Gina Marziale è nata a Roma, compie gli studi artistici diplomandosi prima presso l'Istituto d'Arte di Roma poi presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, completandosi nell'arte incisoria.
Successivamente, vincitrice di cattedra, insegna disegno e storia dell'arte per un ventennio.
Fin da giovane si dedica alla pittura partecipando a numerose esposizioni nazionali e internazionali riscuotendo successi di critica in numerose città quali Roma, Milano, Torino, Saint-Vincent, Miami, Mosca, Madrid, Cairo, Alessandria d'Egitto.
Nel 1971 presenta la sua prima mostra personale alla Galleria Astrolabio Arte di Roma, ne seguono molte altre, (circa venticinque) in varie gallerie d'arte italiane ed estere.
Sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private ed ha firmato svariate copertine per libri di saggistica e narrativa. La pittrice è presente nelle seguenti pubblicazioni: Catalogo degli artisti Arte Contemporanea; Archivio per l'Arte contemporanea del '900; Art Diary International; Flash Art; I Quaderni dell'arte; Eco d'arte moderna. Partecipa a numerosi servizi televisivi. Attualmente opera nel suo studio a Grottaferrata. Nel trentennale della Fondazione Centro Italiano di Arte e Cultura presso la Sala della protomoteca del Campidoglio, nel maggio2004, Gina Marziale è stata insignita del premio alla carriera con la seguente motivazione: "Artista ispirata, dall'indiscusso talento, si dedica, con straordinaria passione e con amore, alla Pittura divenuta ragione di vita".
D: La nostra rubrica A come Artista si prefigge lo scopo di aprire una finestra sul variegato mondo dell'arte nei Castelli Romani con l'intento anche di creare un archivio permanente degli artisti che vi operano. Cosa pensi di questa iniziativa del nostro giornale?
R.: Un'ottima iniziativa, credo che sia la prima in assoluto che si occupi di far dialogare gli operatori culturali in questo territorio ricco di validi artisti; è molto importante coltivare un archivio di informazioni su di essi.
Complimenti al giornale Viv@voce ed auguri per la sua prossima attività .
D: Puoi parlarci della tua passione per il microcosmo e di conseguenza dei tuoi infiniti orizzonti che si intravedono dietro gli intrighi e i grovigli sottili dei segni, ad esempio nell'opera che hai scelto per questa vetrina dal titolo La veranda?
R: Sin da giovanissima ho coltivato l'amore per l'infinito mondo naturale e vegetale, ciò che io chiamo "il microcosmo", in cui mi sono immersa attraverso la trasposizione grafica e pittorica. Gli infiniti orizzonti che si intravedono sulla tela, dietro intrecci sottili di segni, creano un gioco virtuale di spazi. Ne scaturisce così un rapporto fra chiuso e aperto, tra solitudine e coralità ; le righe sovrapposte che somigliavano a sbarre oggi sono lance, frecce, arbusti pronti ad aprirsi per un passaggio verso il mirabile. L'invito ad entrare nel racconto è allettante.
D: Ė stato detto delle tue pitture: "Sono zoomate su realtà nascoste, su luoghi e microcosmi impensabili, che esplodono con prepotenza sulla tela, mostrando il laboratorio pulsante e occulto del creato. Uno sbocciare alla vita dall'invisibile [...] Emblematico il dipinto della veranda con quei colori freddi e velati, con quell'angoscia incombente e palpabile, con quella mestizia fitta come una nebbia, tutta al di qua della vetrata, mentre una finestra si apre verso orizzonti vegetali e verso sentieri eterei verso assolutezze e pienezze intuite al di là dei propri angusti confini mentali.
Il passaggio è aperto, la speranza può divenire realtà . Pur tuttavia l'anima resta bloccata sulla soglia di un oltrepassamento che forse è illecito effettuare." (Franco Campegiani).
E ancora: "Giocata tra la propensione naturalistica e piacere per le atmosfere astratte, la dimensione dell'artista ha una sua precisa cifra che si espone alle interpretazioni [...] Venturoli ha accennato alla vitalità del sopravvivere di ogni presenza naturale, come storia e come continuità organica". (Franca Calzavacca).
Cosa puoi dire di tali considerazioni?
R: Tutti i critici che ho incontrato durante la mia vita artistica, tra cui Vito Apuleo, Franca Calzavacca, Franco Campegiani, Renato Civello, Carlo Giacomozzi, Marcello Venturoli, hanno letto ed analizzato con incredibile verità i miei dialoghi artistici e il mio mondo poetico pittorico. Uno in particolare, Aldo Onorati, ha definito la mia arte "realismo metafisico", una dizione che rispecchia in pieno il mio modo di interpretare il microcosmo.
D: Recentemente hai partecipato ad un'importante mostra internazionale di pittura che ha sicuramente lasciato su di te un'impronta significativa. Ce ne parli?
R: La mostra internazionale di grafica, pittura e scultura, denominata "Egitto -Italia: Fratellanza" e rappresentata nella galleria - atelier di Alessandria d'Egitto, è il frutto della collaborazione artistica tra l'Ufficio Culturale Egiziano a Roma, rappresentato dal prof. Adel Moneim Moawad, e Alessandria d'Egitto, ha permesso un approfondimento delle relazioni culturali e di amicizia tra i due paesi. Credo che lo scambio tra diverse arti e culture sia un'enorme fonte di ricchezza: soprattutto per noi artisti è fondamentale non chiuderci ognuno nel proprio universo ma arrivare a valorizzare il nostro stesso lavoro passando attraverso la comprensione di quello degli altri. Un dialogo importante dunque, a cui hanno partecipato quaranta artisti di alto livello tra italiani ed egiziani.