Basato sulla vera storia di Ernesto Fioretti, autista di diversi personaggi dello spettacolo tra i quali lo stesso Veronesi e Carlo Verdone, è certamente il più ambizioso dei film realizzati dal regista toscano, autore di commedie di grande successo popolare come Che ne sarà di noi, Genitori & figli: agitare bene prima dell'uso e sopratutto della trilogia di Manuale d'amore.
Attraverso le vicende tragicomiche di Ernesto Marchetti, Veronesi racconta un trentennio di storia italiana, dagli anni '70 ad oggi: dall'omicidio di Aldo Moro al mondiale del 1982, da Tangentopoli alla discesa in campo di Berlusconi, all'attuale crisi economica. Ernesto è un italiano qualunque che, negli anni, è rimasto sempre fedele ai propri ideali, alla famiglia, agli amici, rifuggendo da raccomandazioni e facili scorciatoie. Attorno a lui si muovono diversi personaggi tra i quali spiccano il miglior amico Giacinto (Ricky Memphis), opportunista e voltagabbana, la dolce e comprensiva moglie Angela (Alessandra Mastronardi) e un pittore di successo (Alessandro Haber). Proprio le scene tra Ernesto e l'amico artista sono le più riuscite del film.
«L'ambizione - dice Veronesi - era quella di realizzare una commedia all'italiana sulla scia di grandi maestri come Risi, Monicelli, Scola. Non un film comico, ma una storia dove, come nella vita, si mescolassero dramma e ironia, dolore e leggerezza. Per la prima volta non ho inventato quasi nulla: Ernesto raccontava e noi scrivevamo e le vicende politiche le abbiamo messe in scena come le ha viste lui». Malgrado le buone intenzioni, il risultato non è però all'altezza delle aspettative e il film rimane purtroppo troppo edulcorato e superficiale, lontano dallo spirito caustico e corrosivo dei maestri della commedia all'italiana ai quali il regista si è ispirato. Eppure la storia di quest'italiano perbene, al quale il padre (Massimo Wertmuller) aveva predetto un futuro da ultima ruota del carro, è raccontata con così tanto affetto e partecipazione che non si può rimanere indifferenti, soprattutto per la straordinaria energia e vitalità di Elio Germano che con questa interpretazione si conferma il più completo e versatile attore italiano della sua generazione.
Alcune scene del film sono girate ai Castelli Romani. Riconosciamo la Chiesa della Casa Santa Rosa delle Suore Francescane di Grottaferrata, dove Ernesto e Angela si sposano, e Villa Mondragone. La bella villa tuscolana, oggi centro congressi, compare in una breve sequenza come la lussuosa residenza di un invisibile pezzo grosso ed è utilizzata anche come la casa di una ricca e altera collezionista d'arte (Dalila di Lazzaro) alla quale Ernesto deve consegnare un grande dipinto del suo amico artista: vediamo prima Ernesto passare con il quadro sotto il portico del Vasanzio e poi entrare all'interno della Sala Rossa dove consegna la grande tela alla nuova acquirente, incassando, dopo una lunga trattativa, l'assegno per il maestro.
I dipinti che vediamo nel film sono opera del noto artista Mimmo Paladino.
Un ringraziamento speciale va a Cinzia Silvagni che mi ha segnalato le location del film.
DVD disponibile nel circuito del catalogo SBCR