Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Scrittori nei Castelli Romani

Scrivo quello che mi piacerebbe leggere

Abbiamo conosciuto Andrea Fraschetti, autore di una fortunata saga che si svolge tra intrighi e avventure nella storia antica e nell'archeologia. E lo abbiamo intervistato perché ci raccontasse lui stesso la passione e il gioco per la scrittura e la narrazione.

Avendo casualmente conosciuto Andrea Fraschetti, ed avendomi Andrea raccontato che scrive, mi sono subito incuriosita e ho cercato il suo nome tra i nostri scaffali... sì possediamo i suoi libri. Li leggo e li trovo affascinanti, così decidiamo di presentarne uno alla Biblioteca di Genzano "Le lacrime di Odino". La presentazione è ricca di spunti culturali e interessante, molte indicazioni arrivano per nuove letture. Allora mi sono chiesta: cosa significa per una biblioteca presentare libri? Sono sicura della risposta, significa diffondere il sapere, aprirsi alla conoscenza, veicolare l'informazione. Significa iniziare un dialogo e un confronto con i propri cittadini e i propri lettori, iniziare un dialogo che possa risultare proficuo e giovevole a tutti.

Non è scontato che tutti conoscano i servizi bibliotecari, tanto che spesso stentano a decollare anche nel nostro territorio, dove le biblioteche sono ormai qui da almeno cinquant'anni. Perché questo? Perché ci troviamo a vivere in una società nella quale ancora leggere e scrivere non sono attività abituali, lo studio fa paura o è fuori moda, i giovani che hanno studiato non trovano lavoro, ci troviamo immersi in una società nella quale l'unico elemento importante è la mercificazione e la riduzione dell'uomo a consumatore è ciò che conta; la fantasia, la creatività, l'emancipazione e la libertà fanno ancora paura. O si pensa siano sogni impossibili da raggiungere.

Eccolo il valore della scrittura, quell'eroico impegno cui porge mano e intelletto il nostro autore, Andrea Fraschetti, che si lascia andare sulle ali della fantasia e intreccia romanzi degni della migliore tradizione e letteratura, viaggiando nella storia con insolita bravura e ricordando e ritessendo avvenimenti di una realtà piena di conseguenze e vissuti, dalla quale trarre ispirazioni inedite.

Dunque romanzi intricati, pieni di suspence e di brivido ma anche romanzi che sanno ricostruire la storia antica e l'archeologia come pochi sanno fare. Questi sono romanzi che sicuramente piacciono a tutti, perché tutti proviamo quel gusto e quello strano sapore per l'avventura che affascina, allo stesso modo, tanti lettori di Irene e Andrea Fraschetti. Ma ancora di più fanno la loro parte l'amore e la passione per la storia e per l'archeologia di cui i libri di Fraschetti testimoniano una grande conoscenza.

Ora possiamo spingerci a chiedere: ma dunque, cos'è un libro? Perché leggiamo? È la lettura un modo tutto umano di divertirsi, "divertire" nel senso latino del termine ossia "volgersi altrove" e trovare nei romanzi, nella fantasia un quotidiano trasformato. La trasformazione è un volo che ci porta a sognare, a immedesimarci, a vivere ricche avventure ad occhi aperti. I romanzi sono un modo di "volare con il proprio corpo".

Nei libri di Fraschetti infine gli ingredienti ci sono proprio tutti per vivere un'esperienza straordinaria ma anche culturalmente efficace. Farete un bel viaggio se vorrete leggere i suoi libri, perché le aree geografiche e i tempi storici attraversati, sono proprio molti, così tanti da perdersi!


 

CHI È ANDREA FRASCHETTI

Andrea Fraschetti è nato a Milano nel 1960, è laureato in Economia e Commercio alla LUISS, con un master alla Erasmus Universiteit di Rotterdam, una carriera nell'amministrazione, controllo di gestione e finanza, in Italia e all'estero, culminata come Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo di un primario gruppo ICT Italiano e prematuramente interrotta per motivi di salute.
I suoi libri sono: "Le lacrime di Odino" (2014) scritto a quattro mani con la figlia Irene, seguito dal secondo di una fortunata saga "Il mistero della legione perduta" (2015) poi "La mappa e l'ascari" (2016) e "La tomba nel fiume" (2018), tutti pubblicati per i tipi de "Il Ciliegio".

 


Intervista

Dott. Andrea Fraschetti come è nata la sua passione per la scrittura?

