Il 25 aprile è ancora una ricorrenza che fa discutere, che suscita polemiche e contrasti tra politici, storici, giornalisti. Di resistenza e revisionismo storico si dibatte a più riprese sui media e per il giorno della liberazione ci si offre da alcuni anni un panorama eterogeneo di prese di posizione che nella maggioranza dei casi sembrano più legate all’urgenza della lotta politica che all’esigenza di contestualizzare storicamente fatti decisivi della nostra storia e della nostra memoria. Ai Castelli Romani per questo 25 aprile vi vogliamo segnalare due cose, diverse tra loro, ma che ci sembra vadano in controtendenza rispetto all’uso della storia finalizzato a polemiche legate al presente, fenomeno non isolato che credo non giovi alla nostra democrazia.
Prima di tutto un invito a leggere un libro. Recentemente riapparso in libreria per i tipi de “il nuovo melangolo” Guerriglia ai castelli Romani di Pino Levi Cavaglione: è un diario di guerriglia, che lungi dal celebrare o esaltare eventi, racconta con precisione, rigore, fuori da ogni retorica, fatti accaduti in quegli anni, che hanno visto protagonisti uomini e donne che si sono trovati a dover prendere parte ad una guerra e, senza scampo, nella necessità di uccidere. L’autore, genovese, militante di Giustizia e libertà, arrestato dai fascisti passa attraverso il confino e i campi di concentramento, da cui viene liberato nell’estate del ’43 E’ da lì a pochi mesi che parte il suo racconto tra i partigiani dei Castelli Romani le cui azioni di lotta ci racconta in modo scarno, quasi contratto senza mai cedere alle emozioni, senza enfasi retorica, ma ugualmente carico di umano e tormentato riflettere sull’uomo e sulla necessità tutta concreta di uccidere con lucida crudeltà. Sappiamo che su questo testo stanno lavorando alcune scuole dei nostri comuni, ci piacerebbe conoscere l’effetto che le parole di Cavaglione hanno avuto su di loro, ci piacerebbe sapere quanto la lettura di questo piccolo libro, carico di tanta drammatica testimonianza, ha inciso sul loro modo di comprendere fatti e accadimenti così lontani. E ci piacerebbe confrontare tale sentire con quello della generazione immediatamente precedente: credo infatti che molti di quelli che negli anni ‘ 70 erano ventenni abbiano imparato a considerare la resistenza soprattutto come un grande moto di popolo, capace di ridare la libertà al nostro paese, con una guerra giusta che avrebbe permesso al nostro mondo, alla nostra civiltà di non fare mai più la guerra. Ma sappiamo che così non è stato…probabilmente poco allora si è ragionato sul che cosa aveva comportato quella guerra in termini di odio, morti ammazzati, vendette, ritorsioni personali: chissà se un’approccio meno retorico e più concreto - lancio qui solo un tema su cui riflettere, senza pretese di verità - avrebbe protetto i giovani che eravamo allora da scelte insensate per se stessi e fatali per il movimento democratico che ha attraversato in quegli anni il nostro paese.
Ci sono poi libri e iniziative altrettanto importanti che hanno concentrato la loro attenzione su un altro tipo di resistenza, non quella delle armi, ma quella quotidiana delle popolazioni, si tratta di iniziative cariche di valori per le giovani generazioni e che indagano proprio sul nostro territorio per vedere come questo ha risposto nella vita di tutti i giorni alla tragedia del fascismo: i libri del prof Ugo Mancini vanno senz’altro in tal senso ed anche le iniziative che l’Anpi porta avanti con le scuole e che trova nello spettacolo organizzato per il 24 aprile a Genzano un’ importante testimonianza
A tale proposito riportiamo la scheda relativa allo spettacolo in programma a Genzano per il 23 e 24 aprile inviataci dagli organizzatori.
“TRILOGIA DEL RESISTERE”
Uno spettacolo multimediale di Willy Becherelli
“Trilogia del Resistere”: ci sono momenti storici dove le persone resistono strenuamente al dilagare del demone della distruzione quando”Il sonno de la ragione genera mostri”. Sono momenti dove solo il coraggio, la coerenza, la poesia e la pietas possono frenare e sconfiggere il potere della guerra. Si parla infatti di tre momenti estrapolati dal vissuto della popolazione di Genzano, dall’avvento del fascismo, alla II guerra mondiale. Momenti di intensa drammaticità dove poche persone ebbero il potere di riscattare gli umani dall’ineluttabilità del bisogno di annientare il diverso da sé.
Le grandi immagini, la musica e il teatro rievocheranno questi momenti con lo scopo di creare dei punti fermi nella Storia, riaffermare i valori che con fatica hanno affermato la Democrazia, ma soprattutto stimolare e educare le nuove generazioni a tenere alta la soglia d’attenzione per prevenire vecchi e nuovi fascismi, vecchie e nuove tirannie.
La memoria si intreccerà con la storia e con il teatro. Si darà voce alla testimonianza di alcuni protagonisti. Si parlerà dell’operato delle Piccole Suore dell’Assunzione che con modeste possibilità e grande spirito altruistico hanno assistito la popolazione di Genzano durante i bombardamenti.( Il testo è estratto dal “Diario di guerra”). Si assisterà a drammatizzazioni di testi scritti dal prof. Ugo Mancini: L’omicidio da parte dei fascisti nel 1924 del socialista Salvatore Buttaroni e le idee e le persecuzioni subite da Tommaso Frasconi, Sindaco di Genzano e straordinario promotore delle lotte per migliorare le condizioni lavorative dei braccianti all’inizio del XX secolo.
Piccola bibliografia
- Ugo Mancini, Lotte contadine e avvento del fascismo nei Castelli Romani, Roma, Armando, 2002
- Ugo Mancini, 1939-1940. La vigilia della seconda guerra mondiale e la crisi del fascismo a Roma , Roma, Armando, 2004
- Ugo Mancini. La lotta politica ai Castelli Romani tra Ottocento e Novecento. In Giornale di Storia Contemporanea n.1, giugno 2006. Gruppo Periodici Pellegrini. (pp. 31- 56)
- Ugo Mancini, Terra e democrazia nell'evoluzione civile dei Castelli Romani dall'Unità alla liberazione, in Autori Vari Sguardi sui Castelli Romani, Mercanti editore, Grottaferrata 2006, pp. 127-151
- Ugo Mancini, Il fascismo dallo Stato liberale al Regime, Rubbettino editore, in stampa