Un giorno di ore in penombra si trascina verso la porta del tempo a ncora socchiusa a vvolge il mio corpo in bende leggere, scure e trasparenti imbevute di solitudine. Non vedo fuori di me n on vedo dentro di me g li occhi aperti ma ciechi f issano il vuoto b ramato e temuto da sempre. Mi avviluppa un mare silenzioso e vorace d ove si muovono lenti corpi fluttuanti a lghe viscide e opache e fangosi pesci sgraziati... o mbre lasciano spazio ad altre ombre Il dolore non è nuovo n on nasce e non muore: giace al fondo degli oceani tra i minuscoli grani della sabbia immobile. Presto rinviene con le maree, agile si spinge in superficie e si confonde alla bianca schiuma delle onde che docili obbediscono al richiamo di una luna tiranna. A riva, fiorisce nella notte, senza profumi e senza aliti, dal bulbo nascosto nella terra asciutta un superbo tulipano nero.
Niente di nuovo
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- Numero 31 aprile 2004