Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Alberto Sordi a Villa Grazioli: Il Marchese del Grillo (1981)

Ambientato a Roma durante la seconda occupazione napoleonica del 1809, il film di Monicelli racconta le avventure del Marchese Onofrio del Grillo (Alberto Sordi), nobile romano alla corte di Pio VII (Paolo Stoppa), che, per sfuggire alla noia e all'ozio della vita di corte, ama frequentare bettole, bische clandestine e giovani popolane. Ma il principale passatempo, per il quale è famoso in tutta la città, è fare scherzi e burle ai danni di nobili e popolani, approffittando del suo potere e della sua impunità di nobile. Ispirandosi ad un personaggio dell'aneddotica romana, Monicelli mette in scena, con grande dispendio di mezzi, una commedia di costume romanesca alla quale si possono forse rimproverare certe cadute di gusto e strizzate d'occhio al pubblico. Ma lo spettacolo funziona grazie alla sapiente scansione degli episodi e all'istrionica interpretazione di Sordi che, nei suoi eccessi, anche di turpiloquio e volgarità, coglie l'ignavia, l'arroganza e la maleducazione dei privilegiati. Monicelli lascia fare, raccontando per una volta la storia dalla parte dei potenti e rinunciando ad una precisa condanna dei comportamenti di Onofrio. Alla fine il personaggio del marchese non sembra molto lontano dalla goliardiaca compagnia di Amici miei. A Villa Grazioli di Grottaferrata è girata un'esilarante scena del film. L'elegante dimora cardinalizia, trasformata nel Sei e Settecento in una villa principesca dalla famiglia Odescalchi, è utilizzata da Monicelli per ricreare gli ambienti fatiscenti del maniero di campagna abbandonato, dove il Marchese conduce l'amico Blanchard (Marc Porel), capitano delle truppe francesi (quando si gira il film, infatti, Villa Grazioli si trovava ancora in un desolante stato di abbandono). Nel mostragli la residenza nella quale andava in vacanza da piccolo, Onofrio e Blanchard si imbattono in una strega bambina che, malgrado il divieto, continua a dormire nella villa. Il marchese la caccia a pedate, ma lei giura vendetta, minacciandolo con una fattura. Degli interni di Villa Grazioli riconosciamo la bella scala a chiocciola e soprattutto la "Galleria del Pannini", che prende il nome dagli affreschi settecenteschi di Giovanni Paolo Pannini, uno dei più noti vedutisti dell'epoca. Nel film diventa il salone affrescato "dal Vasari o da un suo allievo" secondo quanto afferma il marchese. Il camino nel quale Onofrio, dove aver distrutto a calci una poltrona cinquecentesca per farne legna, prepara le bruschette e poi arroventa il baiocco da gettare alla streghetta, è invece un'aggiunta scenografica. Nella scena successiva Onofrio e Blanchard si affacciano al balcone della villa per lanciare la moneta arroventata alla povera malcapitata che danza nello spiazzo antistante l'edificio. Lei la raccoglie tranquillamente senza scottarsi affatto e ai due amici, stupefatti, non rimane che fare i debiti scongiuri. Le scene che mostrano gli esterni del casolare con la veduta della campagna circostante sono girate invece vicino a Tarquinia. Campione d'incassi della stagione, Il Marchese del Grillo vince il premio della miglior regia al Festival di Berlino, tre Nastri d'argento (miglior attore non protagonista a Paolo Stoppa, scenografia e costumi) e 2 David di Donatello (scenografia e costumi).

Per la rubrica Cinema - Numero 125 aprile 2015