Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

If Provincia then

Frascati

"L'abolizione delle Province è un errore gravissimo, anche dal punto di vista della salvaguardia dell'identità stessa di questa nostra area dei Castelli Romani.

Stefano Di Tommaso"

 

Secondo Lei, l'area dei Castelli Romani è un'area omogenea, caratte-rizzata da una propria identità territoriale, economica e culturale? e quali sono gli elementi che caratterizzerebbero questa omogeneità ?
Assolutamente sì è una "area omogenea". E' caratterizzata anzitutto dalla sua storia, dalle bellezze architettoniche e naturalistiche, dagli insediamenti che vi sono stati fin dall'antichità e che hanno avuto con la città di Roma una dialettica sempre forte. C'è poi la parte enogastronomica che ha avuto un rilievo fortissimo nell'economia locale. È una realtà assolutamente omogenea. È l'area degli "otia" degli antichi romani... e mantiene anche oggi, nonostante l'urbanizzazione, una antropizzazione forte, una dimensione di piacere a cui anche la capitale si rivolge. Frascati, per esempio, conta circa 10.000 studenti e soltanto la metà sono residenti nella nostra città: una grandissima parte di essi viene da Roma-Sud a frequentare i nostri istituti scolastici superiori.

La cultura è un elemento che connota l'identità dei Castelli Romani?
Certamente sì. La cultura insieme alle politiche sociali. Il bilancio del Comune di Frascati destina il 16% delle risorse complessive alle politiche sociali, alla cultura circa il 4%. La cultura è stato un elemento di grande attenzione in questi anni. Qui sono presenti le ville storiche degli illustri personaggi di età repubblicana: Cicerone, Marco Porcio Catone, Tiberio e altri grandi nobili o senatori, ed in seguito, grazie alle scelte della corte pontificia romana, è sorto un complesso di ben dodici ville rinascimentali, che non ha uguali in Italia, in Europa e nel mondo. Qui hanno operato i più grandi geni del Rinascimento e del Barocco, Bernini, Borromini, Della Porta, il Cavaliere d'Arpino... parliamo di sommi esponenti della cultura artistica mondiale.
Siamo abituati a considerare la Provincia come un ente territoriale sovraordinato rispetto ai Comuni, dotato di un'estensione piuttosto vasta, con un numero di Comuni rilevante. Ora si parla di un ente territorialmente molto più ristretto e con un numero di comuni assai minore, Qualcosa che ricorda il "distretto culturale" di cui si parlato molto in passato. In questo scenario di riassetto organizzativo, l'area dei Castelli Romani può svolgere una funzione diversa rispetto a quella svolta fino ad oggi?
Con l'ordinamento che si va a definire l'area dei Castelli Romani viene proprio "offesa"... Ritengo che la riforma Monti sia assolutamente sbagliata e non si capisce come un governo di "supertecnici" abbia potuto produrre norme che sono palesemente antico-stituzionali... specie quando si vuole far diventare la Provincia un ente di secondo livello, interrompendo per decreto esperienze che sono state definite da una prova elettorale diretta. Così si è espresso, con altri, anche il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, in un'intervista rilasciata al "Sole 24 ore": ha chiaramente smontato questo tipo di scelta. Le Provincie sono diventate una sorta di capro espiatorio mediatico, in modo assolutamente immotivato. Se poi parliamo di spese, le spese politiche della Provincia, per gli assessori e per i consiglieri provinciali, secondo gli studi dell'Università "Bocconi", sono intorno al 2 o 3%. Se venisse abolita la Provincia i dipendenti delle ammini-strazioni provinciali verrebbero trasferiti alle Regioni, e il costo delle retribuzioni sarebbe sicuramente superiore. È dunque una scelta paradossale, dovrebbero essere eliminati invece altri enti o consorzi minori o di secondo livello, che risultano essere improduttivi. Anzi, occorrerebbe attribuire ulteriori competenze alle Provincie, che hanno contatto diretto con le amministrazioni comunali e che, in alcuni casi, sono fondamentali per i comuni più piccoli, per permettere loro di esercitare le loro funzioni. Mi auguro che il governo torni sui suoi passi e individui una riforma razionale e non dettata da condizioni emozionali e mediatiche, come invece è stato.

Si è parlato di una lettera firmata dai Sindaci e dagli Amministratori e diretta al Presidente del Consiglio per chiedere un riflessione migliore su questa questione della abolizione delle Provincie...
Siamo stati tempestivamente convocati dal Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e abbiamo avuto un dibattito che ha portato all'iniziativa di un Consiglio Provinciale "aperto" che, grazie anche alla Presidentessa dello stesso, l'On. Pina Maturani, è sfociato in una mozione inviata al Governo sulla questione della Provincia di Roma.

