Vassalli, Sebastiano
Einaudi 2001
Leo e Michela, i protagonisti del romanzo (di impianto tradizionalista, ma con una forte tensione espressionistica ed un gusto non comune per il racconto), appartengono a quella generazione di giovani che sognò di cambiare il mondo. Che sognò di poter abolire le differenze di classe, le carriere e le gerarchie. Sognò di cancellare le leggi, le frontiere, i documenti di identità , le caserme e le prigioni, e di poter fare a meno dei preti e dei soldi. Si impegnarono in tutte le cause che valesse la pena sostenere, dalle rivolte studentesche alle lotte per l'emancipazione femminile, dai movimenti pacifisti a quelli ecologisti, dal volontariato nei paesi di guerra all'accoglienza degli extracomunitari, fino ad arrivare ai nostri giorni, ai nuovi giovani, generazione senza sogni e progetti comuni? dove ognuno fa per sé, e dove anche le donne si sono adeguate al modello maschile, basato sulla competizione.
Vanificato il compito della storia, emerge palese il nichilismo dello scrittore: ogni generazione pensa di dover trasmettere qualcosa alle generazioni che la seguono, ma in realtà non c'è nessuno scambio e forse è bene che sia così. Sia il passato che il presente si perdono alla fine nell'oblio della morte, come narrava Omero in uno dei più celebri versi dell'Iliade ...quale delle foglie, tale è la stirpe degli umani. Il vento le sparge a terra, e le ricrea la germogliante selva a primavera. Così l'uomo nasce, così muore ...