Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

A come artisti

Io respiro per la musica

Che cos'è questo suono magico, da dove arriva? Ma è la banda che passa per le vie del paese...
È così che 18 anni fa, stregato dalla magia dei suoni, ho iniziato lo studio della musica.
Era una sensazione indefinibile, questi suoni che ti penetravano nell'animo, ti mostravano altri mondi, la libertà...Come non gridare a tutti la tua scoperta del Paradiso in terra? E così feci, trascinando con me il maggior numero di amici a partecipare a questa scoperta, ad esserne parte attiva facendo percorrere anche a loro la strada della musica.
Ho iniziato nella banda di Monte Compatri il mio viaggio alla scoperta degli strumenti con il flicornino in Mib, difficile e faticoso, anche perché - ma questo lo scoprii solo molto più tardi - non è di certo uno strumento adatto per iniziare. Proseguii al Conservatorio di Roma applicandomi al corno, con un grande di questo strumento il M° Giuliani.
E' proprio qui che piano piano mi dirozzo e scopro altri mondi strumentali: gli archi, le percussioni, ma soprattutto l'organo del quale mi innamoro perdutamente per la sua grandezza, maestosità, alta ingegneria meccanica.
È sempre qui che ho le prime delusioni e vedo che il mondo del conservatorio a mala pena ti concedeva di suonare per la tua lezione e quasi mai ricevevi stimoli a scoprire, a ricercare.
Da allora mi sono dato da fare in prima persona per essere musicista e promotore al medesimo tempo, creandomi occasioni, luoghi e gruppi dove e con cui poter suonare.
Nel frattempo iniziai lo studio di altri strumenti (il trombone, la tuba) e andai alla scoperta della musica "rumorosa" (il rock, il jazz, l'etnica, la popolare) e lungo questa nuova via mi sono imbattuto nella musica antica dalla quale rimasi ammaliato tanto per la purezza dei suoni quanto per l'alto grado di virtuosismi tecnici.
Il flauto dolce, che ho avuto la fortuna di studiare con il maestro ed amico Paolo Capirci, è stato lo strumento che mi ha aperto la porta di questo mondo; qui ho avuto modo di scoprire anche l'importanza dello studio di tutto ciò che sta dietro una composizione, un autore, un determinato modo di suonare; in breve sentivo la necessità di non essere soltanto un "facitore di note" ma un "musicista" cosciente del fatto che la propria arte è parte di un tutto e da questo tutto riceve notevoli influenze. Quindi mi iscrissi alla facoltà di Musicologia.
Ma ho tralasciato una svolta importantissima che nel 1998-1999 mi fece approdare a nuovi lidi.
Da sempre il jazz e quel suo senso di sospensione, di non finito, mi catturava soprattutto attraverso il suono caldo ma anche feroce del sax.
E così dalla necessità di dare sfogo a questo mio nuovo desiderio è nato l'Ensemble Saxophonia, che attraverso strade difficili e con molto studio e applicazione è riuscito a divenire una realtà importante e unica a Roma e nei Castelli.
Posso tranquillamente dire che è il gruppo che mi ha dato le più grandi soddisfazioni e con il quale ho realizzato un mio arrangiamento di una selezione di brani di ADIEMUS I-II-III del compositore Karl Jenkins; musica che cancella i confini tra oriente e occidente tra nord e sud, uno spettacolo di suoni da non perdere.
Per quest'estate ho in programma 3 trasferte molto interessanti, la prima in Giugno insieme al gruppo RomaBarocca, in Cina, Nord Corea e Mongolia, per la festa della Repubblica alla presenza del Presidente Ciampi; la seconda in Luglio in Canada per l'Istituto di Cultura Italiana a Toronto in qualità di flautista barocco; la terza in Spagna a fine Agosto con i Saxophonia a Calahorra, Pamplona e dintorni.
Le mie speranze per il futuro sono molte e molti sono i progetti che mi ronzano in testa, soprattutto in merito ad una qualificazione-riqualificazione della vita culturale-musicale del territorio dove vivo, ma di questo avremo modo di parlarne in un'altra occasione.


Chi volesse saperne di più può collegarsi al sito:
http://web.tiscali.it/saxophonia/
o scrivere a Romeo Ciuffa
corelli4@interfree.it

Per la rubrica A come artisti - Numero 33 giugno 2004