Il turismo è uno dei settori principali dell'economia del nostro Paese. Attualmente contribuisce al 10,2% del PIL ed incide per l'11,6% sull'intera occupazione nazionale (dati ENIT 2015). L'Italia è al 5° posto come destinazione turistica mondiale più frequentata dal turismo straniero, dietro Francia, USA, Spagna e Cina.
In teoria, data l'enorme concentrazione di attrattive del nostro Paese, il turismo dovrebbe essere il principale settore economico italiano e per lo stesso motivo l'Italia potrebbe tranquillamente ambire al primo posto nella graduatoria delle mete più visitate al mondo.
Che cosa frena questo potenziale sviluppo? Gli analisti dicono che siamo indietro con le infrastrutture, la qualità dell'accoglienza non è sufficiente, mancano iniziative per sviluppare il turismo attraverso l'innovazione e le tecnologie digitali, sono ancora poche le startup innovative che operano nel settore.
Ma non è solo questo. Fino ad ora la promozione, l'animazione, l'informazione turistica, così come anche la modernizzazione delle aziende del settore, sono dipese fortemente dai fondi pubblici. Negli ultimi anni si è però verificata una progressiva riduzione degli stanziamenti per il turismo a disposizione delle amministrazioni regionali, provinciali e locali. Le istituzioni sono sempre più in difficoltà perché il modello "solo-pubblico" fino ad ora adottato non è più sostenibile. Così molti enti nati per promuovere il turismo di destinazione, che vivevano esclusivamente di sovvenzioni statali, negli ultimi anni sono crollati miseramente. Questa situazione ha comportato quindi la necessità di trovare nuovi modelli per la promozione delle destinazioni italiane, e di trovarli in fretta in quanto la situazione sta diventando sempre più complicata e difficile.
Il settore privato, anch'esso in sofferenza perché ha fruito con continuità di finanziamenti pubblici per gli ammodernamenti (oggi ormai ridotti a pochi euro), è molto preoccupato della mancanza di attività di promozione turistica degli Enti Pubblici. A tutto questo si aggiunge una sorta di antagonismo e di mancanza di fiducia reciproca fra pubblico e privato che, nella situazione attuale, aggiunge ulteriore debolezza al sistema turistico italiano.
Questo allarmante scenario impone ormai la definizione e l'attuazione di efficaci modelli orientati ad approcciare il mercato turistico in modo innovativo sotto tutti i punti di vista. Ciò però è possibile solo con il coinvolgimento del mondo imprenditoriale, per giungere ad una equilibrata partecipazione dei settori pubblico e privato sia nella promozione che nella vendita della destinazione turistica.
Questa è la vera sfida. Il modello cooperativo pubblico-privato è ormai un'esigenza imprescindibile e la promozione turistica dovrà essere effettuata da enti misti. Naturalmente abbiamo davanti un lavoro certosino in quanto le Amministrazioni Pubbliche ed il mondo imprenditoriale hanno generalmente visioni differenti e sistemi di gestione del denaro diversi.
Ai Castelli Romani l'argomento è allo studio, in modo molto operativo. Si sono già fatti i primi passi verso una struttura di promozione turistica che se finora è ancora tutta pubblica, è però fortemente orientata alla collaborazione con i privati. Sono in atto esperimenti di cooperazione che stanno portando a buoni risultati con soddisfazione da ambo le parti.
L'unità operativa DMO Castelli Romani (Destination Management Organization), nata a metà del 2015 nel Consorzio SBCR per volere di tutti i Sindaci dei 17 Comuni che compongono la destinazione, sta operando fattivamente coinvolgendo gli operatori del settore in varie forme: tavoli di co-progettazione, commissioni per il coordinamento degli eventi, materiali promozionali, gruppi di lavoro per la partecipazione ai workshop turistici B2B.
Per chiarire con un esempio pratico l'operato, analizziamo la partecipazione alle ultime Borse Turistiche della DMO e dei tour-operator castellani.
Sin dall'inizio la DMO ha aperto un tavolo di concertazione che fa da cerniera fra Agenzia Regionale per il Turismo, Unioncamere ed Enit da un lato (che promuovono sia con spazi espositivi i territori alle Borse Turistiche che con eventi e manifestazioni specifiche) e gli operatori locali dall'altro, in primis le Agenzie di incoming ed a seguire alberghi, ristoranti, artigiani, produttori di vini e specialità gastronomiche, agenzie di trasporti, ecc.
