre disponibilità, a Frascati e in parte minimale a Grottaferrata. A Monte Compatri c'è un elemento che è fondamentale: la presenza di una sala con una buona acustica e, nella sala, la presenza di un clavicembalo che, circa otto anni fa, fu acquistato sotto mia spinta dall'amministrazione. Questo fatto voglio sottolinearlo perché è prova evidente di quanto sia importante per un'associazione come la mia avere la disponibilità dei mezzi, degli strumenti, per operare; la presenza di questo strumento infatti ha reso possibile che si organizzassero decine e decine di concerti che, qualora avessimo ogni volta dovuto affittarlo, non sarebbero mai stati possibili! Presto, o meglio ad anno nuovo, molto probabilmente, grazie alla bontà di un donatore, riusciremo ad avere anche un bel pianoforte a coda, strumento che ci aprirebbe le porte ad altri repertori e generi (musica classica-romantica, moderna e contemporanea e ovviamente jazz!). La presenza del clavicembalo (francese), che ora è affiancato anche da un altro ma di differente tipo (italiano), è stata la spinta chiave per concretizzare l'idea di una rassegna interamente dedicata a questo strumento e al suo stupendo repertorio. Molti sono stati i concerti offerti al pubblico e tanti gli artisti provenienti dall'Italia e dall'estero. Ovviamente tutti le serate hanno presentato dei programmi specificatamente "barocchi", in senso ampio, proponendo musiche di autori quali Frescobaldi, Pasquini, Zipoli, Handel, Bach padre e figli, F. e L. Couperin, D. Scarlatti, Royer, D'Anglebert, Fischer, Forqueray e moltissimi altri! Di particolare caratura sono stati i concerti tenuti da Andreina Di Girolamo, Mitzi Meyerson, Paola Erdas, Marco Vitale, Davide Pozzi, Fernando De Luca, Imbi Tarum, Mario Martinoli, Giulia Nuti, Elisabetta Ferri ed Alessandra Iovino, tutti interpreti di fama internazionale. Ma di una cosa sono molto contento in particolare, ovvero della piccola rassegna - circa 4 appuntamenti - dedicata agli studenti di cembalo dei conservatori europei: abbiamo avuto studenti da Roma, Barcellona, Berlino, Stoccarda e L'Aia. Proprio recentemente inoltre sono riuscito a formalizzare una collaborazione stabile con il Royal College of Music di Londra, collaborazione che vedrà la partecipazione dei migliori studenti del Dipartimento di musica e performance antica qui da noi ogni settembre. E sempre pochi giorni fa ho ricevuto una email di interessamento ad un progetto simile, ma dedicato agli studenti di organo, da parte del capo dipartimento della Staatlichen Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Stoccarda; i loro studenti più meritevoli saranno nostri ospiti per dei concerti sull'organo della Cattedrale di San Pietro a Frascati, organo per il quale ci siamo dati da fare moltissimo nel 2008 promuovendo una serie di 45 concerti "pro organo" con cui abbiamo raccolto circa 13.000 euro devoluti appunto alla costruzione di questo notevole e pregevole strumento - un unicum nei Castelli.

