Le sue origini sono incerte, sicuramente molto antiche, medievali, legate ad importanti feste religiose - quella dell’Annunciazione il 25 marzo e quella della Natività di Maria Santissima l’8 settembre; non è possibile però precisare la data della prima volta, in mancanza di una documentazione certa, ma sappiamo che alle origini gli scambi erano su generi di prima necessità , dal bestiame ai prodotti alimentari, dai tessuti ai prodotti agricoli. Solo ai primi del ‘900 compaiono le macchine, agricole ovviamente, che aprono nuovi scenari all’agricoltura e ai suoi addetti e con le macchine i relativi problemi di sicurezza per gli operatori, tant’è che la fiera, cassa di risonanza dei problemi legati al lavoro agricolo, ospiterà per la prima volta dibattiti con al centro la sicurezza sul lavoro. Nel frattempo la manifestazione cresce d’importanza, fino ad essere riconosciuta a livello ministeriale per la sua specialità di evento nazionale sull’agricoltura, il commercio, l’artigianato la piccola industria: una manifestazione dunque fortemente radicata alle attività produttive e alla rete dei suoi operatori: tale carattere sembra essere ancora determinante nel disegnarne il profilo oggi, ma sicuramente non più sufficiente per trovare le coordinate giuste che facciano della fiera un evento totalmente rinnovato – come da più parti si sollecita - al passo con l’ economia di oggi che vede sempre più la produzione cercare alimento dentro la tradizione, i saperi, la conoscenza. Ecco dunque l’esigenza di guardare al territorio perché esso offre ai produttori specifiche risorse, nate e sviluppatesi nel contesto e nelle esperienze locali ( professionalità , conoscenze, servizi,infrastrutture, reti …)
La fiera quindi crediamo ricca della sua storia e della sua antica tradizione può diventare oggi qualcosa di diverso a vantaggio di tutti. Gli stimoli vengono da più parti: dagli amministratori locali, da giovani che su tale manifestazione stanno lavorando per la loro tesi di laurea, da professionisti legati ai Castelli perché ci sono nati, o vissuti e che vorrebbero dare il loro contributo per cambiare: e allora cominciano a prendere forma nuove idee e progetti: si è cominciato a parlare di questa manifestazione non più come di un evento limitato ad un particolare periodo dell’anno, ma come ad un luogo permanentemente attivo di esposizione e scambio tra produttori, consumatori, diverse professionalità e competenze, e si è pensato che tale luogo possa svolgere un ruolo trainante per l’intera economia castellana che sente fortemente la mancanza di un polo fieristico e Grottaferrata potrebbe anche candidarsi a esserlo. Tutto questo sarà possibile, se realmente i progetti, questo della fiera come tanti altri, che stanno a cuore ad amministratori, cittadini, soggetti che a vario titolo operano sul territorio, troveranno i tavoli giusti per il confronto, lo scambio, il coordinamento.
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- Numero 60 marzo 2007