Un nostro progenitore che vagava nella foresta, attratto da un succo odoroso che colando da una bacca si era raccolto in un anfratto di roccia, ne assaggiò. Era gustoso e frizzante, e il nostro avo ne bevve a volontà . Poi forse si appisolò, avvoltolato nell'inebriante benessere. Andò forse nel mondo dei sogni, e provò sensazioni mai provate prima. Forse. L'uomo - scoperto il frutto della vite - se ne innamorò perdutamente. E volle ricrearlo. E fu per questo, forse, che smise di vagare nella foresta. Si cercò un posto adatto per coltivare la vite dando così origine alla civiltà contadina. Inutile chiedersi se nacque prima la vigna o il contadino, forse nacquero insieme, tanto perfetto è il connubio. Lo stato di costante ebbrezza liberava la sua fantasia, e mentre si decantava il vino l'uomo distillava versi. S'intrecciano, come selvatica vite, leggenda mito e poesia. Tutto può essere, nella libera e fantastica interpretazione: non poteva essere, il frutto proibito dell'Eden, succulenta uva invece che acerba mela? Non poteva il serpente tentatore essere un grosso vitigno che si avvolgesse a un tronco? E Noè, non mise forse in salvo la vite nella sua Arca? Tutto può essere e non essere, nell'euforia che dà vertigine e vigore. E l'uomo - ispirato dagli dei da egli stesso creati, Dionisio e Bacco - divinamente cantò le proprietà di questo nettare eccelso. E ne cantò l'importanza nella storia, e come contribuì alla rivoluzione dell'umanità . Poi il Cristianesimo bandì il vino portatore di piaceri effimeri e l'Islamismo impedì la viticoltura nei territori conquistati. Il vino era prodotto clandestinamente dai monaci per l'uso nei riti religiosi: monaci ebbri e felici. Secoli bui. Poi la storia prende la rincorsa, la letteratura restituisce al vino il suo posto d'onore nella cultura occidentale, i bottai affinano la loro arte, si diffonde l'uso delle bottiglie di vetro e dei tappi di sughero, alla tradizione contadina si affiancano gli studiosi della materia, il vino diviene oggetto di ricerca scientifica, Pasteur lo nobilita: Il vino è la più salutare ed igienica di tutte le bevande. Mitico e mistico il vino cura corpo e anima. Emozioni, abbandoni, pianto e allegria, tutto contiene la magica bottiglia, tutto affiora nella coppa colma stretta tra le mani. Ognuno può diventare poeta a braccio, quando l'anima del vino lo possiede. Forse il poeta nasce con il vino. Forse lo spirito dell'uva desta o ridesta lo spirito dell'uomo. L'hanno cantato i grandi poeti, i piccoli poeti e chi poeta non è ma ama il di-vino poetare: ... "Dentro a questa/ mia prigione di vetro e sotto i rossi/ suggelli, verso te sospingo, o caro/ diseredato, o Uomo, un canto pieno/ di luce e di fraternità " (Baudelaire da L'anima del vino).
In-Canto Di-Vino
E mentre si decantava il vino l'uomo distillava versi
Per la rubrica
Enogastronomia
- Numero 26 novembre 2003