Per gioco. Da bambino soffrivo la sindrome del "foglio bianco" e alle medie scrivevo "largo" per fare temi lunghi almeno una colonna e mezzo di foglio protocollo. Tutto cambiò al Liceo, forse per i contenuti diversi. Diventai "logorroico", facevo temi di otto, anche nove pagine, ovviamente direttamente in "bella", perché non ci sarebbe mai stato il tempo per ricopiare... Tutto sopito da una vita lavorativa in finanza e amministrazione. Finché, con la pensione, è tornato il tempo libero. Poi mia figlia, la scrittrice vera della famiglia, mi ha coinvolto in questo gioco. Nacque tutto in un pomeriggio al Centro Commerciale. Eravamo andati in libreria, io e Irene, a cercare qualche libro. Dopo una mezz'oretta ci siamo guardati in faccia senza aver trovato novità interessanti, così le proposi di scriverci noi un libro che ci piacesse... Lei mi guardò seria... io cominciai a pensarci... andammo al Mc Donald's di fronte, ci sedemmo al tavolo con due pacchetti di patatine e cominciammo a buttare giù soggetti e bozze di trame, usando i fazzolettini di carta. La commessa deve averci preso per matti! Rimanemmo lì quasi tutto il pomeriggio, e quando tornammo a casa avevamo un bel pacchetto di carte tra le mani!

Ci parla della sua prima trilogia?

Il capostipite è "Le lacrime di Odino". L'idea di partenza era quella della pandemia che veniva da lontano. Questo ci permise di inserire la storia dei vichinghi in America, il team "allargato" di archeologi, l'ambiente e i personaggi dell'Università. Eravamo ingenui, inventavamo i personaggi mano a mano che ci servivano. Irene, cinefila e ora sceneggiatrice, escogitò un sistema per delinearli. Immaginavamo che fosse un film e giocavamo a definire a quale attore affidare la parte. A quel punto, il personaggio prendeva il nome dell'attore scelto e noi inventavamo il cognome. L'archeologo, per esempio, era Ryan Gosling, che diventa Ryan Jones (omaggio a Indiana Jones). Johnny Bennet era il Johnny Depp del film "Secret Window". Infine il titolo, forse il migliore della serie, versione vichinga delle "lacrime di San Lorenzo" la pioggia di meteoriti estiva.
Poi Irene ha abbandonato il progetto, migrando su horror e fiabe per bambini, così io mi sono ritrovato con un cast da utilizzare. Il secondo libro, "Il mistero della legione perduta", nacque da un trafiletto, letto credo su National Geografic, in cui si parlava della stranezza di una città cinese in cui gli abitanti hanno una percentuale di DNA caucasico superiore al 50%. Da lì, e dalla mia passione per la storia romana, l'ipotesi che potessero essere i discendenti dei superstiti di una legione romana scomparsa alla battaglia di Carrae. Seguì un grosso lavoro di ricerca storica, per giustificare i 18 anni trascorsi tra la battaglia e lo scontro di truppe cinesi con una "soldati che si battevano con una strana formazione a scaglie", citato dagli annali Han, che si ipotizza possa essere stata la "testudo" romana.
Il terzo nacque dal suggerimento di un amico, Marco Lucchetti, che mi sfidò a scrivere dell'arca dell'alleanza. Obiettai che l'aveva già fatto un certo Spielberg, ma lui disse che era troppo "fantasy" e che avrei potuto trarne qualcosa di più "realistico" e "credibile". La sfida era grossa e mi coinvolse... e così arrivai a chiudere la trilogia, dopo aver arricchito il "cast" di nuovi personaggi.

Quali sono invece gli ultimi suoi libri?

In uscita a marzo c'è il quarto volume della "trilogia", ormai diventata una saga. Il titolo "La tomba nel fiume" è evocativo del mito della sepoltura di Alarico nel letto del fiume Busento, una reminiscenza della storia studiata sul sussidiario delle elementari, da un bambino la cui fantasia galoppava. La storia intreccia il passato, con il racconto romanzato della prigionia di Galla Placidia e della marcia verso sud dei visigoti, dopo il sacco di Roma, con il presente, in una sordida storia di riciclaggio di rifiuti tossici. Rincontreremo un personaggio che nel terzo volume è stato particolarmente gradito ai lettori, ma preferisco non dire altro. In programmazione presso la casa editrice c'è il quinto episodio della serie, che vedrà il ritorno del fratello reporter di Ryan Jones, Karl. Titolo provvisorio "La moneta di Varo", che tradisce come la parte antica del romanzo sia costituita dalla disfatta delle legioni romane nella Selva di Teutoburgo. La parte moderna invece, è storia di profughi: un militare tedesco nell'immediato dopoguerra, un siriano dei giorni d'oggi.
Infine, sto mettendo mano ad una storia ambientata in America Latina... con il solito cocktail di antico e moderno!

