Un romanzo che ha il rigore e i riferimenti documentari di un trattato di storia e di archeologia, ma contemporaneamente il pathos, i colpi di scena, la caratterizzazione precisa dei personaggi e dei loro sentimenti di un gradevole e ben costruito romanzo d'avventura: questo è Caligula, la più recente opera di Maria Grazia Siliato, poliedrica scrittrice e appassionata storica delle antiche culture dell'Oriente mediterraneo.
Racchiusa tra due "uccisioni", l'omicidio dell'imperatore Caligola e la distruzione emblematica delle due navi gigantesche che egli aveva fatto costruire sul lago di Nemi, la narrazione prende l'avvio dall'adolescenza in Germania di Gaius Caesar detto Caligola e ne ripercorre tutta la vicenda umana storica e psicologica svelandone insospettabili doti e capacità , e disegnando, pagina dopo pagina, la figura di un uomo dalla personalità insolita e complessa, diversa sicuramente dal ritratto del despota pazzo e megalomane tramandatoci dagli studi scolastici.
Accanto alla storia del giovane Gaius, che poi diventerà il successore di Tiberio, viene disegnata la storia della sua infelice famiglia, delle tragedie che la segnarono e che rimasero impresse nel cuore del futuro imperatore, e l'affresco inquietante del potere di Roma imperiale e degli innumerevoli compromessi, vessazioni, uccisioni, congiure di cui tale potere ha bisogno per "vivere".
E fu proprio il ricordo del padre Germanico, avvelenato per volere di Tiberio, che spinse il giovane imperatore a ordinare la costruzione di un monumento particolare: due navi grandiose con templi di marmo e oro che avrebbero dovuto galleggiare su uno specchio d'acqua circondato da boschi sacri, e ben noto a tutti gli abitanti del territorio castellano: il lago di Nemi che diventa emblematicamente la tomba dei sogni "di un personaggio innovatore e visionario, segnato dal bisogno irrinunciabile di creare utopie".
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Maria Grazia Siliato
Caligula
Milano, Mondadori, 2005