Della diva americana Wharol non fa un ritratto dal vero, ma utilizza sempre fotografie già pubblicate su magazine e quotidiani, da una foto pubblicitaria a mezzo busto concentra l’inquadratura sul volto stampando l’immagine sulla tela con il procedimento meccanico della serigrafia. In questo modo può creare una serie infinita di Marylin: incideva sul metallo la forma del viso, poi passava il colore e le immagini mutavano sempre ed erano sempre diverse. Oltre alla famosa diva, alla mostra possiamo ammirare numerose altre opere realizzate con questa tecnica, ad es. Lenin e le icone del comunismo , la Venere del Botticelli, la Gioconda di Da Vinci…..
Dal mio punto di vista Wharol rappresenta una fotografia interessante di un’America insoddisfatta e contraddittoria, lui sempre presente in società ma riluttante ad essere
avvicinato, consumista ma ossessionato dai rifiuti, egocentrico ma insoddisfatto dalla sua immagine tanto da ritrarsi, solo, in certe posizioni; ossessionato anche dalla morte e dai simboli religiosi pur dichiarandosi cattolico; in molte opere i colori innaturali e il ripetere più volte il soggetto hanno quasi la funzione di esorcizzare e sdrammatizzare le sue paure.
Gli amanti dell’arte contemporanea e della Pop Art saranno ben felici di ammirare le opere del celebre artista americano e di perdersi per un po’ tra i suoi colori sgargianti e le immagini psichedeliche.
Andy Warhol al chiostro del Bramante
Pentiti e non peccare più
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Appuntamenti nella capitale
- Numero 57 novembre 2006