Per chi come me cerca da anni di affermare il primato della cultura su tutti gli altri aspetti e dimensioni della vita individuale e collettiva l'idea stessa di dar vita ad un evento come BiblioUp, in cui la dimensione sociale (la gente), la dimensione urbana (dove si vive e si lavora) e la dimensione culturale (il pensiero che riflette) si incontrano e si mescolano, è un trionfo.
Finalmente la cultura gode di spazi e tempi per esprimersi, in piena libertà , e la gente ha spazi e tempi per fruirne, in piena libertà . Finalmente la cultura è vissuta, organizzata ed offerta per quello che contiene e non per quello che può fruttare. Finalmente una cultura per riflettere e non una cultura per evadere. Finalmente una cultura "da gustare" e non una cultura "da bere".
Ho collaborato molto volentieri con gli organizzatori proponendo e allestendo alcuni eventi che sono stati inseriti nel programma di BiblioUp. BiblioUp, per come è stato concepito e realizzato, rappresenta, infatti, una occasione meravigliosa per mostrare (e dimostrare) che solo riflettendo sulla nostra realtà individuale e collettiva, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione, dal pensiero più astratto ed utopistico al pensiero più razionale, dalle più diverse forme artistiche alle più fredde e lucide analisi scientifiche, possiamo maturare una visione consapevole di noi stessi e del mondo che ci ospita.
In una parola, solo restituendo alla cultura il ruolo e la funzione che le spettano possiamo immaginare e costruire il futuro. A questo servono le biblioteche. E BiblioUp lo dimostra!
Pensieri per noi
La cultura per costruire il futuro
Per la rubrica
BiblioUp Festival
- Numero 122 ottobre 2014