Che difficoltà incontrate, e quali vantaggi, nell'operare nei Castelli Romani piuttosto che in realtà più "ampie"?
Beh che dirti... difficoltà tante, alcune solubili altre meno, su altre stiamo lavorando... La più complicata per me è quella di riuscire a raggiungere il pubblico potenzialmente interessato... ti spiego: ai nostri concerti spesso arriva una persona per la prima volta e mi dice che è stupefatta perché pur vivendo da anni qui a Monte Compatri o a Frascati o comunque nei dintorni non sapeva di noi, non aveva mai visto le locandine etc...e io mi domando: che cosa devo fare? cosa si può fare per raggiungere le tante persone che so esserci nel nostro territorio, persone interessate e culturalmente evolute che vivono a Grottaferrata, Ariccia, Genzano, Monte Porzio e che non sanno nulla di noi? Sinceramente è dura veicolare la pubblicità per mezzo di locandine e manifesti su tutto il territorio... e poi c'è il problema dei soldi! Noi siamo sempre sul filo del rasoio... le amministrazioni danno nulla o poco, i biglietti non li puoi mettere altrimenti la gente si "stranisce" - sai è nella mentalità italiana diffusa: è strano che per andare a un concerto che non sia pop si paghi un biglietto!
A mio avviso però, se esiste una colpa per questo comportamento, questa sta nel nostro sistema educativo, nella scuola. E quello di una scarsa cultura musicale diffusa è un problema che accomuna tutta l'Italia, forse fatta eccezione per il Süd Tirol e altre zone confinanti con la Svizzera! Non si tratta di un problema solo dei Castelli. La situazione dei concerti a Roma ovviamente è diversa da quella che si presenta da noi. Roma è una grande città e possiede molti luoghi istituzionali dove si possono ascoltare concerti di altissimo livello... ma comunque, fatte le dovute proporzioni, il concetto base non muta: sia qui che lì, facendo raffronti con Germania, Inghilterra, Svizzera, Olanda etc., il livello di cultura musicale diffusa è spaventosamente sbilanciato!
Prendi a confronto come viene affrontata l'educazione musicale in Germania e in Italia o in Inghilterra e in Italia. Beh te lo posso dire bene perché l'ho visto più volte in loco, sia in Germania che in Inghilterra. In questi due paesi la musica è parte fondante di un bagaglio culturale che si forma nel bambino a partire dalle elementari sino all'uomo, nell'università. Le scuole e le università sono attrezzate sia umanamente - ovvero con docenti qualificati e in numero congruo - sia strumentalmente, ovvero hanno fisicamente gli strumenti musicali... perciò se tu vuoi studiare il violino o il fagotto o la tromba o il piano o l'organo, la scuola - non tutte hanno comunque l'intero strumentario ovviamente - ti fornisce strumento e docente. Inoltre in quasi tutte è presente un coro... e tutta questa musica, permettimi il gioco di parole, non dura come da noi (dove a mala pena si suona il "ciufolo" o nei casi migliori strumenti giocattolo) solamente tre anni per due ore settimanali, ma per tutto il corso degli studi e per ben più di due ore settimanali. In conclusione la musica, la cultura musicale per loro è elemento fondante di un saldo background culturale... chi esce dal college o dall'università sa cosa è un fagotto e addirittura un controfagotto... magari lo ha anche suonato nell'orchestra della scuola... e nella vita magari non farà il musicista, ma aver studiato la musica teoricamente, praticamente e come fenomeno coesistente - nella cultura di un popolo di un contesto sociale e storico - con l'arte plastica, la letteratura, le scienze etc., fa di lui una persona interessata al "prodotto musica", una persona che sa di cosa si sta parlando, sa quanta fatica ci vuole per fare una nota fatta bene e che quindi ne conosce il peso, ovvero quanto essa sia costata in termini di studio, tempo e applicazione, e sa inoltre la gioia che dà questo suo valore unico!

Quale consideri che sia il vostro ruolo fondamentale e unico di promozione di un certo tipo di musica sul territorio dei Castelli? E vedi maggiori possibilità, in futuro, per la conoscenza di realtà come la vostra?
Il nostro operato sul territorio dei Castelli può sembrare un unicum, ma conosco alcune altre associazioni musicali meritevoli come la Cappella Musicale Enrico Stuart (nostra stretta collaboratrice), Collegium Artis, Colle Ionci ed altre che promuovono bellissime iniziative e concerti. Quello che bisognerebbe fare, a mio avviso, sarebbe un database comune di indirizzi e-mail al fine di poter informare dei concerti che ogni singola associazione organizza il numero maggiore possibile di persone, di potenziale pubblico. Creare in somma una grande e comune mailing list, una ulteriore opportunità per raggiungere la gente ed informarla... anche se - devo dirti - a volte penso che molte persone non sappiano, spesso per pigrizia, che esistono portali tipo il vostro dove ci sono calendari aggiornatissimi di tutti gli eventi che si hanno nel territorio dei Castelli e dei Colli Albani... io consulto il vostro sito molto spesso per decidere dove andare a sentire un bel concerto o una jam etc...
Spero che quanto stiamo facendo con l'associazione trovi sempre più riscontro e sostegno sia da parte delle amministrazioni che hanno il dovere costituzionale ed etico di promuovere la cultura, sia da parte del pubblico che ci auguriamo cresca di numero.

Per la rubrica Musica - Numero 107 dicembre 2011