Dentro questo quadro ci piace rileggere alcuni percorsi decennali, che hanno spinto i servizi culturali e di formazione dei Castelli Romani a collaborare, a fare sistema, a valorizzarsi reciprocamente anche quando ancora non si parlava di economia della conoscenza e al contrario una netta separazione e un doveroso distacco sembrava dovessero persistere tra i fatti della cultura e quelli dell’economia.
Eppure le biblioteche di questo territorio nate o sviluppatesi dalla fine degli anni ’70 in poi non si sono mai sentite delle monadi, dei templi isolati destinati a conservare cultura, hanno sempre al contrario guardato all’esterno, considerato la propria collocazione dentro una comunità organizzata per la quale sentivano di svolgere un ruolo attivo e propositivo relativamente ai processi e ai piani di sviluppo che quella comunità aveva più o meno consapevolmente scelto.
Sviluppare cultura, far crescere e arricchire le competenze, sostenere processi di formazione permanente, aggiornare e aggiornarsi sullo sviluppo accelerato delle nuove tecnologie sono stati e sono tutt’ora processi complessi a cui le biblioteche si sono applicate con esiti più o meno positivi, ma che comunque hanno segnato una svolta decisiva nel rapporto tra cultura e società , tra cultura e mondo produttivo.
Uno dei campi privilegiati dalle biblioteche per sperimentare modalità di lavoro in rete e i cui risultati hanno reso manifesta la positività di tale approccio è stato quello della collaborazione tra biblioteche e scuole. Ne abbiamo scritto spesso e non vogliamo tornare sugli stessi temi, ma le novità che caratterizzano tale rapporto crediamo siano meritevoli di nota: intanto ricordiamo che cresce il numero delle scuole che aderiscono al sistema delle biblioteche civiche utilizzandone i servizi e le professionalità acquisite, dando vita a nuovi spazi scolastici dedicati al libro e alla lettura, in un’ ottica che va oltre gli obiettivi strettamente didattici e che promuove iniziative-ponte tra scuola e società , indirizzate ad una sempre più stretta integrazione territoriale; inoltre segnaliamo alcuni progetti fortemente innovativi che vedono collaborare istituti scolastici e biblioteche.
In ordine di tempo ricordiamo il progetto finanziato dalla Provincia di Roma Viv@vocescuolaonline che ha fatto nascere i giornali di carta dei singoli Istituti all’interno del giornale virtuale delle scuole castellane; il progetto di ricerca in rete per le tesi di fine ciclo dove la professionalità specifica del bibliotecario nell’organizzazione dell’informazione, nella ricerca delle fonti ecc., supporta i contenuti formativi forniti dalla scuola, introducendo gli studenti e gli insegnanti in campi alcune volte mai sperimentati, (l’uso delle nuove tecnologie per la ricerca); il progetto condotto in collaborazione con gli INFN per promuovere la divulgazione scientifica sul territorio (vedi anche l’articolo Comunicare fisica ospitato in questo numero), in cui le biblioteche hanno svolto un ruolo di mediazione tra scuole e Istituto di Ricerca, aperto ad offrire le proprie competenze alla voglia di saperne di più in campo scientifico espressa dalle scuole. Ancora, un progetto della Biblioteca provinciale di Roma (in fase di studio), sul come fare ricerca attraverso le fonti locali, indirizzato ad insegnanti e bibliotecari; i progetti legati al prossimo allestimento della Biblioteca dell’Arte nella sede del centro Culturale Carlo Levi di Genzano e all’apertura al pubblico del fondo Michael Ende, la mostra su Andersen che la Provincia di Roma mette a disposizione del Consorzio SBCR tra dicembre e marzo 2006 e le altre numerose iniziative, ormai tradizionali, ma non meno importanti, in programmazione: laboratori di lettura, visite guidate, bibliografie ragionate che annualmente le biblioteche predispongono per le scuole di ogni ordine e grado. Una rete dunque anche in questo caso tra enti, istituti, servizi territoriali, competenze e professioni la cui ramificazione si allarga a favore di un territorio che si auspica ne tragga le risorse necessarie per divenire a tutti gli effetti un territorio educante.
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- Numero 45 settembre 2005