In che modo sua figlia ha partecipato alla stesura dei suoi romanzi?

Il primo romanzo lo abbiamo scritto a quattro mani, condividendo l'ideazione di tutti i personaggi e delle trame dei vari spezzoni. Scrivevamo letteralmente insieme, di notte ai due lati del tavolo del tinello, con i pc "spalla a spalla", decidendo volta per volta chi dovesse scrivere il capitolo successivo e scrivendo in parallelo, grazie all'esistenza delle storie "ad intreccio". Dibattevamo tutto, da "chi dovesse morire e chi no", come e quando. E' stata una vera condivisione.
Poi ho proseguito da solo, ma sfruttando il nucleo originario di personaggi e situazioni ideati per "Le lacrime di Odino". Devo molto ad Irene; senza di lei non avrei mai iniziato questo gioco, che mi sta dando molte soddisfazioni.

Romanzi intricati, pieni di suspence e di brivido ma anche romanzi che sanno ricostruire la storia e l'archeologia come pochi sanno fare. Che cosa significano per lei la storia e l'archeologia?

Una grande passione, coltivata fin dai banchi di scuola, parzialmente sopita nel corso della vita lavorativa, per mancanza di tempo, e "riesplosa" con il pensionamento. Ho coltivato questa passione con il mio hobby parallelo, il modellismo di figurini. Realizzare figurini militari (sì, proprio quelli che i profani chiamano soldatini o "pupazzetti") è un po' una scusa per studiare regolamenti, uniformi, battaglie, campagne... e poi, per contestualizzare, si finisce con l'approfondire, al punto che poi la realizzazione del figurino può anche non avvenire più e la ricerca diventa un piacere fine a se stesso...
I suoi sono romanzi che sicuramente piacciono a tutti. Infatti tutti abbiamo quel gusto e quello strano sapore per l'avventura che affascina, allo stesso modo, tanti lettori di Irene e Andrea Fraschetti. I suoi libri hanno avuto grande successo di pubblico. Cosa direbbe a questo proposito?
"Grande successo di pubblico" sono parole grosse... diciamo che ho ricevuto attestati di gradimento inaspettati e quindi piacevoli. Premesso che non parliamo di letteratura "alta", ma di quelli che potrebbero essere definiti "romanzi da ombrellone", a me piace inserire nelle mie storie fatti reali e fatti inventati ma credibili. Ne "La mappa e l'ascari" sulle ambe etiopiche faccio incontrare ad uno dei miei personaggi il Tenente Indro, da Fucecchio: un omaggio esplicito a Montanelli, del quale avevo appena finito di leggere il diario di quel periodo. Solo un esempio, ma ho avuto conferma che queste piccole "chicche" sono gradite. Come il match di boxe nel campo di prigionia in Sud Africa, dove si affrontarono due prigionieri italiani che dopo la guerra conquistarono il titolo italiano in due categorie diverse.
Così come mi è piaciuto aprire il volume in uscita a marzo, "La tomba nel fiume", con la citazione della poesia di August Graf Von Platen "Das Grab im Busento" e della traduzione che ne fece Carducci.
Io scrivo quello che mi piacerebbe leggere, forse è questo il segreto. Così, come da bambino divoravo i romanzi di Salgari, oggi, con lo stesso spirito "fanciullesco", mi scrivo le avventure che avrei voluto leggere.

Durante la presentazione del libro "Le lacrime di Odino" che è stata organizzata a Genzano il dicembre scorso, è stato fatto un simpatico paragone con il cinema. Ci può raccontare? 

Alcuni lettori mi hanno detto che i miei romanzi si presterebbero ad una trasposizione cinematografica. Probabilmente c'è un fondamento di verità, anche se credo che date le location in cui sono ambientati, il costo sarebbe proibitivo...
Probabilmente questa sensazione deriva dall'uso del dialogo che faccio nei romanzi, che ad un profano può dare l'impressione di una simil-sceneggiatura.
Se poi volessimo usare i personaggi cui ci siamo ispirati, beh il budget sarebbe faraonico. Per "Le lacrime di Odino", per esempio, avremmo nel cast Ryan Gosling, Johnny Depp, Anne Hathaway, Scarlett Johansson, Sandra Bullock, Keanu Reeves, Sean Connery, Donald Sutherland, Dwayne Johnson, Kate Winslet... una folla di Oscar non indifferente!
Ne "Il mistero della legione perduta" alcuni personaggi si perdono, ma se ne aggiungono altri, fra i quali Raul Bova... e così via!

Grazie