RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

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La rabbia giovane

Fine anni Cinquanta. In una cittadina del Sud Dakota, il venticinquenne Kit (Martin Sheen) s'innamora dell’adolescente Holly (Sissy Spacek). Quando l’autoritario padre della ragazza ne impedisce la relazione, Kit lo uccide freddamente. I due giovani si danno quindi alla fuga diretti in Canada, eliminando tutti coloro che vogliono catturarli.
Folgorante esordio di Malick, autore enigmatico che in oltre trent’anni di attività ha girato soltanto altri due straordinari film, I giorni del cielo (1978) e La sottile linea rossa (1998). La rabbia giovane trae spunto da un fatto di cronaca (il caso Starweather-Fugate); il regista americano spoglia la storia dei due fuggitivi di ogni traccia di facile ribellismo (Kit ha la faccia da bravo ragazzo e ostenta buone maniere; Sissy è bella e innocente), sottolineando invece l’atto gratuito e incosciente di una generazione che, più che arrabbiata, sembra annoiata e sola. Ma la vera forza del film è quella di riuscire nell’intento straordinario di raccontare la violenza con la poesia, il disagio e la solitudine come una riflessione filosofica sul senso dell’esistenza, complice anche l’uso della voce fuori campo di Holly che, con un misto di stupore e indifferenza, racconta la storia leggendo brani del suo diario. La solitudine dei personaggi è amplificata, poi, dal magistrale uso degli spazi sconfinati, dove l’uomo è sempre piccolissimo e parte di un tutto. Anche nelle scene più crude, come quando il padre di Sissy uccide il cane della figlia per punirla, è sempre la natura a prevalere, le voci e la presenza degli animali, il vento, il cielo, i tramonti bellissimi.
La presenza della voce off diventerà una delle cifre stilistiche più peculiari del cinema di Malick, straordinario nello sfruttarne tutte le potenzialità (pensiamo a La sottile linea rossa). Essa non si limita a spiegare meglio la vicenda, ma assume un effetto straniante che consente di osservare i personaggi dall’esterno in modo da poterne cogliere gli aspetti più profondi.
La rabbia giovane è stato un modello per diverse generazioni di cineasti da Steven Spielberg (Sugarland Express) a Oliver Stone (Natural Born Killers), da Ridley Scott (Thelma & Louise) a David Lynch (Cuore selvaggio) fino ad arrivare al nostro Gabriele Salvatores di Io non ho paura che deve tantissimo all’immaginario malickiano.
Praticamente sparito dalla circolazione, il film, che nel corso degli anni è diventato un vero cult, è ora riproposto in un dvd che restituisce i colori e l’audio originali. Da segnalare tra gli extra il documentario Absence of Malick, con interviste ai collaboratori del regista e ai due protagonisti: Martin Sheen («Capii subito che era il ruolo di una vita») e Sissy Spacek («Tutte le cose importanti che ho imparato riguardo al cinema, le ho imparate facendo quel film»).


“La rabbia giovane”, USA 1973, regia di Terrence Malick, con Martin Sheen e Sissy Spacek.

Per la rubrica Mediateca - Numero 40 marzo 2005