Al TTG di Rimini (13-15 ottobre 2016), la più importante borsa internazionale di turismo organizzata in Italia riservata agli operatori del settore, la destinazione Castelli Romani è stata rappresentata dalla DMO e da ben 25 operatori, una configurazione nata proprio sui tavoli precedentemente citati. La destinazione è stata ospitata nello stand della Regione Lazio. Le quattro agenzie castellane di incoming hanno presentato ai tour-operator, in massima parte stranieri, pacchetti turistici che coinvolgevano le attività di tutti gli operatori aderenti al progetto. Sono stati contattati una media di 25 tour-operator per ciascuna delle quattro agenzie. La Regione ha inoltre reso disponibile uno spazio nel proprio programma seminariale nel quale la DMO e gli operatori hanno presentato la destinazione e l'offerta turistica a tour-operator e giornalisti. Infine circa 200 operatori hanno partecipato all'aperitivo a base di porchetta, ciambelle e vino castellano offerto all'interno dello stand.
La DMO ha coordinato i tavoli di lavoro con gli altri enti e con i partner privati, ha organizzato la partecipazione della destinazione all'evento, ha prodotto vari materiali cartacei necessari per la promozione e per gli incontri con gli operatori, ha presidiato il desk informativo sui Castelli Romani, ha coordinato ed animato il seminario di presentazione della destinazione e l'aperitivo. Tutto questo con una spesa minima consistente essenzialmente in risorse umane ed in minime spese di trasferta e di stampa di materiale cartaceo specifico.
Il costo vero di partecipazione lo hanno assorbito i 25 operatori che hanno pagato la partecipazione alla borsa contribuendo alle spese per lo stand regionale, per il materiale promozionale ed i gadget. Inoltre le aziende vinicole hanno fornito le bottiglie dei loro migliori vini per l'aperitivo riservato ai tour-operator ed un noto produttore di porchetta di Ariccia è intervenuto direttamente offrendo i propri prodotti e servendo i partecipanti.
Alla fine tutti sono stati soddisfatti dei risultati, della spesa ben orientata e bilanciata fra pubblico e privato, nonché del ruolo ben riconosciuto della DMO nel coordinamento operativo.
Molto utile è stato anche il contributo delle agenzie nell'individuare prodotti editoriali specifici necessari alla promozione: guida in inglese, mappa descrittiva in italiano e inglese, pubblicazione con la descrizione della destinazione, dell'offerta turistica e dei partner. Materiale calibrato sulle reali esigenze del turista.
Visti i risultati positivi dell'esperimento, dopo il TTG di Rimini si continuerà nella stessa configurazione con le ultime due borse in programma quest'anno: la Borsa del Turismo Archeologico di Paestum e soprattutto il WTC di Londra, una delle più importanti borse turistiche internazionali.
Come vedete la cooperazione fra il settore pubblico e privato può attuarsi secondo un modello equilibrato, che tenga conto delle risorse economiche oggi disponibili e rispondente a reali criteri di efficienza ed efficacia. E' anche vero che in una configurazione più strutturata, la cooperazione pubblico-privata non è facile da gestire perché richiede regole, patti, doveri e impegni, consapevolezza, professionalità operativa e soprattutto risultati.
Ci sono nel mondo diversi interessanti esempi in cui enti di promozione turistica di destinazione si sono trasformati negli ultimi anni da pubblici a pubblico-privati, riuscendo a dimostrare in breve tempo l'efficacia di queste metamorfosi.
Certo, l'operazione riesce se l'organizzazione costituita adotta una visione ben precisa con obiettivi concreti, condivisi e ben definiti anche dal punto di vista temporale.
In tutto questo la politica ha sicuramente un ruolo importante di strategia e di supporto tattico, ruolo che però deve rimanere a livello alto e che non deve interferire con le azioni ed i programmi definiti e gestiti dagli esperti.
In conclusione, la verifica operativa dell'efficacia del modello di cooperazione pubblico-privata, ci convince sempre più che questo è ciò a cui la DMO Castelli Romani deve continuare a tendere: il prototipo funziona, ora bisogna ingegnerizzarlo.