Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

If Provincia then

Ciampino

intervista a Simone Lupi

"Credo che l'area metropolitana debba essere intesa come un ente di coodinamento tra aree diverse, che possa sovraintendere alle attività dei Comuni, i quali tuttavia dovrebbero mantenere la loro sovranità" . Simone Lupi

L'abolizione delle Province, di cui si parla tanto, darebbe luogo ad enti con competenza territoriale ridotta, sovra-ordinati rispetto ad un ristretto numero di comuni appartenenti ad una "area omogenea". Questo schema ci ricorda i "distretti culturali"... Secondo Lei, l'area dei Castelli Romani è un'"area omogenea" e, se è così, quali sono i caratteri della sua "omogeneità"?

Pensando a come è disegnato il territorio dei Castelli Romani mi verrebbe da rispondere no. Dal punto di vista territoriale morfologico, infatti, penso a tutti quei Comuni che sono più vicini a Roma rispetto a quelli che effettivamente costituiscono i Castelli Romani, come Genzano, Ariccia, Albano, Rocca di Papa, Rocca Priora, Grottaferrata; così come da un punto di vista dei servizi, della viabilità e della conformazione di un territorio che, al suo interno, appare differenziato. In virtù di questo, il Comune di Ciampino è sicuramente percepito più come Roma che come Città appartenente dei Castelli Romani.
Ma dal punto di vista delle forme di integrazione che si sono create come distretto culturale, come distretto sanitario, come attività che collegano i sindaci e le ammini-strazioni al territorio, allora dico di sì. Per esempio, il Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani rende l'area omogenea, dal punto di vista dei servizi culturali.

Secondo lei, quanto la cultura è un fattore di omogeneità?
Può essere un fattore importante, fondamentale, che dovrebbe però essere accompagnato da un accordo più complessivo rispetto ai servizi pubblici locali, al di là dei Castelli Romani.

Certo, cultura è riflettere, elaborare idee sugli aspetti della vita della comunità, che interessano la vita di tutti i giorni dei cittadini.
Sì, cultura intesa anche come occasione per capire quali possono essere le possibilità del nostro territorio. Capire cosa esso può offrire ai cittadini e alle Amministrazioni, portando avanti una unione di intenti, soprattutto in questo momento di profonda crisi economica.

Secondo lei è legittimo pensare a un ente sovraordinato rispetto ai singoli comuni, che coordini l'attività dei singoli comuni dei Castelli Romani?
Superare il concetto di Provincia attraverso la creazione di un'Area metropolitana è fondamentale dal punto di vista istituzionale e pratico. Ciò nonostante, penso che sostituire o togliere le Province, che rappresentano un livello intermedio fondamentale tra Comuni e Regione, creerà confusione e sovrapposizione di competenze e di funzioni.

Anche nell'ipotesi della costituzione di un'area metropolitana, si può pensare ad un ente di livello superiore, tra area metropolitana e comune, che sovrintenda al territorio dei Castelli Romani?
Questo dipenderà molto dall'impostazione che si vorrà dare all'Area Metropolitana. Se si riscontrasse l'impossibilità di preservare quel rapporto che attualmente esiste con la Provincia di Roma, allora si potrebbe rendere necessario un coordinamento dei servizi.

Il disegno istituzionale che lei ha in mente prevede una serie di enti differenziati, finalizzati alla realizzazione di obiettivi precisi, come il Consorzio SBCR o come il Parco dei Castelli Romani?
Sì, senza però arrivare ad una moltiplicazione di enti e di livelli di discussione e di decisione.

Lei esclude che si possa dar vita ad un ente di coordinamento dei Castelli Romani?
Se fosse così, allora tanto varrebbe lasciare la Provincia. Penso piuttosto ad un progetto chiamato a gestire problemi specifici di un territorio, con una rilevanza per l'Amministrazione comunale e per la vita dei cittadini.


Veniamo all'Area Metropolitana...
Credo che l'Area Metropolitana debba essere intesa come un ente di coordinamento tra aree diverse, che possa sovraintendere alle attività dei Comuni, i quali, tuttavia, dovrebbero essere ugualmente rappresentati mantenendo la loro sovranità. Al Comune dovrebbero quindi essere lasciate le proprie competenze rispetto alla risoluzione dei problemi del territorio, delegando l'area metropolitana alla gestione del rapporto più ampio tra i Comuni.

Il rapporto tra Roma e i Castelli Romani è sempre stato tormentato. Il forte flusso migratorio che da Roma ha investito i Castelli Romani, quadruplicandone la popolazione nell'ultimo decennio, ha messo a rischio, secondo molti, la salvaguardia dell'identità stessa, culturale, storica e ambientale, dei Castelli Romani. Come si risolvono i problemi che questo rapporto ha
creato e crea?

La costituzione dell'Area Metropolitana, cioè di un ente che vada al di là dei confini dell'attuale Provincia di Roma e che integri la Capitale con i Comuni dei Castelli Romani, potrebbe farci ottenere delle risposte vere e concrete. È chiaro che Roma, in questi anni, ha saputo gettare fuori del Grande Raccordo Anulare tutto quello che gli non piaceva... a cominciare dalle discariche all'Aeroporto, dal problema del Campo Nomadi 'La Barbuta' alla prostituzione nelle strade. Questo è il discorso che Roma ha fatto finora, ed i Castelli Romani, dal canto loro, non hanno saputo imporsi fino in fondo rispetto a certe decisioni politiche della Capitale, a prescindere dal colore politico. Questo, se-condo me, ha comportato la perdita di identità dei Castelli Romani.

Lei non pensa che una maggiore unità d'intenti nei Castelli Romani avrebbe dato e darebbe più forza nell'opporsi allo... strapotere del comune di Roma?
Sì, il problema è che la nostra area in questi anni non ha avuto le stesse possibilità economiche del Comune di Roma, e quindi la lotta è sempre stata impari.

 

Per la rubrica If Provincia then - Numero 110 maggio 2012