Nel suo ultimo film "Ex Libris" Frederick Wiseman (film presentato al festival di Venezia, in uscita nelle sale ad inizio 2018), col suo stile da inesorabile entomologo e classificatore delle strutture sociali, racconta, nei dettagli, al solito, la vita della Public Library di New York.
Diciotto milioni di utenti ogni anno, trentadue milioni di visitatori online. Ad 87 anni il documentarista Frederick Wiseman, mai stanco di narrare, ci presenta questo moderno Moloch con tutta l'energia che produce. "Il film presenta la biblioteca come spazio di apprendimento e scambio, senza differenze, nella mescola di razze, etnie e classi sociali. Osserva il luogo dai piani alti ai più bassi, dal Consiglio d'amministrazione ai lavoratori del call center: registra lo spirito del tempo, che al cartaceo affianca il digitale, filma le lezioni dei bambini, iniziati alla biblioteca esattamente come i bimbi osservavano le opere della National Gallery. Nel lavoro complessivo wisemaniano c'è sempre spazio per i nostri figli, c'è sempre sguardo al futuro" (Emanuele Di Nicola, BookCiak Magazine).
"Ricordo che andavo in biblioteca a prendere i libri - dice Wiseman stesso -. Ora le biblioteche offrono molto di più. Durante le riprese del film sono rimasto colpito nello scoprire la grande varietà di servizi, opportunità ed esperienze che le biblioteche forniscono a chiunque vi acceda. Le biblioteche odierne sono diventate dei centri comunitari con corsi dopo scuola per i bambini e corsi di formazione per gli adulti in lingue, cittadinanza, economia e informatica. A prescindere dall'attuale contesto politico americano, la biblioteca rimane un ideale di inclusione, democrazia e libertà d'espressione".
Con novantadue succursali della biblioteca disseminate tra Manhattan, il Bronx e Staten Island, la NYPL (questa la sigla con la quale tutti la conoscono) vuole essere una risorsa per tutti i residenti di questa città sfaccettata e cosmopolita.
Il racconto della Public Library di New è un poco il paradigma di cosa deve essere, e cosa in effetti è già , una biblioteca: la disponibilità diffusa, territorialmente al diritto alla conoscenza. Al diritto di vivere in comune. Insieme agli altri. Un democratico accesso alla sensibilità di tutti.
Oppure, ed è questo un altro portentoso miracolo delle biblioteche, se si vuole, anche a restare soli. In silenzio. Chiusi nei propri pensieri. Girando da uno scaffale all'altro, da un supporto all'altro, seguendo solo i desideri della propria mente.
E' bello perdersi. "Io vivere vorrei addormentato entro il dolce rumore della vita", per dirla con Sandro Penna: ad occhi ben aperti, però, sulle righe di un buon libro che ci illumini la strada.