Tra tutti gli esseri viventi, l’essere umano è quello che ha il più lungo periodo di sviluppo psicofisico, durante il quale cerca di uscire dalla dimensione naturale di piccolo animale uomo per pervenire a quella di individuo civile con le necessarie competenze per vivere un’esistenza piena e stimolante. Senza cultura, senza gioco e senza educazione non si diventa esseri umani.
Il gioco è una necessità di tutti gli animali: i mammiferi, che si trovano sui gradini più alti della scala evolutiva, sono i più giocherelloni di tutti(*). L’attività ludica è un modo per bruciare le energie in sovrappiù, consente ai cuccioli di esplorare l’ambiente in cui vivono ed è una palestra di vita nella quale i piccoli imparano tutte le attività fondamentali per la vita adulta. Anche il cucciolo uomo, grazie al gioco, impara a conoscere l’ambiente, se stesso e a sapersi organizzare. In due parole: impara a vivere. Il gioco però non è solo una fase importante della crescita, ma è anche un evento festoso ed entusiasmante. Eminenti neurobiologi e studiosi di comportamenti umani affermano che il gioco è la principale fonte di gioia per gli animali e per gli uomini. Pare infatti che il desiderio di giocare rientri in quelle attività regolate dalla zona arcaica del nostro cervello, cioè innate e di forte impatto emotivo. L’Homo ludens, come Huizinga(**) ha definito l’essere umano, ha bisogno del gioco per crescere e maturare le qualità intellettive. Entrando per un momento nel campo della psicologia, potremmo affermare che ogni volta che giochiamo mettiamo in discussione tutto noi stessi e quello che siamo. Se non si corrono dei rischi non s’impara mai nulla, ed ecco che il gioco serve per conoscerci, per metterci alla prova, per inventare nuovi modi di essere, per formare il carattere ed il senso sociale. Lo sport è il gioco dell’adulto, un gioco disciplinato da regole ed inserito oggi al vertice della cultura occidentale. Generato e praticato nell’Ottocento dal ceto borghese, è andato man mano diffondendosi in quasi tutti gli strati sociali, conseguendo all’inizio del XXIo secolo un vero e proprio status culturale e filosofico, divenendo addirittura, per alcuni sportivi, quasi una nuova religione e un’attività indispensabile al proprio benessere psicofisico, ed in alcune società , come quella americana, specchio dei suoi pregi e dei suoi difetti: il sistema educativo e pedagogico statunitense è infatti impregnato di ideologia sportiva, specialmente nell’aspetto competitivo e meritocratico che si impara fin da piccoli proprio con la pratica dello sport. Ma questo, come accennavo prima, è anche lo specchio delle magagne della società americana: primitivismo, darwinismo sociale, rozzo maschilismo, cieco militarismo (come dimostra ad esempio il Superbowl, l’avvenimento sportivo più importante d’America, fantasmagorico contenitore di fatiche corporali, potere, quattrini, patriottismo, pubblicità , regole impossibili da capire…). Mi sono soffermato proprio sullo sport statunitense perché, come un tempo lo sono stati i greci e i romani, oggigiorno sono gli americani a condizionare le scelte culturali dell’occidente e della gran parte del mondo. L’uomo con la sua serie di prodigi, di ingegnosità , conquiste sociali, sorprendenti scoperte scientifiche, di genialità inventiva, non ha mai smesso di giocare, e lo sport ne è l’essenza, quell’essenza tra l’animale primate e l’Homo sapiens sapiens. L’animale uomo che sta per conquistare il futuro, per conoscere il mistero della vita e dell’universo, ha sempre più bisogno di sentirsi umano tra gli umani, di rimanere attaccato alla natura che lo ha generato. E lo sport adempie a questo scopo, misura i propri limiti in rapporto con la natura. Temendo di non esagerare potremmo sostenere che lo sport serve per comprendere e dare significato alla propria esistenza.
* La maggioranza dei neurobiologi è convinta che la maggiore intelligenza dei mammiferi rispetto agli altri animali dipenda proprio dalla loro capacità di giocare; e il gioco, sempre secondo questi studiosi, è l’espressione più completa della capacità intellettiva di un animale, uomo compreso.
** Johan Huizinga storico olandese (1872-1945) che si occupò particolarmente di storia medioevale e rinascimentale; famosa è la sua opera Autunno nel Medioevo (1919).