RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Natale ai Castelli

Dove sta andando la letteratura per l’infanzia?

Intervista a Gabriella Armando, esperta di letteratura per l’infanzia, fondatrice della Casa Editrice Nuove Edizioni Romane.

La Casa Editrice su citata nasce nel 1977, il catalogo conta ad oggi circa 200 titoli e la sua sede si apre sulla bella e silenziosa piazza Santa Cecilia a Roma. La distinguono e la impongono per la qualità le collane per ragazzi e una importante serie di testi di psichiatria che, insieme alla rivista Il sogno della farfalla, fanno capo alla scuola di Massimo Fagioli.

Gabriella Armando ha ritagliato un discreto arco di tempo per rilasciarci questa intervista.

Nel più recente panorama della letteratura per ragazzi si assiste, da un lato, ad una gran fioritura di collane tascabili, economiche, che producono tanti libri l’anno (pensiamo a tutta la “Junior” e ai “Piccoli Brividi” di Mondadori, a “Il Battello a Vapore” della Piemme, tanto per citarne alcune); dall’altro, ad una ricerca più selettiva e raffinata, sia a livello contenutistico che grafico, da parte dei piccoli editori.

Senza nulla togliere al valore di tante proposte dell’editoria industriale, è certo che il piccolo editore pone la qualità del libro e la ricerca al primo posto del suo lavoro.

Come riesce a stare al passo dei tempi la letteratura per l’infanzia?

Vi sono tantissime iniziative in proposito, legate ai programmi editoriali ed alle possibilità dei budget, quindi vi sono libri con CD, con cassette, che si agganciano a personaggi o a temi televisivi, e vi sono al contempo – come sempre – libri innovatori e formativi in un’ottica moderna.

Che direzione sta prendendo la letteratura per ragazzi?

Impossibile rispondere con una qualche precisione a questa domanda. Resta il fatto che anche nel campo della letteratura giovanile vale ciò che vige nella letteratura per adulti: il peso enorme che ha la pubblicità mass-mediatica, capace di imporre alcuni titoli in quantità tali da ridurre in un angolo titoli a volte di maggiore valore.

La tv coi suoi cartoni fantasmagorici e a volte violenti ha modificato anche la scrittura?

Il linguaggio tv, come tutti sanno, ha impoverito moltissimo l’uso, la diffusione e la ricchezza della nostra lingua. Inoltre è molto frequente, per esclusive ragioni di commercio, che escano fuori libri cosìddetti per ragazzi da parte di star televisive che nulla hanno a che fare con un uso creativo del discorso letterario.

I piccoli lettori vanno in qualche modo orientati fra le varie “tendenze” letterarie o lasciati a briglia sciolta, almeno nel piacere di scegliere un libro?

Questo è un grande argomento di dibattito per gli addetti ai lavori. In effetti c’è chi pensa che tutto vada bene purché i bambini e i ragazzi leggano. C’è invece chi – e tra questi si allinea il mio percorso editoriale – pensa che ai ragazzi vada dato proprio quanto di meglio l’adulto colto ed affettivo è in grado di scegliere. Un esempio per tutti: ha un successo enorme fra i ragazzini tutto il materiale librario e non legato al topo Geronimo Stilton. Io personalmente non ritengo che questo si traduca in capacità e voglia di leggere.

La sua casa editrice svolge da anni un lavoro particolare nel riproporre i classici ai ragazzi, sia in chiave narrativa che teatrale. Esiste un pubblico per questo?

Il pubblico esiste, altrimenti avremmo dovuto smettere, ma è un pubblico numericamente incommensurabile con quello che accede ai libri di assalto.

Cosa pensa del fenomeno “Harry Potter”? E di tutto il proliferare di genere “fantasy” seguito alla pubblicità del mago più famoso d’Europa?

Nulla da obiettare sul genere fantasy che ha tutto il diritto di esistere e di appassionare i ragazzi, ma il discorso Harry Potter si rifà a quanto detto sopra e cioè al fatto che l’imposizione di tutta la produzione libraria ad esso collegata ha tolto in maniera incalcolabile spazio ed accesso ad una bellissima produzione di qualità che i piccoli editori continuano a portare avanti, trovando scarsissima accoglienza presso le librerie e presso i megastore sempre più abituati a vendere i libri a peso.

Da indagini statistiche, dopo l’ultima Fiera del libro per ragazzi di Bologna, è emerso un incremento nella lettura del genere humor, a discapito dell’horror tanto acclamato dai bambini. Come spiega questa inversione di tendenza?

Se questa inversione fosse vera – ma io non credo alle statistiche – non ci sarebbe che da esser felici e sarebbe forse una risposta a un certo tipo di gusto perverso per le azioni violente, millantate come terapia contro gli orrori dei telegiornali.

Sono passate di moda le favole morali, didattiche, finalizzate a costruire il bambino obbediente, il buon adulto…?

Sì, e verrebbe da dire per fortuna, quando però questo non si traduca in un’educazione al contrario, cioè nel dare valore ai non valori.

La crescente nevrosi dell’infanzia, non può essere causata dal sovraccarico di notizie violente propinate dalla cronaca nera che entra da tutto il mondo in casa tramite i mass media elettronici e la stampa?

Senza nessuna pretesa specialistica, il semplice buon senso risponde di sì.

Non sarebbe il caso di creare anche una “cronaca bianca”?

Bisogna vedere cosa s’intende per cronaca bianca: se si tratta di dire bugie, le bugie non vanno dette. Ma se si tratta di regalare ai bambini e ai ragazzi, attraverso la favola scritta e le immagini, il gusto per la bellezza, la fantasia e l’avventura, allora evviva la cronaca bianca.

In che modo può collaborare un editore per l’infanzia con uno psicologo, uno psichiatra per bambini?

Nel caso delle Nuove Edizioni Romane non si tratta di pubblicare un libro ricorrendo ad una consulenza, ma si tratta, caso abbastanza eccezionale, di portare avanti da quasi trent’anni un catalogo dove coesistono due soli generi: una serie di libri per ragazzi studiati nel tempo, e di testi psichiatrici che fanno capo alla ricerca e alla teoria di massimo Fagioli, autore, fra l’altro, del volume Bambino donna e trasformazione dell’uomo.

Per la rubrica Natale ai Castelli - Numero 38 dicembre 2004