Ciampino comune aeroportuale: un'espressione senz'altro azzeccata se andiamo a scorrere la storia dello scalo aereo intitolato a Giovan Battista Pastine.
Siamo ai primi del Novecento e un gruppo di imprenditori sta elaborando un ambizioso piano per realizzare, a una quindicina di chilometri a sud di Roma, a metà percorso lungo la via che porta ai Castelli Romani, una Città Giardino, che avrebbe ereditato il nome di Ciampino da un antico casale, con annessa vigna, nonché alcune infrastrutture ferroviarie sorte a metà Ottocento per iniziativa dello Stato Pontificio e quindi del giovane Regno d'Italia.
Più o meno nello stesso periodo, un brillante ufficiale del Genio Militare, Maurizio Mario Moris, individua nel medesimo sito il luogo adatto per la realizzazione di un grande aeroscalo, da destinarsi alle prestigiose macchine volanti del tempo: i dirigibili. Dopo non poche reticenze e tentennamenti politici, il Moris l'ha vinta e il campo d'aviazione di Ciampino prende corpo.
Durante la Grande Guerra lo scalo, ultimato nel 1916 e quasi subito dedicato a G. B. Pastine, ufficiale dirigibilista immolatosi durante una pericolosa missione, viene utilizzato dalle aeronavi della Regia Marina per il pattugliamento del Mar Tirreno.
Sono gli anni Venti, comunque, che vedono l'aeroporto ciampinese protagonista della scena aeronautica italiana.
Infatti, nel 1924, in un'area adiacente all'aeroscalo dei dirigibili, arrivano le nuove e più moderne macchine del cielo, gli aerei, che occupano una nuova base, intitolata a Luigi Sella e denominata Ciampino Sud, per distinguerla dalla preesistente struttura riconosciuta come Ciampino Nord.
Ma, nonostante l'arrivo dei velivoli ad ala, l'epopea dei dirigibili è tutt'altro che finita.
Lo testimoniano in maniera inconfutabile due avvenimenti eccezionali, entrambi legati al nome di Umberto Nobile.
L'Italia e il mondo intero assistono nell'aprile - maggio del 1926 alla trasvolata del dirigibile Norge che, partita appunto da Ciampino, raggiunge il Polo Nord, conquistando fama ed onore per Nobile, Amundsen e tutto l'equipaggio.
Due anni più tardi, nel marzo del 1928, la seconda spedizione di Nobile, ai comandi stavolta del dirigibile Italia. Un'impresa sfortunata, che si conclude tragicamente sui ghiacci della banchisa polare con la perdita di parte dell'equipaggio, tra i quali il ciampinese Renato Alessandrini, e il salvataggio difficile e fortunoso di Nobile e dei superstiti.
È il preludio alla messa a terra di questo tipo di mezzo volante, ormai nettamente surclassato dall'aereo.
L'aeroporto di Ciampino è nuovamente sotto le luci della ribalta nell'ottobre del 1930, quando, grazie alla genialità di un ingegnere, Corradino D'Ascanio, dalla sua pista si alza in volo un mezzo rivoluzionario: l'elicottero. La Domenica del Corriere, autorevole settimanale del tempo, dedica una copertina all'evento, ma, purtroppo, le istituzioni nazionali non comprendono la straordinarietà dell'invenzione - a differenza di altri Stati che subito danno impulso in questa direzione - e la fama del genio di D'Ascanio si offusca per poi rivedere la luce solo nel dopoguerra, quando il brillante tecnico inventerà la "Vespa", lo scooter a tutt'oggi più famoso.
Arrivano poi, sul finire degli anni Trenta, cupi e minacciosi, i venti di guerra. L'Italia rompe la sua neutralità il 10 giugno del 1940.
Sebbene i due campi d'aviazione di Ciampino fossero un sito militare di una certa importanza, essendo presenti alcuni reparti da caccia e da bombardamento della Regia Aeronautica, l'eco della guerra a Ciampino tarda a farsi sentire. Ma arriva. È il 19 luglio del 1943 e il paese, di certo a motivo delle infrastrutture militari, subisce il primo pesante bombardamento aereo alleato, in simultanea con l'attacco poderoso sferrato dalle Fortezze Volanti statunitensi sul quartiere S. Lorenzo di Roma.
Dopo questa tragica data, sono oltre la decina le incursioni che Ciampino subisce prima del termine delle ostilità . In particolare, quelle del 17 e 18 settembre del '43, che provocano il serio danneggiamento del complesso del S. Cuore, scampato al primo bombardamento di luglio.
Poi arriva la pace, almeno per questo territorio. È il 4 giugno del 1944 e gli Alleati mettono piede nel paese e nell'aeroporto, trovandolo completamente distrutto per effetto dei pesanti bombardamenti dei mesi precedenti.
Ma la voglia di ricominciare è tanta e così già dal 1946 lo scalo ciampinese, rimesso in sesto provvisoriamente dal lavoro americano, riprende le operazioni, stavolta sotto la veste civile. L'anno successivo ecco la cerimonia ufficiale di riconsegna, a seguito della firma del Trattato di Pace.
Non più diviso in campo Nord e campo Sud, ma distinto nei due ingressi di "Ciampino Ovest" e "Ciampino Est", la nuova aerostazione accoglie i velivoli delle compagnie aeree civili che inaugurano le rotte che collegano Roma a New York, Londra, ed altre Nazioni europee.
L'ascesa dell'aeroporto ciampinese è rapida. Siamo nel 1948 e la stampa nazionale può enfaticamente riportare il fatto che il G. B. Pastine, che riprende ufficialmente tale denominazione nel 1952, è "L'aeroporto internazionale italiano".
Gli anni Cinquanta sono il decennio d'oro dello scalo ciampinese. Da qui partono ed arrivano le personalità politiche, religiose, militari, dello sport e dello spettacolo, di tutto il mondo.
Ciampino aeroporto è perciò la porta di ingresso in Italia di quella che sarebbe poi stata definita "jet society" o anche "VIP" (very important person).
Una porta che si chiude nel 1961, quando entra in funzione il Leonardo Da Vinci, nuovo scalo aereo internazionale di Roma.
Tuttavia non è una chiusura definitiva, perché, dopo il suo primo mezzo secolo di vita, il Giovan Battista Pastine continua a far parlare di sé.
Ma questa è tutta un'altra storia
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In occasione del Centenario dell'aeroporto di Ciampino è stato organizzata presso la sala consiliare di Ciampino una mostra bella e interessante "Ciampino. L'Aeroporto, la Città ", che ha narrato a doppio filo la storia parallela e l'evoluzione della Città e dell'Aeroporto. "Conoscenza, valorizzazione, promozione e sviluppo sono le parole chiave intorno alle quali è stata costruita la mostra" - ha detto in più occasioni Michele Concilio, curatore dell'esposizione e autore della pubblicazione "Ciampino. L'Aeroporto, la Città " di cui come biblioteche suggeriamo la lettura. Sono tali tipologie di iniziative che le biblioteche dei Castelli Romani ritengono vadano valorizzate e riproposte al fine di promuovere il più possibile la conoscenza del proprio territorio, condizione indispensabile per la sua promozione e capacità attrattiva.