Gabriel Garcia Marquez
Milano, Mondadori, 1992
...Non possono che definirsi sorprendenti: nella loro semplice quotidianità .
I racconti uno dopo l'altro vedono rappresentate storie comuni, di comuni mortali, però ognuno alla fine, ma proprio alla fine, lascia un che di nuovo.
Lo stile è quasi quello di un giallo -senza omicidio- che regolarmente lascia un po' di stucco il lettore, ma riesce a stuzzicarlo a continuare tutto d'un fiato questa lettura un po' diversa dal solito.
Nate da una lunga e singolare elaborazione come appunti abbozzati per un anno su un quaderno poi perduto, le storie rielaborate mentalmente in un continuo "andar tra il tavolo e il cestino" sembrano rappresentare proprio l'inganno della memoria che scaturisce nel ricordo appannato, in una realtà sovrapposta spesso dall'immaginazione.
Sfiorano queste storie gli aspetti eterni dell'amore e della morte, della fatalità e del destino, della solitudine e del desiderio in un'atmosfera quasi magica da far sembrare il mondo come un giocattolo a molla che cambia continuamente inventando la vita.