Riaprono le graduatorie permanenti per gli insegnanti e si scatenano le polemiche, le "guerre tra poveri", giovani e meno giovani a caccia del "posto fisso". E' dalle graduatorie permanenti infatti che si attinge per il 50% delle assunzioni degli insegnanti a tempo indeterminato; il restante 50% delle cattedre viene assegnato in base alle graduatorie di merito del concorso ordinario. Appare quindi chiaro perché la riapertura delle graduatorie permanenti, ossia la possibilità di inserirsi per la prima volta o di aggiornare il proprio punteggio, scaldi tanto gli animi degli "addetti ai lavori". Per potersi inserire nelle graduatorie permanenti è necessario però aver ottenuto l'abilitazione all'insegnamento delle materie per le quali si richiede l'inserimento in graduatoria. I percorsi per conseguire l'abilitazione sono molteplici e per ciascuno di essi viene adottato uno specifico criterio di assegnazione del punteggio, come stabilito dalla tabella approvata con il D. M. n°11 del 12/02/2002. E' questo che negli ultimi giorni ha causato il costituirsi di fazioni diverse a seconda del modo in cui si è ottenuta l'abilitazione e di come la fazione a cui si appartiene è stata "trattata" nella tabella che definisce i punteggi da attribuire agli abilitati.
Le 3 modalità principali di conseguimento dell'abilitazione sono:
- lo storico concorso ordinario, cui possono partecipare tutti i laureati che possiedano le conoscenze richieste per l'insegnamento della materia prescelta
- il concorso riservato, sostenuto a seguito di un corso variabile dai 2 ai 4 mesi, cui possono accedere solo coloro che abbiano lavorato con contratti a tempo determinato nelle scuole per almeno 2 anni
- le SSIS, le Scuole di Specializzazione all'Insegnamento Secondario, corsi post-universitari biennali attivati dall'anno accademico 1999/2000.
Sono proprio i riferimenti a queste Scuole, che costituiscono una novità in Italia, ad aver causato tante proteste. Ma cosa sono le SSIS? Le SSIS sono scuole di specializzazione statali, universitarie, con costo annuo dell'ordine di quello dei corsi di laurea e con una struttura piuttosto severa: numero chiuso con esame d'ingresso basato sui programmi del concorso ordinario; 1200 ore di frequenza obbligatoria, generalmente 25 ore a settimana; esami in itinere, che confluiscono in 12 valutazioni nei due anni; esame finale abilitante all'insegnamento con valore concorsuale, composto da una relazione finale sul tirocinio svolto, un esame scritto e orale. Le materie di studio sono nei seguenti ambiti: didattica generale, didattiche disciplinari, area psico-pedagogia, area sociologia e legislazione scolastica, progettazione curricolare. Il valore formativo della SSIS è elevato dal tirocinio nelle scuole italiane, prima osservativo e poi attivo, cioè vere e proprie esperienze di insegnamento, fino a 300 ore nei due anni.
Frequentare la SSIS significa quindi affrontare un lungo percorso, fortemente motivati e credendo nell'insegnamento e nel fatto che sia necessario imparare ad insegnare. Per la prima volta in Italia, con le SSIS sono state istituite delle "palestre" in cui formare gli insegnanti. È una riforma che da tempo si attendeva in Italia, ultima delle nazioni in Europa a creare una formazione iniziale dei docenti.
Le abilitazioni conseguite tramite concorso ordinario, concorso riservato e SSIS sono assolutamente di pari livello e dignità . Agli abilitati SSIS, che per la prima volta hanno l'occasione di inserirsi nelle graduatorie permanenti, viene assegnato un punteggio aggiuntivo di 30 punti. Sono proprio questi 30 punti a creare i dissapori tra i diversi abilitati: l'attribuzione di questi punti è però motivata dal titolo di specializzazione post-lauream che la SSIS rilascia, specializzazione all'insegnamento, un titolo che certifica due anni di qualificata preparazione teorica e pratica in un ambiente frutto di una stretta collaborazione tra il mondo universitario e quello della scuola secondaria. È proprio questo, e tutti gli oneri che comporta, a giustificare il punteggio aggiuntivo. La formazione iniziale è di fondamentale importanza per la qualità generale della scuola italiana e per la valorizzazione della professione docente, soprattutto dal punto di vista delle competenze e della professionalità e dovrebbe essere il trampolino di lancio per una valida formazione permanente.
L'auspicio è che la polemica scatenata contro gli abilitati SSIS da parte del mondo dei precari, appoggiati dai sindacati, venga stemperata e ricondotta su un piano di maggiore riflessione da una più corretta azione di informazione e da una sperata capacità di tutti (in particolare degli addetti ai lavori) nel riconoscere l'importanza di un serio e qualificante percorso abilitante per gli aspiranti docenti, che finalmente tenta di colmare un inaccettabile vuoto formativo.
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