Forse qualche anno fa non avrei mai pensato che un Presidente di un Consorzio di servizi bibliotecari avrebbe avuto a che fare con sviluppo locale e sostenibilità . Eppure fin dai primi passi del mio mandato ho toccato con mano quali concrete e potenziali risorse la cultura e le sue istituzioni tenessero in serbo per lo sviluppo. Tra i diversi ambiti di intervento del Consorzio SBCR, molti mi apparivano logicamente collegati alla natura stessa dell’Ente e mi riferisco a tutti i servizi forniti dal Consorzio alle biblioteche, dalla formazione all’aggiornamento, dalla catalogazione al prestito interbibliotecario, dalla gestione delle raccolte alle attività di promozione…ma quando mi sono per la prima volta imbattuto nella pratica relativa alla L.R.40/2000 sulla programmazione integrata ho guardato con altri occhi l’Ente che mi accingevo a presiedere.
Leggevo in diversi documenti che le biblioteche a livello programmatico si ponevano all’interno di un cluster di istituzioni, imprese, cittadini integrati e interconnessi tra loro, che le competenze dei bibliotecari - professionisti nell’organizzazione dell’informazione e nella mediazione della conoscenza - risultavano essere strategiche in una società che dava sempre più peso alla conoscenza, alla memoria e alle identità locali per garantire sviluppo e ricchezza nell’era della globalizzazione.
Mano a mano che prendevo coscienza e facevo anche mio un dibattito e una riflessione che già da diversi anni animava il mondo dei bibliotecari, la famosa pratica relativa alla L.R. 40/2000 assumeva ai miei occhi un valore diverso. Capivo quanto fosse stata importante quella candidatura nata dentro il mondo delle biblioteche, capivo che non si trattava più di scontate affermazioni di rito sul valore della cultura per un territorio, ma di azioni concrete che fornivano contenuti a tali asserzioni, mai da nessuno disconosciute, ma raramente tradotte in progetti.
L’accoglienza da parte della Regione Lazio della candidatura dell’area proposta dal Consorzio apre importanti prospettive per l’intero territorio e cade in coincidenza positiva con l’iniziativa avviata dalla Provincia di Roma sui distretti culturali. Proprio la presenza di sistemi di servizi culturali - le nostre biblioteche, i musei - la presenza attiva di altre forme di cooperazione - comunità montane, parchi - la rete di relazioni pubblico/privato nate dai patti territoriali, dai Gal, da altri istituti di concertazione che la più recente normativa ha messo a disposizione di enti e attori locali, fa guardare al nostro territorio con particolare interesse, quasi un incubatore di buone pratiche, un luogo dove sperimentare nuovi modelli di sviluppo. Conosco e non sottovaluto le difficoltà , le resistenze, la fatica di sperimentare il nuovo, eppure le coincidenze positive di questi ultimi mesi - l’assegnazione dell’area, l’ipotesi distrettuale, la nascita di nuove strutture di cooperazione e non ultimo la decisione dell’UNESCO di dedicare l’annuale giornata della lettura allo sviluppo sostenibile - mi fanno guardare con ponderato ottimismo al futuro.
Coincidenze positive
Quando la cultura diventa soggetto di sviluppo
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Primo piano
- Numero 41 aprile 2005