Márai Sándor
La donna giusta
Adelphi, 2004
L'amore e l'amicizia non esistono, la cultura muore definitivamente insieme alla classe borghese che l'ha prodotta, invidia, volgarità , bassi sentimenti sembrano fare piazza pulita di un passato glorioso e definitivamente perduto.
Nella Donna giusta Sà ndor Mà rai si abbandona ad un pessimismo totale nella lettura disincantata del mondo e degli uomini, delle relazioni che li legano, delle passioni che li travolgono dentro una realtà ineluttabilmente in disfacimento, senza più alcun ordine dato e nel buio di un futuro ancora sconosciuto.
Eppure le figure che si raccontano, indagando lucidamente sui propri e gli altrui sentimenti, senza affettazione o pietose coperture sono esemplari di un'umanità severa, che poco si concede, che comunque non passa superficialmente nel mondo. Un'umanità alta, non mediocre da qualsiasi classe provenga, in grado di capire e interpretare le azioni e le scelte anche quotidiane con l'occhio costantemente rivolto a ciò che accade.
Il romanzo pubblicato per la prima volta nella sua versione completa, è composto da quattro lunghi monologhi in prima persona, narrati da personaggi diversi. I primi due capitoli erano stati scritti da Mà rai per l'edizione originale, data alle stampe nel '41; a questi se ne era aggiunto un terzo, scritto durante l'esilio in Italia e confluito in una ristampa tedesca del '49; ed un quarto, pensato come epilogo e poi destinato ad un'ultima pubblicazione insieme a quello precedente.
Il risultato ci restituisce una storia raccontata quattro volte, dai diversi protagonisti in prima persona: un uomo, le sue due mogli, uno scrittore e un giovane batterista, al quale l'autore affida il compito di rivelare al lettore la conclusione della vicenda. Se i primi due monologhi riescono a coinvolgere il lettore in modo totale, inchiodandolo al testo, senza soluzione di continuità le altre due parti seguono un andamento più lento e faticoso, ma ugualmente sollecitano ad andare avanti non tanto per sapere come la storia - che sarebbe sbagliato definire d'amore, perché d'altro si tratta - andrà a finire, quanto per la sottile capacità del testo di tenerti imbrigliato dentro l'atmosfera di un'epoca ormai trascorsa - ma così amata da Mà rai da renderla attraente anche per chi non vi si riconosce - di una città che i protagonisti portano stampata dentro anche a Roma e a New York e che ci viene restituita nel suo grande fascino, anche sotto i bombardamenti che ne distruggono i ponti, sancendo la scomparsa di quel bene inestimabile, la cultura, sulle cui macerie non è dato a Mà rai di sopravvivere. Il libro è disponibile nelle biblioteche di Ciampino e Monteporzio Catone.