Sono in mostra a Roma, palazzo Ruspoli, fino al 18 luglio le più intriganti e suggestive rappresentazioni della cultura e dell'arte degli Aztechi , la civiltà che ebbe la sua sede nell'odierno Messico, distrutta dall'avventuriero Hernà n Cortès per conto della corona di Spagna (1519).
All'inizio del percorso ci vengono incontro le rigide statue degli dei che ,secondo la concezione azteca, diedero vita all'universo. I loro volti inquietanti, fissi nel rigore geometrico, lontani dallo sguardo del visitatore, introducono alla parte centrale del percorso: il pantheon degli dei della natura ed il tributo di sangue umano con cui erano onorati. Il rito del cuore che veniva loro offerto , strappato dal petto dei prigionieri ancora palpitante di vita , sugli altari del Templo Mayor, è il fulcro centrale attorno a cui ruota la disposizione dei circa quattrocento pezzi esposti.
Gli attributi mostruosi degli dei della natura e dei guerrieri, l'oggettistica rituale (maschere, cultri e cippi sacrificali, ornamenti regali, sacerdotali e destinati alle vittime) il vasellame antropomorfo e zoomorfo, si fondono con i simboli dei prodotti della terra (pannocchie di mais, peperoncini, zucche) e con più pacifici oggetti di uso sia sacro, sia quotidiano ,dalle linee e dai colori armoniosi.
Su tutto ciò sovrasta il calcolo inesorabile del tempo, scandito dall'ossessività superstiziosa del calendario astronomico e astrologico , delle feste sociali , religiose e personali.
Questa civiltà , che ebbe della rappresentazione della figura umana un'idea del tutto diversa dai nostri canoni , mostra di essersi sviluppata all'ombra del timor sacro a cui si piegavano re e uomini. Direi che il terrore del divino, da cui dipende la vita e la morte, è il sentimento che maggiormente li ossessionava e per placare il quale non era mai abbastanza la carne e il sangue dei nemici. Per questa ragione, gli Aztechi scatenavano delle vere e proprie "guerre sante" contro le tribù vicine per approvvigionarsi di vittime.
Hernà n Cortès pose fine a questo mondo stupefacente , decimando gli Aztechi con il fuoco e le malattie, imponendo loro una nuova religione ed un nuovo dio sacrificato, presentandosi lui stesso come un dio dalla pelle bianca, dimostrando che da qualche parte c'è sempre un nemico in attesa, più forte e forse, più disperato.
La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30, il sabato dalle 9.30 alle 21.30
Roma, Palazzo Ruspoli , Via del Corso 418 Info: 06687704 www.palazzoruspoli.it