Di Jean Pierre Jeunet,
Francia 2001
Ma che cos'ha di tanto "favoloso" il mondo di Amélie, se non che "fabuleux" richiama la fabula, da cui fiaba, della quale la pellicola conserva tutti gli elementi: un principe azzurro metropolitano; un incontro sempre procrastinato; un vecchio saggio che rivela alla generosa principessa Amélie l'esistenza di qualche godimento più intenso rispetto a quello di "rompere la crosta della crème brulée col cucchiaio"; un lieto fine e una morale: il vecchio, che la protagonista ha sempre aiutato, ricambia la buona azione, coma a dire che chi semina raccoglie... ma è poi sempre vero?
Melensa fiaba iniziatica, dove i personaggi, stereotipati, trasudano buoni sentimenti (ma c'è anche il cattivo beffato, come in ogni fiaba che si rispetti!).
Sarà che ultimamente nel mondo ha fatto troppo freddo, e abbiamo tremendamente bisogno di qualcosa che scaldi il cuore, anche se spudoratamente finto?
Ah, dimenticavo: il tutto condotto con quella lentezza estenuante tipica dei film francesi.Se siete stanchi, evitate lo spettacolo delle 22.
Voto: 6.