Parliamo di governance dei Castelli Romani. Secondo Lei, è auspicabile che si dia vita a un ente sovracomunale che assicuri una gestione globale dei problemi di questa area?
Certamente. In questi anni la Provincia ha svolto tale ruolo, e io lo debbo sottolineare, prima col Presidente Gasbarra e oggi col Presidente Zingaretti, che hanno attuato la Legge 142: da 20 anni noi attendiamo la costituzione della città metropolitana, e pertanto ci auguriamo che il governo Monti, nella sua opera di revisione delle Province, voglia disporsi, almeno per le grandi città, all'attuazione delle Aree Metropolitane. Questo permetterebbe una migliore governance dell'hinterland. L'attuale definizione di Roma capitale è assolutamente squilibrata ed incapace di fronteggiare i pro-blemi, e anzi potrebbe acuire quelli dei comuni. Ci auguriamo che quel disegno non vada in porto. Ci auguriamo invece che si giunga ad realizzare quello strumento importante che è l'area metropolitana, che consentirebbe anche ai sindaci dell'hinterland di avere un ruolo di interlocuzione molto forte e di riuscire a pianificare un futuro che non veda solo la capitale in primo piano.

Certo, un quadro normativo e istituzionale di questo genere potrebbe garantire l'equilibrio tra le esigenze locali e le esigenze di una macro-realtà quale è Roma capitale. Ma se rivolgiamo lo sguardo ai problemi della nostra area che sono ben lungi dall'essere risolti, come la sanità locale, i trasporti locali, i rifiuti, la gestione delle acque, la viabilità... quale strumento sarebbe preferibile, secondo Lei, la Città Metropolitana o strumenti mirati come consorzi o strutture, enti con poteri particolari?
E' un dibattito antistorico. Ecco perché non comprendiamo l'abolizione della Provincia: perché la necessità di un ente intermedio è prioritaria! Altrimenti la realtà identitaria dei Castelli Romani verrebbe fortemente compromessa da un rapporto sbilanciato con Roma capitale. Poi... che vi siano confronti, accordi con i sindaci, questo lo stiamo facendo, per capire come si possano gestire assieme dei servizi comuni... è una cosa già prevista dalla legge e noi la stiamo facendo. Sui trasporti l'ente competente è la Regione... e quindi ecco perché l'ente intermedio qui è fondamentale, perché deve mettere in rete le esigenze complessive di un'area di questo tipo e rapportarsi su questi problemi con la Regione. La Provincia dovrebbe addirittura essere potenziata e avere una go-vernance più forte... anche la nostra identità potrebbe essere garantita all'interno dell'area metropolitana e questa è una cosa che noi sindaci sentiamo moltissimo.


L'ultima domanda è quella del rapporto con Roma. La storia dei Castelli Romani con Roma è una storia lunga, fatta di luci ma anche di ombre. Nell'ultimo decennio la popolazione dei Castelli Romani è quadruplicata. Mentre prima pochi eletti venivano ad edificare nei territori dei Castelli Romani le loro ville e a passarci l'estate, nei tempi più recenti si sono spostate, e continuano a spostarsi, masse enormi che vengono ad abitare qui in pianta stabile, con tutti i problemi che ciò ha comportato e comporta. Come dobbia-mo affrontare questo problema, come si può da un lato sanare i guasti che vi sono stati, e dall'altro evitare che si ripetano? Quali sono gli strumenti, le strategie, le azioni possibili per garantire la salvaguardia di una identità preziosa come quella dei Castelli Romani?
E' un problema serissimo che deve essere risolto e i tempi sono anche complessi. Il "Patto di stabilità" influisce negativamente sulla nostra programmazione e su quelli che sono gli assetti complessivi. Se non si risolve questo problema diventa difficile gestire percorsi unitari... anche di opere pubbliche se ne possono realizzare sempre di meno. Vengono così colpiti gli enti più
piccoli. Occorrerebbe investire di più sulle ferrovie, per i collegamenti con Roma: con le migliaia di vetture che viaggiano tra l'hinterland e Roma aumentano i problemi ambientali... L'ente intermedio della Provincia è l'unico che può svolgere questa funzione di raccordo, di coordinamento e di promozione dello sviluppo, altrimenti il degrado diventa inevitabile e la forza identitaria viene compromessa. L'abolizione delle Province è un errore gravissimo, anche dal punto di vista della salvaguardia dell'identità stessa di questa nostra area dei Castelli Romani.

 

 

Per la rubrica If Provincia then - Numero 110 maggio 2012