100 " Molti son li animali a cui s'ammoglia
e più saranno ancora, infin che 'l Veltro
verrà , che la farà morir con doglia.
103 Questi non ciberà terra nè peltro,
ma sapienza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro."
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Basterebbe citare queste due terzine dantesche del I Canto dell'Inferno della DIVINA COMMEDIA, per tutelare le biblioteche, culle della cultura scritta in volgare illustre (futura lingua italiana), della quale Dante ne fu padre. Infatti nei sopracitati versi il Sommo Poeta, profetizzando la venuta del "Veltro", unico in grado di "far morir con doglia" la "lupa", anticipa la genesi della carta, materia prima del libro, coniata tra "feltro e feltro". La quale farà da supporto alla divulgazione della sua Opera universale, Libro sacro in volgare illustre, che dovrà essere conosciuto da tutti, la Divina Commedia. Quest'opera ("Veltro") avrà l'onore di essere portabandiera dei valori dello spirito e dell'anima, che si opporranno a quelli inferiori della materia ("lupa"). Quindi attestata nuovamente l'importanza della cultura scritta, grazie alle parole del noto Maestro fiorentino, ci resta solo che augurare lunga vita alle biblioteche; scrigni del sapere che non vengano mai soffocati dalla minacciosa e incombente "era digitale" e che non siano solo luoghi di studio e di meditazione, ma luoghi d'incontro e per l'ascolto dei testi, in modo tale da attivare non solo la vista ma anche l'udito e dove ci si innamori sia delle perone che dei LIBRI.