Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

La meglio gioventù


Di Marco Tullio Giordana

Italia 2002

 

6 ore di film e non te ne accorgi: primo buon segno, se paragonato a certe pellicole che durano 2 ore ma pesano come un macigno. Una carrellata di avvenimenti, nell'Italia dagli anni '60 ad oggi, ma senza tirate moralistiche, né intenti spiccatamente pedagogici, né, al contrario, false edulcorazioni e mitizzazioni, secondo buon segno. E poi il cast di recitazione: eccezionale, con Luigi Lo Cascio che si conferma uno degli attori più espressivi del cinema di casa nostra.
Il nucleo di partenza è una famiglia, attraverso la quale vengono viste e partecipate tutte le vicende salienti dell'Italia, come a dire che soprattutto i piccoli fanno la storia, con l'impegno e l'esempio di ogni giorno. La nostra penisola è geograficamente toccata da cima a fondo: contatti e spostamenti da Stromboli a Torino, da Palermo a Roma; ne vengono evidenziate le peculiarità di paesaggi, caratteri, dialetti. Ma vengono fotografati anche altri paesi, come la Norvegia dagli immensi spazi verdi, simbolo di libertà e di emancipazione femminile, quando da noi, negli anni '60, erano nell'aria i primi timidi tentativi in tal senso.
Qualche momento di stanchezza lo si avverte nel 2° atto, in alcuni indugi su scene lacrimevoli...ma come avvertiva l'Anonimo autore del trattato greco Sul sublime "...la grandezza è per se stessa rischiosa: in un'opera grande si assiste a qualche inevitabile caduta, ciò che non accade in un'opera mediocre, frutto di un ingegno piccolo che non osa rischiare tendendo alla vetta..." E qui siamo di fronte ad uno dei capolavori cinematografici, uno di quei film che rivedresti volentieri anche il giorno successivo, nonostante la lunghezza. Una saga familiare bella e commovente come Il Padrino, un affresco sociale dello spessore di Novecento, ma meno programmatico, meno didascalico. Lo vedremo prossimamente in RAI, a quanto pare sezionato in 7 puntate. Peccato! Ne risentirà non tanto la continuità (il film era stato pensato per la TV) ma sicuramente il gusto dell'immedesimazione. Un unico spassionato consiglio: non perdetelo al cinema!

Per la rubrica Cinema - Numero 24 settembre 2003